Gli eventi (le smentite di Huarong) degli ultimi giorni e il singolare post di Campopiano che raccontava dell'assenza di un rilevante atto di rafforzamento patrimoniale come primo gesto del nuovo proprietario (ossia un versamento a fondo perduto) suscitavano un certo timore. Giorni fa ho tentato, in un improvvido slancio di ottimismo poco consono al mio carattere, di dare una spiegazione razionale a un dato in apparenza piuttosto raccapricciante, ovvero alla notizia data con noncuranza sempre dal povero Campopiano secondo cui ancora stavano armeggiando, a pochi giorni dal closing, per stabilire quanta leva finanziaria c’è nell’operazione, cosa che normalmente si stabilisce molto prima, visto che è un elemento chiave del piano finanziario. Tra un debito molto subordinato e un'equity poco privilegiata a volte la differenza può essere meno drastica di quello che i concetti astratti di “capitale di rischio” e “capitale di debito” lasciano pensare, e questa era una possibile spiegazione, nondimeno era un’altra delle tante anomalie. Anomalie che hanno sempre suscitato dubbi, tra chi anche per ragioni professionali conosce un po' meglio le tecniche di M&A, anche se ormai continuare a ripeterli, a se stessi prima che agli altri, era stucchevole e antipatico, ma vedo che ora ci vogliono prendere per i fondelli fino all'ultimo, dicendo che sono ancora intenti a stabilire la natura degli apporti di capitale. Il resto infatti lo fa la propaganda, che mi ha sempre infastidito, tesa a far credere che operazioni strutturalmente avventurose fossero realistiche perché in Cina hanno inventato il moto perpetuo finanziario ancora più slegato dai fondamentali economici di quanto non lo sia già da noi. Esempio, la leggenda metropolitana di come “Evergrande Taobao sia quotata in borsa e valutata tre miliardi di dollari” (se vi documentate bene vedrete che si tratta di una notizia montata ad arte da una parte della stampa cinese dell’epoca e acriticamente riportata da molti in Occidente, basata com’è su presupposti di fatto del tutto distorti e fuorvianti che portano a false conclusioni, economicamente e finanziariamente insensate). Una conclusione rabberciata entro il 3 marzo, per non perdere la faccia, la ritengo ancora possibile, essa comunque esporrebbe il Milan nel medio termine ad un destino pieno di rischi, questo va detto, alla luce dei fatti io non vedo una prospettiva valida nel medio termine e ora come ora non so cosa augurarmi, si potrebbe sempre sperare in un acquirente serio che si presenti senza maschera e senza bolsi e irrealistici proclami. Ormai solo un morto di sonno non si è accorto che questa ha tutta l'aria di essere una brutale operazione di leverage buy out, e che sostanzialmente il proprietario è Yong che si indebita fino al collo per acquisire la società, dando in garanzia la società medesima, probabile che la nota ebrezza finanziaria presente in Cina abbia reso possibile anche solo immaginare una cosa che banche occidentali di questi tempi non avrebbero considerato realistica, tutto aggravato da una assoluta precarietà, ed ecco l'altra anomalia assurda: il mistero sui soggetti che finanziano o investono, i quali fino all'ultimo si negano. Non è normale. Questa operazione ha sempre avuto molte singolarità, tra cui spicca appunto l'accanito anonimato fino all'ultimo: nell'unica operazione di LBO che conosco applicata al calcio, quella del Man Utd, si sapeva vita morte e miracoli di tutti i finanziatori di Glazer, del grado di subordinazione del debito etc. La qualità della alfabetizzazione finanziaria dei tifosi del Man Utd era evidentemente più elevata di quella di molti giornalisti italiani, loro non si sognavano certo di celebrare la dimensione degli asset degli istituti che prestavano a Glazer, ma guardavano giustamente alla figura del suddetto e alla struttura dell'operazione.
PS
Molto singolare che l'alternativa binaria sia o Yong o morte, semmai l'alternativa è tra Yong e un acquirente diverso, con meno fuffa, possibilmente uno che non assoldi agenzie di comunicazione per farsi propaganda.