Un top club europeo annovera una quota rilevante del proprio fatturato dagli introiti di Champions League, che pervengano in modo continuativo. Ciò presuppone la competitività di squadra per acquisire l'accesso a quella competizione, e dunque alla base gli investimenti di mercato per garantire la competitività. Se poi l'ambizione è quella di affezionarsi ad un mecenate ricco sfondato, non può allora trascurarsi l'eventualità che, in futuro ed al contrario di quella ambizione, la proprietà del Milan sia diffusa ed indeterminata, controllata attraverso il mercato finanziario da un management tecnico, che risponde davanti ai soci per i risultati di gestione, e che si paga con stock options generate dai dividendi. Un club che appartiene a tutti, a nessuno, ma in fondo solo a se stesso.