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diavoloINme;2342728 ha scritto:Si chiude oggi coi posticipi delle 20:45 il campionato di serie A.
Si chiude un torneo anomalo e strano per le note vicende covid. Una serie A giocata praticamente con gli stadi vuoti e con una nuova variabile virale che ha indirizzato non poco anche le sorti del nostro sport preferito.
Noi milanisti viviamo con trepidazione queste ore che ci porteranno al fischio d'inizio di atalanta-milan, partita che deciderà il nostro prossimo futuro e sicuramente indirizzerà anche il destino della serie A.
Il calcio italiano dei prossimi anni infatti è ad un bivio perchè un nostro ritorno in champions, con una contemporanea esclusione della juve, potrebbe ridisegnare nuovi scenari calcistici per i prossimi anni.
Nel calderone infatti della situazione globale ci metto anche le difficoltà societarie di un'inter neo-campione d'italia che non fanno presagire nulla di buono sponda nerazzurra.
Comunque vada atalanta-milan è un crocevia fondamentale.
La notte che ci aspetta sarà quindi comunque una notte insonne, speriamo lo sia per motivi di gioia sportiva perchè ce lo meriteremmo dopo il campionato disputato e ce lo meriteremmo noi tifosi dopo i troppi bocconi amari che abbiamo mandato giù in questi anni.
Vivo queste ore di frenetica attesa come se si dovesse giocare una finale ma all'ansia positiva da evento si mischia una paura terribile per ciò che potrebbero combinarci la juve e le solite sorelle affiliate al potere.
La lotta per il quarto posto non è solo una lotta juve-milan-napoli ma è la lotta anche di tante piccole e medie realtà che in questi anni di nostra assenza ingiustificata dal calcio che conta hanno trovato un 'posto nel mondo'.
Scalzare oggi la juve vorrebbe dire ripulire un pò questo calcio.
Ce lo consentiranno?
L'occasione è più unica che rara ma per farcela dobbiamo essere più forti di tutto e di tutti.
Concludo ringraziando l'amministratore e tutti gli utenti del forum che quotidianamente hanno arricchito le discussioni di contenuti e hanno impreziosito questa bizzarra covid-league.
Il calcio siamo noi.
Io non sono per niente teso. E non perché sono tranquillo della vittoria.
Perché quando si tratta di Milan sono fatalista, ed esistono forze aldilà del ponderabile.
Se è il nostro momento, allora succederà. Altrimenti amen, vuol dire che non siamo pronti, vuoi per colpa della proprietà, che per colpa dei giocatori, che per colpa del sistema inesistente. Ne ho parlato giusto stanotte con alcuni amici più giovani, che sono arrivati a stare male per il dopo-Cagliari.
Poteva essere un anno buono e speriamo sia così. Ma credo che il Milan sia ancora molto lontano dalla guarigione. La Champions sarà uno step, ma se la otteniamo o no, non sarà né trionfo né crollo, rispettivamente. Troppe cose fondamentali ancora da sistemare.
Detto questo, buon Milan a tutti e vivete la cosa possibilmente con la giusta tensione. Che non vuol dire non tifare, non arrabbiarsi, oppure non impazzire di gioia. Vuol dire tifare in modo adulto e prendere le cose nel verso umano.