Cerruti:"Cardinale sparito, e dove sono gli acquisti promessi da Maldini"

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Articolo di Alberto Cerrutti a Calciomercato.com sulla situazione ferma del mILAN

"Il punto esclamativo è stato lo scudetto, tanto inatteso visto che tutti consideravano l’Inter più forte, quanto meritato per il capolavoro tattico e psicologico realizzato da Stefano Pioli. Peccato che da quel 22 maggio di festa a Reggio Emilia, attorno al Milan campione d’Italia siano spuntati soltanto punti interrogativi. E così adesso, ad appena quindici giorni dal debutto in campionato contro l’Udinese, i tifosi rossoneri non hanno ancora la certezza che arriveranno i due/tre rinforzi di qualità, chiesti da Paolo Maldini per inseguire la seconda stella e non uscire subito dalla Champions League come la stagione scorsa.

Il primo nome della lista, gradito a tutti e considerato un acquisto sicuro, era quello del difensore olandese Sven Botman, finito al Newcastle invece che a Milanello. Poi è spuntato quello del centrocampista portoghese Renato Sanches, teoricamente non ancora sfumato. Infine, o meglio soprattutto, è apparso su tutti i giornali il volto sorridente del trequartista belga Charles De Ketelaere, sempre più vicino al Milan ma non ancora abbastanza. Oggi potrebbe essere il giorno giusto. Ma quante volte abbiamo letto che ormai era fatta e mancava poco? Una telenovela, a cavallo di settimane e giorni decisivi, in realtà più simile a una barzelletta che però ha tenuto in ansia i tifosi rossoneri, senza riuscire a farli ridere. E allora, ecco moltiplicarsi gli interrogativi: perché la M2 Maldini-Massara è andata in Belgio per definire i dettagli dell’acquisto, tornando senza la sospirata firma? Perché dopo questa partita, si sono resi i tempi supplementari, per ulteriori colloqui, in Svizzera, a Lugano e non a Milano che dista soltanto un’ora e un quarto di auto? Ma soprattutto perché la distanza di tre milioni, e non trenta, con o senza bonus, ha rappresentato un ostacolo tanto difficile? Se davvero De Ketelaere è considerato un colpo grosso, come sostengono tutti, si doveva raggiungere un accordo in tempi più rapidi. Se così non è stato, i casi sono due: o manca la convinzione assoluta sul valore del giocatore, oppure scarseggiano i mezzi economici.

E siccome è molto più probabile questa seconda ipotesi, spunta un altro interrogativo ancora più grosso dei precedenti. Perché il futuro proprietario Cardinale non è intervenuto, convincendo il fondo Elliott a chiudere prima la trattativa? E più in generale che fine ha fatto mister Cardinale, dopo avere festeggiato in piazza del Duomo lo scudetto? Il grave rischio in questi casi è che si assista a un classico scaricabarile tra chi vende e chi acquista, visto che siamo ancora a metà strada con l’aggravante, senza precedenti, che il venditore e cioè Elliott presta soldi all’acquirente, Cardinale appunto, per rilevare la maggioranza delle quote del Milan. Siccome le vie del calciomercato sono infinite, magari stasera De Ketelaere cenerà a Milanello con Pioli e sulla sua scia arriveranno gli altri acquisti di qualità sognati da Maldini.

Anche se fosse così, una cosa è certa: nelle prime tre amichevoli della stagione, Pioli ha potuto schierare soltanto due volti nuovi: Pobega e Adli, in gol nell’ultimo 5-0 in Austria di ieri, che nei programmi però non sarebbero titolari, visto che il terzo, Origi, è ancora in fase di recupero, mentre Romagnoli e Kessie sono partiti per altre destinazioni. Ciò significa che chi arriverà, a cominciare dal gioiellino belga, non ha avuto il tempo di conoscere i compagni, con il forte rischio di non essere pronto per il debutto in campionato. E questo sarebbe un peccato nella stagione in cui sarebbe ancora più pericoloso che in passato perdere punti all’inizio, visto che a fine agosto, quando si chiuderà il mercato, si saranno giocate già quattro partite. Le eventuali difficoltà, quindi, non dovranno essere addebitate a Pioli, ma a chi si è mosso con colpevole in ritardo dal 22 maggio in poi. Con l’ultimo, tra i tanti, troppi, interrogativi: se il nuovo Milan non riuscirà a confermarsi facendo l’atteso salto di qualità, di chi sarà la colpa? Del fondo Elliott che ha pensato soprattutto al bilancio, del futuro azionista di maggioranza Cardinale che non ha fatto nulla per accelerare una svolta, o di qualcun altro?"
 
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Articolo di Alberto Cerrutti a Calciomercato.com sulla situazione ferma del mILAN

"Il punto esclamativo è stato lo scudetto, tanto inatteso visto che tutti consideravano l’Inter più forte, quanto meritato per il capolavoro tattico e psicologico realizzato da Stefano Pioli. Peccato che da quel 22 maggio di festa a Reggio Emilia, attorno al Milan campione d’Italia siano spuntati soltanto punti interrogativi. E così adesso, ad appena quindici giorni dal debutto in campionato contro l’Udinese, i tifosi rossoneri non hanno ancora la certezza che arriveranno i due/tre rinforzi di qualità, chiesti da Paolo Maldini per inseguire la seconda stella e non uscire subito dalla Champions League come la stagione scorsa.

Il primo nome della lista, gradito a tutti e considerato un acquisto sicuro, era quello del difensore olandese Sven Botman, finito al Newcastle invece che a Milanello. Poi è spuntato quello del centrocampista portoghese Renato Sanches, teoricamente non ancora sfumato. Infine, o meglio soprattutto, è apparso su tutti i giornali il volto sorridente del trequartista belga Charles De Ketelaere, sempre più vicino al Milan ma non ancora abbastanza. Oggi potrebbe essere il giorno giusto. Ma quante volte abbiamo letto che ormai era fatta e mancava poco? Una telenovela, a cavallo di settimane e giorni decisivi, in realtà più simile a una barzelletta che però ha tenuto in ansia i tifosi rossoneri, senza riuscire a farli ridere. E allora, ecco moltiplicarsi gli interrogativi: perché la M2 Maldini-Massara è andata in Belgio per definire i dettagli dell’acquisto, tornando senza la sospirata firma? Perché dopo questa partita, si sono resi i tempi supplementari, per ulteriori colloqui, in Svizzera, a Lugano e non a Milano che dista soltanto un’ora e un quarto di auto? Ma soprattutto perché la distanza di tre milioni, e non trenta, con o senza bonus, ha rappresentato un ostacolo tanto difficile? Se davvero De Ketelaere è considerato un colpo grosso, come sostengono tutti, si doveva raggiungere un accordo in tempi più rapidi. Se così non è stato, i casi sono due: o manca la convinzione assoluta sul valore del giocatore, oppure scarseggiano i mezzi economici.

E siccome è molto più probabile questa seconda ipotesi, spunta un altro interrogativo ancora più grosso dei precedenti. Perché il futuro proprietario Cardinale non è intervenuto, convincendo il fondo Elliott a chiudere prima la trattativa? E più in generale che fine ha fatto mister Cardinale, dopo avere festeggiato in piazza del Duomo lo scudetto? Il grave rischio in questi casi è che si assista a un classico scaricabarile tra chi vende e chi acquista, visto che siamo ancora a metà strada con l’aggravante, senza precedenti, che il venditore e cioè Elliott presta soldi all’acquirente, Cardinale appunto, per rilevare la maggioranza delle quote del Milan. Siccome le vie del calciomercato sono infinite, magari stasera De Ketelaere cenerà a Milanello con Pioli e sulla sua scia arriveranno gli altri acquisti di qualità sognati da Maldini.

Anche se fosse così, una cosa è certa: nelle prime tre amichevoli della stagione, Pioli ha potuto schierare soltanto due volti nuovi: Pobega e Adli, in gol nell’ultimo 5-0 in Austria di ieri, che nei programmi però non sarebbero titolari, visto che il terzo, Origi, è ancora in fase di recupero, mentre Romagnoli e Kessie sono partiti per altre destinazioni. Ciò significa che chi arriverà, a cominciare dal gioiellino belga, non ha avuto il tempo di conoscere i compagni, con il forte rischio di non essere pronto per il debutto in campionato. E questo sarebbe un peccato nella stagione in cui sarebbe ancora più pericoloso che in passato perdere punti all’inizio, visto che a fine agosto, quando si chiuderà il mercato, si saranno giocate già quattro partite. Le eventuali difficoltà, quindi, non dovranno essere addebitate a Pioli, ma a chi si è mosso con colpevole in ritardo dal 22 maggio in poi. Con l’ultimo, tra i tanti, troppi, interrogativi: se il nuovo Milan non riuscirà a confermarsi facendo l’atteso salto di qualità, di chi sarà la colpa? Del fondo Elliott che ha pensato soprattutto al bilancio, del futuro azionista di maggioranza Cardinale che non ha fatto nulla per accelerare una svolta, o di qualcun altro?"
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Mika

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"Il punto esclamativo è stato lo scudetto, tanto inatteso visto che tutti consideravano l’Inter più forte, quanto meritato per il capolavoro tattico e psicologico realizzato da Stefano Pioli. Peccato che da quel 22 maggio di festa a Reggio Emilia, attorno al Milan campione d’Italia siano spuntati soltanto punti interrogativi. E così adesso, ad appena quindici giorni dal debutto in campionato contro l’Udinese, i tifosi rossoneri non hanno ancora la certezza che arriveranno i due/tre rinforzi di qualità, chiesti da Paolo Maldini per inseguire la seconda stella e non uscire subito dalla Champions League come la stagione scorsa.

Il primo nome della lista, gradito a tutti e considerato un acquisto sicuro, era quello del difensore olandese Sven Botman, finito al Newcastle invece che a Milanello. Poi è spuntato quello del centrocampista portoghese Renato Sanches, teoricamente non ancora sfumato. Infine, o meglio soprattutto, è apparso su tutti i giornali il volto sorridente del trequartista belga Charles De Ketelaere, sempre più vicino al Milan ma non ancora abbastanza. Oggi potrebbe essere il giorno giusto. Ma quante volte abbiamo letto che ormai era fatta e mancava poco? Una telenovela, a cavallo di settimane e giorni decisivi, in realtà più simile a una barzelletta che però ha tenuto in ansia i tifosi rossoneri, senza riuscire a farli ridere. E allora, ecco moltiplicarsi gli interrogativi: perché la M2 Maldini-Massara è andata in Belgio per definire i dettagli dell’acquisto, tornando senza la sospirata firma? Perché dopo questa partita, si sono resi i tempi supplementari, per ulteriori colloqui, in Svizzera, a Lugano e non a Milano che dista soltanto un’ora e un quarto di auto? Ma soprattutto perché la distanza di tre milioni, e non trenta, con o senza bonus, ha rappresentato un ostacolo tanto difficile? Se davvero De Ketelaere è considerato un colpo grosso, come sostengono tutti, si doveva raggiungere un accordo in tempi più rapidi. Se così non è stato, i casi sono due: o manca la convinzione assoluta sul valore del giocatore, oppure scarseggiano i mezzi economici.

E siccome è molto più probabile questa seconda ipotesi, spunta un altro interrogativo ancora più grosso dei precedenti. Perché il futuro proprietario Cardinale non è intervenuto, convincendo il fondo Elliott a chiudere prima la trattativa? E più in generale che fine ha fatto mister Cardinale, dopo avere festeggiato in piazza del Duomo lo scudetto? Il grave rischio in questi casi è che si assista a un classico scaricabarile tra chi vende e chi acquista, visto che siamo ancora a metà strada con l’aggravante, senza precedenti, che il venditore e cioè Elliott presta soldi all’acquirente, Cardinale appunto, per rilevare la maggioranza delle quote del Milan. Siccome le vie del calciomercato sono infinite, magari stasera De Ketelaere cenerà a Milanello con Pioli e sulla sua scia arriveranno gli altri acquisti di qualità sognati da Maldini.

Anche se fosse così, una cosa è certa: nelle prime tre amichevoli della stagione, Pioli ha potuto schierare soltanto due volti nuovi: Pobega e Adli, in gol nell’ultimo 5-0 in Austria di ieri, che nei programmi però non sarebbero titolari, visto che il terzo, Origi, è ancora in fase di recupero, mentre Romagnoli e Kessie sono partiti per altre destinazioni. Ciò significa che chi arriverà, a cominciare dal gioiellino belga, non ha avuto il tempo di conoscere i compagni, con il forte rischio di non essere pronto per il debutto in campionato. E questo sarebbe un peccato nella stagione in cui sarebbe ancora più pericoloso che in passato perdere punti all’inizio, visto che a fine agosto, quando si chiuderà il mercato, si saranno giocate già quattro partite. Le eventuali difficoltà, quindi, non dovranno essere addebitate a Pioli, ma a chi si è mosso con colpevole in ritardo dal 22 maggio in poi. Con l’ultimo, tra i tanti, troppi, interrogativi: se il nuovo Milan non riuscirà a confermarsi facendo l’atteso salto di qualità, di chi sarà la colpa? Del fondo Elliott che ha pensato soprattutto al bilancio, del futuro azionista di maggioranza Cardinale che non ha fatto nulla per accelerare una svolta, o di qualcun altro?"
Ma parole per i debiti dell'Inter che tra l'altro oggi ha un ammanco di 20M perché un suo sponsor è andato in bancarotta e non ha pagato l'Inter i 20M di sponsorizzazione?
 

Tifo'o

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Basta parlare di giornalisti e fonti, lo abbiamo detto ormai non so quante volte. Se volete commentare il contenuto dell'articolo bene, altrimenti non siete costretti a scrivere. Ma quanto volte dobbiamo ripeterlo?
 

Swaitak

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"Il punto esclamativo è stato lo scudetto, tanto inatteso visto che tutti consideravano l’Inter più forte, quanto meritato per il capolavoro tattico e psicologico realizzato da Stefano Pioli. Peccato che da quel 22 maggio di festa a Reggio Emilia, attorno al Milan campione d’Italia siano spuntati soltanto punti interrogativi. E così adesso, ad appena quindici giorni dal debutto in campionato contro l’Udinese, i tifosi rossoneri non hanno ancora la certezza che arriveranno i due/tre rinforzi di qualità, chiesti da Paolo Maldini per inseguire la seconda stella e non uscire subito dalla Champions League come la stagione scorsa.

Il primo nome della lista, gradito a tutti e considerato un acquisto sicuro, era quello del difensore olandese Sven Botman, finito al Newcastle invece che a Milanello. Poi è spuntato quello del centrocampista portoghese Renato Sanches, teoricamente non ancora sfumato. Infine, o meglio soprattutto, è apparso su tutti i giornali il volto sorridente del trequartista belga Charles De Ketelaere, sempre più vicino al Milan ma non ancora abbastanza. Oggi potrebbe essere il giorno giusto. Ma quante volte abbiamo letto che ormai era fatta e mancava poco? Una telenovela, a cavallo di settimane e giorni decisivi, in realtà più simile a una barzelletta che però ha tenuto in ansia i tifosi rossoneri, senza riuscire a farli ridere. E allora, ecco moltiplicarsi gli interrogativi: perché la M2 Maldini-Massara è andata in Belgio per definire i dettagli dell’acquisto, tornando senza la sospirata firma? Perché dopo questa partita, si sono resi i tempi supplementari, per ulteriori colloqui, in Svizzera, a Lugano e non a Milano che dista soltanto un’ora e un quarto di auto? Ma soprattutto perché la distanza di tre milioni, e non trenta, con o senza bonus, ha rappresentato un ostacolo tanto difficile? Se davvero De Ketelaere è considerato un colpo grosso, come sostengono tutti, si doveva raggiungere un accordo in tempi più rapidi. Se così non è stato, i casi sono due: o manca la convinzione assoluta sul valore del giocatore, oppure scarseggiano i mezzi economici.

E siccome è molto più probabile questa seconda ipotesi, spunta un altro interrogativo ancora più grosso dei precedenti. Perché il futuro proprietario Cardinale non è intervenuto, convincendo il fondo Elliott a chiudere prima la trattativa? E più in generale che fine ha fatto mister Cardinale, dopo avere festeggiato in piazza del Duomo lo scudetto? Il grave rischio in questi casi è che si assista a un classico scaricabarile tra chi vende e chi acquista, visto che siamo ancora a metà strada con l’aggravante, senza precedenti, che il venditore e cioè Elliott presta soldi all’acquirente, Cardinale appunto, per rilevare la maggioranza delle quote del Milan. Siccome le vie del calciomercato sono infinite, magari stasera De Ketelaere cenerà a Milanello con Pioli e sulla sua scia arriveranno gli altri acquisti di qualità sognati da Maldini.

Anche se fosse così, una cosa è certa: nelle prime tre amichevoli della stagione, Pioli ha potuto schierare soltanto due volti nuovi: Pobega e Adli, in gol nell’ultimo 5-0 in Austria di ieri, che nei programmi però non sarebbero titolari, visto che il terzo, Origi, è ancora in fase di recupero, mentre Romagnoli e Kessie sono partiti per altre destinazioni. Ciò significa che chi arriverà, a cominciare dal gioiellino belga, non ha avuto il tempo di conoscere i compagni, con il forte rischio di non essere pronto per il debutto in campionato. E questo sarebbe un peccato nella stagione in cui sarebbe ancora più pericoloso che in passato perdere punti all’inizio, visto che a fine agosto, quando si chiuderà il mercato, si saranno giocate già quattro partite. Le eventuali difficoltà, quindi, non dovranno essere addebitate a Pioli, ma a chi si è mosso con colpevole in ritardo dal 22 maggio in poi. Con l’ultimo, tra i tanti, troppi, interrogativi: se il nuovo Milan non riuscirà a confermarsi facendo l’atteso salto di qualità, di chi sarà la colpa? Del fondo Elliott che ha pensato soprattutto al bilancio, del futuro azionista di maggioranza Cardinale che non ha fatto nulla per accelerare una svolta, o di qualcun altro?"
questa è l'immagine di pezzenteria che filtra all'esterno e non solo
 

Rickrossonero

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"Il punto esclamativo è stato lo scudetto, tanto inatteso visto che tutti consideravano l’Inter più forte, quanto meritato per il capolavoro tattico e psicologico realizzato da Stefano Pioli. Peccato che da quel 22 maggio di festa a Reggio Emilia, attorno al Milan campione d’Italia siano spuntati soltanto punti interrogativi. E così adesso, ad appena quindici giorni dal debutto in campionato contro l’Udinese, i tifosi rossoneri non hanno ancora la certezza che arriveranno i due/tre rinforzi di qualità, chiesti da Paolo Maldini per inseguire la seconda stella e non uscire subito dalla Champions League come la stagione scorsa.

Il primo nome della lista, gradito a tutti e considerato un acquisto sicuro, era quello del difensore olandese Sven Botman, finito al Newcastle invece che a Milanello. Poi è spuntato quello del centrocampista portoghese Renato Sanches, teoricamente non ancora sfumato. Infine, o meglio soprattutto, è apparso su tutti i giornali il volto sorridente del trequartista belga Charles De Ketelaere, sempre più vicino al Milan ma non ancora abbastanza. Oggi potrebbe essere il giorno giusto. Ma quante volte abbiamo letto che ormai era fatta e mancava poco? Una telenovela, a cavallo di settimane e giorni decisivi, in realtà più simile a una barzelletta che però ha tenuto in ansia i tifosi rossoneri, senza riuscire a farli ridere. E allora, ecco moltiplicarsi gli interrogativi: perché la M2 Maldini-Massara è andata in Belgio per definire i dettagli dell’acquisto, tornando senza la sospirata firma? Perché dopo questa partita, si sono resi i tempi supplementari, per ulteriori colloqui, in Svizzera, a Lugano e non a Milano che dista soltanto un’ora e un quarto di auto? Ma soprattutto perché la distanza di tre milioni, e non trenta, con o senza bonus, ha rappresentato un ostacolo tanto difficile? Se davvero De Ketelaere è considerato un colpo grosso, come sostengono tutti, si doveva raggiungere un accordo in tempi più rapidi. Se così non è stato, i casi sono due: o manca la convinzione assoluta sul valore del giocatore, oppure scarseggiano i mezzi economici.

E siccome è molto più probabile questa seconda ipotesi, spunta un altro interrogativo ancora più grosso dei precedenti. Perché il futuro proprietario Cardinale non è intervenuto, convincendo il fondo Elliott a chiudere prima la trattativa? E più in generale che fine ha fatto mister Cardinale, dopo avere festeggiato in piazza del Duomo lo scudetto? Il grave rischio in questi casi è che si assista a un classico scaricabarile tra chi vende e chi acquista, visto che siamo ancora a metà strada con l’aggravante, senza precedenti, che il venditore e cioè Elliott presta soldi all’acquirente, Cardinale appunto, per rilevare la maggioranza delle quote del Milan. Siccome le vie del calciomercato sono infinite, magari stasera De Ketelaere cenerà a Milanello con Pioli e sulla sua scia arriveranno gli altri acquisti di qualità sognati da Maldini.

Anche se fosse così, una cosa è certa: nelle prime tre amichevoli della stagione, Pioli ha potuto schierare soltanto due volti nuovi: Pobega e Adli, in gol nell’ultimo 5-0 in Austria di ieri, che nei programmi però non sarebbero titolari, visto che il terzo, Origi, è ancora in fase di recupero, mentre Romagnoli e Kessie sono partiti per altre destinazioni. Ciò significa che chi arriverà, a cominciare dal gioiellino belga, non ha avuto il tempo di conoscere i compagni, con il forte rischio di non essere pronto per il debutto in campionato. E questo sarebbe un peccato nella stagione in cui sarebbe ancora più pericoloso che in passato perdere punti all’inizio, visto che a fine agosto, quando si chiuderà il mercato, si saranno giocate già quattro partite. Le eventuali difficoltà, quindi, non dovranno essere addebitate a Pioli, ma a chi si è mosso con colpevole in ritardo dal 22 maggio in poi. Con l’ultimo, tra i tanti, troppi, interrogativi: se il nuovo Milan non riuscirà a confermarsi facendo l’atteso salto di qualità, di chi sarà la colpa? Del fondo Elliott che ha pensato soprattutto al bilancio, del futuro azionista di maggioranza Cardinale che non ha fatto nulla per accelerare una svolta, o di qualcun altro?"
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"Il punto esclamativo è stato lo scudetto, tanto inatteso visto che tutti consideravano l’Inter più forte, quanto meritato per il capolavoro tattico e psicologico realizzato da Stefano Pioli. Peccato che da quel 22 maggio di festa a Reggio Emilia, attorno al Milan campione d’Italia siano spuntati soltanto punti interrogativi. E così adesso, ad appena quindici giorni dal debutto in campionato contro l’Udinese, i tifosi rossoneri non hanno ancora la certezza che arriveranno i due/tre rinforzi di qualità, chiesti da Paolo Maldini per inseguire la seconda stella e non uscire subito dalla Champions League come la stagione scorsa.

Il primo nome della lista, gradito a tutti e considerato un acquisto sicuro, era quello del difensore olandese Sven Botman, finito al Newcastle invece che a Milanello. Poi è spuntato quello del centrocampista portoghese Renato Sanches, teoricamente non ancora sfumato. Infine, o meglio soprattutto, è apparso su tutti i giornali il volto sorridente del trequartista belga Charles De Ketelaere, sempre più vicino al Milan ma non ancora abbastanza. Oggi potrebbe essere il giorno giusto. Ma quante volte abbiamo letto che ormai era fatta e mancava poco? Una telenovela, a cavallo di settimane e giorni decisivi, in realtà più simile a una barzelletta che però ha tenuto in ansia i tifosi rossoneri, senza riuscire a farli ridere. E allora, ecco moltiplicarsi gli interrogativi: perché la M2 Maldini-Massara è andata in Belgio per definire i dettagli dell’acquisto, tornando senza la sospirata firma? Perché dopo questa partita, si sono resi i tempi supplementari, per ulteriori colloqui, in Svizzera, a Lugano e non a Milano che dista soltanto un’ora e un quarto di auto? Ma soprattutto perché la distanza di tre milioni, e non trenta, con o senza bonus, ha rappresentato un ostacolo tanto difficile? Se davvero De Ketelaere è considerato un colpo grosso, come sostengono tutti, si doveva raggiungere un accordo in tempi più rapidi. Se così non è stato, i casi sono due: o manca la convinzione assoluta sul valore del giocatore, oppure scarseggiano i mezzi economici.

E siccome è molto più probabile questa seconda ipotesi, spunta un altro interrogativo ancora più grosso dei precedenti. Perché il futuro proprietario Cardinale non è intervenuto, convincendo il fondo Elliott a chiudere prima la trattativa? E più in generale che fine ha fatto mister Cardinale, dopo avere festeggiato in piazza del Duomo lo scudetto? Il grave rischio in questi casi è che si assista a un classico scaricabarile tra chi vende e chi acquista, visto che siamo ancora a metà strada con l’aggravante, senza precedenti, che il venditore e cioè Elliott presta soldi all’acquirente, Cardinale appunto, per rilevare la maggioranza delle quote del Milan. Siccome le vie del calciomercato sono infinite, magari stasera De Ketelaere cenerà a Milanello con Pioli e sulla sua scia arriveranno gli altri acquisti di qualità sognati da Maldini.

Anche se fosse così, una cosa è certa: nelle prime tre amichevoli della stagione, Pioli ha potuto schierare soltanto due volti nuovi: Pobega e Adli, in gol nell’ultimo 5-0 in Austria di ieri, che nei programmi però non sarebbero titolari, visto che il terzo, Origi, è ancora in fase di recupero, mentre Romagnoli e Kessie sono partiti per altre destinazioni. Ciò significa che chi arriverà, a cominciare dal gioiellino belga, non ha avuto il tempo di conoscere i compagni, con il forte rischio di non essere pronto per il debutto in campionato. E questo sarebbe un peccato nella stagione in cui sarebbe ancora più pericoloso che in passato perdere punti all’inizio, visto che a fine agosto, quando si chiuderà il mercato, si saranno giocate già quattro partite. Le eventuali difficoltà, quindi, non dovranno essere addebitate a Pioli, ma a chi si è mosso con colpevole in ritardo dal 22 maggio in poi. Con l’ultimo, tra i tanti, troppi, interrogativi: se il nuovo Milan non riuscirà a confermarsi facendo l’atteso salto di qualità, di chi sarà la colpa? Del fondo Elliott che ha pensato soprattutto al bilancio, del futuro azionista di maggioranza Cardinale che non ha fatto nulla per accelerare una svolta, o di qualcun altro?"

Gli acquisti sono nella mente dei tifosi che considerano Messias nuovo acquisto,Florenzi nuovo acquisto,Pobega nuovo acquisto,Adli nuovo acquisto.
Di questo passo anche Stanga e Jungdal,saliti dalla primavera,saranno conteggiati come nuovi acquisti.
Per non parlare del nuovo acquisto Brescianini,che è tornato momentaneamente alla base dopo il prestito al Monza.
 
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Io non guardo in casa degli altri e me ne frego delle difficolta' degli altri,non sono tipo da "mal comune mezzo gaudio"guardo in casa mia,e l'immagine/idea che diamo purtroppo e' quella di straccioni,poi posso pure fregarmene di cio' che pensano gli addetti ai lavori,ma percula oggi e percula domani poi il fastidio lo avverto.
 

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