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Il Corriere della Sera in edicola oggi, 30 marzo 2018, pubblica un'intervista a Calhanoglu. Ecco le parole del turco:"Dopo il gol al Chievo ho baciato la maglia del Milan: d’ora in poi farò così. È stato il mio primo bacio, non lo avevo mai fatto in Germania, né con l’Amburgo, né con il Bayer Leverkusen. Se sono pronto a rifarlo sabato, contro la Juve? Speriamo, la mia fiducia cresce, mi sento bene, in campo e fuori. Nei mesi scorsi abbiamo giocato buone partite, ma i match importanti arrivano ora, la Juve e subito dopo l’Inter. Dobbiamo vincere, non è importante se segno io. Ancora nessun gol su punizione, perchè? È anche una questione di pressione. “Punizione” è forse la prima parola d’italiano che ho imparato. Tutti a dirmi: “Hakan segni, Hakan segni”. Ma conosco le mie statistiche, in Germania avrò fatto 15 gol, gli avversari cercavano di non fare fallo sennò io segnavo. Lo Juventus Stadium mette paura? Ma io ho già giocato al Camp Nou e credo che San Siro pieno sia più o meno simile. In ogni caso noi dobbiamo giocare da squadra, se lo facciamo possiamo vincere anche contro di loro. La Juve è una squadra importante con grandi attaccanti. Dovremo stare attenti a Higuain, Pjanic e Dybala. Con Gattuso abbiamo imparato a giocare di squadra e mostrare le nostre possibilità? Perchè prima non accadeva? Ce lo siamo chiesti spesso: perché? C’erano nuovi giocatori, nuove facce, nuovi caratteri. Ci vuole tempo per metterli assieme e farli diventare amici. Per esempio, ora io so come giocano Suso e Bonaventura, li conosco, capisco i loro movimenti. Milan meglio senza Montella e Montella meglio senza Milan? Nel calcio è così, gli allenatori vanno e vengono, e ciascuno ha i suoi metodi, la sua filosofia, il suo sistema di gioco, magari cambiano anche piccole cose e un giocatore si trova meglio o peggio; è come con gli insegnanti, uno ha un modo diverso di spiegare e tu lo capisci di più. Ora ho trovato la posizione giusta in campo? sulla sinistra avevo già giocato nel Leverkusen e mi trovo molto bene, riesco a comunicare bene con Rodriguez e Jack. Gattuso? Intanto ci spinge a dare il 101% in tutti gli allenamenti e questo ci piace. La squadra ha anche iniziato a giocare bene. Per quanto mi riguarda, mi ha aiutato moltissimo, mi ha parlato e mi ha fatto sentire la sua fiducia. Mi ha detto che avevo la testa piena e dovevo liberarla, pensando solo a giocare. Mentalmente mi ha reso più forte. Ma non solo lui, tutto il suo staff ha creato una bellissima atmosfera a Milanello. Ci piace allenarci. Anche i compagni, Mirabelli e Fassone mi hanno aiutato nei momenti brutti. In quelli belli c’è sempre tanta gente. Quali le mie difficoltà maggiori?Non avevo mai giocato fuori dalla Germania, non capivo la lingua, era difficile comunicare. Il primo mese, poi, è stato duro: vivevamo in albergo, non avevamo casa. Mi sono ambientato a Milano, ora? Ora sì, va tutto molto meglio, abitiamo vicino a Casa Milan, così se c’è qualche problema in un minuto sono in ufficio! (ride). Milano mi piace: abbiamo visitato il Duomo, che è bellissimo, e poi lì attorno ci sono molti negozi, mia moglie ha varie opportunità per fare shopping. La gente italiana è simile a quella turca: molto calda e simpatica. Che faccio nel tempo libero? Mi piace stare in casa, mia moglie cucina molto bene. E mi piace stare col mio cane, che mi cambia l'umore anche quando perdiamo. Con chi ho legato di più? Con Rodriguez, che parla tedesco. Borini mi ha aiutato con l’italiano e ho passato tanto tempo nello stesso hotel con Conti; ora gli ho mandato un messaggio di in bocca al lupo. Sono nato in Germania, perchè ho scelto la Turchia? Non è stato facile scegliere. Sono grato alla Germania perché ci sono nato e perché lì ho imparato a giocare a pallone. Ma la Turchia è la mia casa e la mia famiglia. È diverso giocare per il tuo Paese. Che consigli mi ha dato Savicevic quando ci siamo incontrati? Mi ha detto “tira, tira”. Il suo calcio era pazzesco, era un fenomeno. Cosa ho imparato dalla sconfitta contro l'Arsenal? Che l’arbitro può cambiare le partite. Ma anche che è importante non perdere 3-1, perché nei libri rimarrà solo il risultato, e quindi non devi mollare mai. Questo piacerà a Gattuso".