Allora, dal punto di vista di come funziona la vendita della licenza OEM, ovvero la licenza abbinata al computer, è effettivamente come dice
@DNA ROSSONERO.
Ci sono delle pratiche previste di rimborso della licenza che i produttori di PC mettono a disposizione, ma ai tempi erano pratiche tortuose che spesso finivano con rimpalli di responsabilità tra produttori di PC e Microsoft. Oggi la situazione è nettamente migliorata, ma alla fine oggi chi vuole un laptop senza Windows va da System76, Slimbook ecc.
Sui desktop è più complesso, ma nel senso che si va di assemblaggio, a meno che non si voglia prendere il PC del supermercato e poi barcamenarsi con le politiche di restituzione del costo della licenza OEM.
Detto ciò, il problema qui non sono i computer domestici.
Qui il problema è sulle istanze Windows su Microsoft Azure. Ed è un problema, come dicevo nel post precedente, di debito tecnologico, perché solo chi ha tale problema nel 2024 fa girare intere istanze sul cloud, anziché andare di Kubernetes e Azure Functions.
E sono i classici casi di roba .NET Framework con frontend in ASP.NET che gira sotto IIS.
Perché altri casi, a parte software di terze parti vecchi come il cucco, non ce ne sono.
Chi è sul cloud ormai non usa nemmeno più Active Directory, che era il motore trainante di Windows Server in azienda. Oggi usano Azure AD che fornisce anche SSO, mentre prima in casa usano ADFS.
Idem per Exchange che ormai non serve più ad un quatzo visto che si va di Office 365.
Rimane solo lo stack applicativo. E quello è il cancro che ci si porta dietro.