Cairo:"Ripartenza Serie A? Limite 30 giugno".

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Urbano Cairo, intervistato dal CorSera in edicola oggi, 26 marzo, sul futuro del calcio alle prese con l'emergenza coronavirus. Ecco le dichiarazioni

Quando si vive un momento come questo non si può parlare di sport, calcio, calendari, staccandolo da ciò che sta passando il Paese. Bisogna essere realisti, capire cosa si potrà fare e a cosa invece si dovrà rinunciare. Dovremo ripartire, certo, e il calcio dovrà essere un motore di questa ripresa ma tenendo presente prima la salute, poi il futuro. Perché una stagione purtroppo è stata rovinata, ma dobbiamo stare attenti a non rovinare anche la prossima

"Il calendario? purtroppo non lo decidiamo noi ma l’evolversi della situazione, la propagazione, stabilizzazione, diminuzione del virus. Oggi tutte le ipotesi rischiano di essere fittizie. In ogni caso è giusto provare a stabilire degli scenari ma la voglia di concludere la stagione non può in ogni caso spingerci troppo oltre con le date

"Ritengo che il 30 giugno sia un limite invalicabile oltre il quale giocare sarebbe sbagliato. Stiamo vivendo sulla nostra pelle e senza colpa la rovina di questa stagione, ma non rischiamo di rovinare anche la prossima, perché quella si, sarebbe una responsabilità nostra. Abbiamo spostato gli Europei, ci sarà una stagione congestionata dai calendari, dobbiamo stare attenti. Dovrà essere un stagione di ripartenza sotto tanti punti di vista e non dobbiamo rischiare di rovinarla

"La ripresa degli allenamenti? Siamo chiari: finché non ci si può allenare tutti, non ci si allena. Inutile fare previsioni e corse in avanti sostituendoci ai virologi. Che senso ha porre delle date adesso con alcune zone del Paese in piena lotta contro il virus? Una cosa deve essere certa: ci si ricomincia ad allenare tutti insieme. Non sono ammessi interessi di bottega".
 

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Quando si vive un momento come questo non si può parlare di sport, calcio, calendari, staccandolo da ciò che sta passando il Paese. Bisogna essere realisti, capire cosa si potrà fare e a cosa invece si dovrà rinunciare. Dovremo ripartire, certo, e il calcio dovrà essere un motore di questa ripresa ma tenendo presente prima la salute, poi il futuro. Perché una stagione purtroppo è stata rovinata, ma dobbiamo stare attenti a non rovinare anche la prossima

"Il calendario? purtroppo non lo decidiamo noi ma l’evolversi della situazione, la propagazione, stabilizzazione, diminuzione del virus. Oggi tutte le ipotesi rischiano di essere fittizie. In ogni caso è giusto provare a stabilire degli scenari ma la voglia di concludere la stagione non può in ogni caso spingerci troppo oltre con le date

"Ritengo che il 30 giugno sia un limite invalicabile oltre il quale giocare sarebbe sbagliato. Stiamo vivendo sulla nostra pelle e senza colpa la rovina di questa stagione, ma non rischiamo di rovinare anche la prossima, perché quella si, sarebbe una responsabilità nostra. Abbiamo spostato gli Europei, ci sarà una stagione congestionata dai calendari, dobbiamo stare attenti. Dovrà essere un stagione di ripartenza sotto tanti punti di vista e non dobbiamo rischiare di rovinarla

"La ripresa degli allenamenti? Siamo chiari: finché non ci si può allenare tutti, non ci si allena. Inutile fare previsioni e corse in avanti sostituendoci ai virologi. Che senso ha porre delle date adesso con alcune zone del Paese in piena lotta contro il virus? Una cosa deve essere certa: ci si ricomincia ad allenare tutti insieme. Non sono ammessi interessi di bottega".
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