niente di più falso. nessuno credeva nello scudetto, neanche lontanamente. c'era grande entusiasmo per l'arrivo di Mourinho (Roma è calorosa, non dovrebbe neanche più sorprendere la cosa; riempiamo lo stadio anche quando siamo sesti/settimi contro l'ultima in classifica), ma anche lucida consapevolezza di non essere all'altezza delle squadre di vertice. basta farsi un giro sui forum romanisti (seguo entrambi, essendo romanista con fratello e papà milanisti) e leggere i commenti di quel periodo, ovvero il pensiero abbastanza comune che nei limiti del possibile era stato fatto un buon mercato, ma un mercato pur sempre reattivo (dovuto a tanti cambi di programma, come l'infortunio di Spinazzola, e cessioni dell'ultim'ora, come quella di Dzeko) e incompleto (diverse lacune in difesa e centrocampo sono state colmate solo ora e ancora non del tutto).Lo scorso anno in migliaia all'arrivo di Mourinho, pensavano di vincere lo scudetto solo perché allenava lui. Poi sappiano come è finita, stanno spacciando la Confederence League come se fosse la CL. Molti romanisti dicono "I veri campioni dell'Europa siamo noi non il Real Madrid".
oggi c'è il triplo dell'entusiasmo perché c'è la consapevolezza di essere nelle mani di una presidenza competente, ambiziosa e determinata, e non più lo sconforto a cui ci aveva portato il chiacchierone di Boston.
nessuno spaccia la Conference League per una Champions. Roma è Roma, non è Torino dove i tifosi sono assuefatti alla vittoria e neanche festeggiano più. a Roma saremmo capaci di festeggiare il nono scudetto di fila come se fosse il primo. c'è un legame indissolubile e viscerale della squadra con il pubblico che la rappresenta. quella dei "campioni d'Europa siamo noi e non il Real", mi sembra anche abbastanza grave doverlo spiegare, è pura goliardia. siamo i primi a fare autoironia, vedi col trofeo bonsai.