Boban:"Sono in causa con Elliot"

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Dejanilgeniodomina84

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Boban è stato Chief Football Officer da giugno 2019 a marzo 2020 ed aveva possibilità, se non di rinnovare il "miglior portiere del mondo", quantomeno di renderla una priorità della società. Mi risulta invece che in quel mercato si tentò invece, come confermato da Di Marzio, notoriamente vicino a Raiola, uno scambio con Areola (proprio stesso livello di Maignan) del PSG proprio per l'impossibilità di rinnovare a Donnarumma.

Allora io ho una grandissima ammirazione per Zone e lo ringrazio per ricordare, ogni tanto, la grandezza di questo club ma lo faccia per le cause giuste. Sacrosanto e doveroso criticare Eliott per la sua irremovibilità nel non discostarsi da certi obiettivi economici rinunciando così ad un trequartista di riserva per Diaz o un vice-Theo appena decente ma sostenere che lasciar partire un personaggio come Donnarumma non sia da Milan è assurdo.

Lo è ancora di più nel suo ruolo di amichetto del cuore di Ceferin. Dunque ricapitoliamo: se per assecondare le richieste folli degli eroi del "calcio della gente" ci si permette di ipotizzare una Superlega per generare ricavi che ad oggi non ci sono, non va bene, è uno schifo, è immorale. Se allora coerentemente ci si ridimensiona per un calcio sostenibile "non si è da Milan". Quindi la soluzione é: diamo ai giocatori tutto ciò che chiedono e che i soldi ce li mettano i ricconi di tasca loro. Scenario che mi piace molto ma che può applicarsi giusto a 4-5 club in Europa. Tutti gli altri devono fare di necessità virtù e se un "ottimo portiere" che costa 20 milioni in 5 anni mi offre prestazioni anche solo simili ad un portiere che mi costa 100 milioni mi sembra normale preferire il primo.
Impossibile spiegarlo meglio. Grazie
 

Dejanilgeniodomina84

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Ripeto che il Milan è sotto assedio.
Assediato da arbitraggi scandalosi in Champion e campionato
Assediato a messo stampa dai suoi nemici.
A mezzo stampa appunto abbiamo subìto 3 cannonate in un giorno:

raiola
Alfonso
Boban
 
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Assolutamente, che pero' con Kessie e Romagnoli diventeranno già 4

Concordo anche sul punto che quest' anno il Milan è più forte, non ci avrei puntato un centesimo, anche se c'è da dire che è dovuta più alla crescita dei giovani che ad altro.

Pero', questa cosa del "perdiamo uno " > "ne troviamo uno più forte" oppure "siamo comunque più forti dell' anno precedente" è una roulette russa.

Non andrà sempre bene, vedrai.

Questo è sicuro. Come dici bene te, è roba da Napoletto o Lazietta. Però se ci arriviamo io e te a capire sta cosa, presumo che la sappia benissimo anche Paolo Maldini. Mi preoccupano quelli più in alto di lui...
 

Jino

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Concordo con Boban.

Lasciando perdere Donnarumma in quanto tale, non esiste lasciar andare via a cuor leggere i giocatori forti, cosa che ormai sempre più tifosi iniziano ad accettare con filosofia.

Calma, facciamo le dovute differenze però.

Donnarumma, un portiere, gli era stato offerto un contratto da 8 (OTTO!!!)....una roba allucinante...non si può parlare di un Milan che non ci ha provato...è evidente che li non era solo un discorso di soldi, ma anche di progetto.

Chala, non gli abbiamo riconosciuto l'ingaggio da campione che non è....l'Inter glielo ha riconosciuto...vedremo i fatti a chi daranno ragione...

Io mi arrabbio se il Milan non dovesse fare di tutto per trattenere un FENOMENO...per quel genere di giocatore non esiste un tetto salariale.
 
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Parole parole parole.

Lui non mi pare si fosse attivato per rinnovare Donnarumma .
Facile dire: "va trattenuto ad ogni costo", quando l'ogni costo lo sostiene qualcun altro..
 

admin

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Boban intervistato da SportWeek, in edicola domani, parla del suo addio al Milan: "Sono in causa con Elliott, col Milan non potrò mai esserlo. La squadra attuale non è ancora al livello del vero Milan che avevamo in mente con Maldini, ma è già una squadra che può competere. Sulle scelte fatte dal club, il tempo mi ha dato ragione. La storia che sta vivendo la squadra è figlia del ritorno di Ibrahimovic, il suo impatto è stato devastante, da fenomeno. Anche Tonali è fenomenale. Daniel?Mi sono emozionato tanto anche io. Tutti avremmo esultato come Paolo. Nessuno come la famiglia Maldini rappresenta la storia del Milan. Meno male che Paolo è rimasto in società. È cresciuto tanto, ora è un dirigente di alto livello. È necessario, tra tanti amministratori, uomini di marketing, esperti di numeri e gente che non ama il calcio e capisce poco del Milan. Non è stato giusto rinunciare a Donnarumma. Non è da Milan. Fatico ad accettarlo pur essendo Maignan un ottimo portiere. Se pensiamo al Milan come grande club, allora non può perdere il migliore al mondo nel suo ruolo. Gigio è un fenomeno che può entrare nella storia del calcio. Non riesco a giustificare la sua partenza".

"IBRA? È unico, troppo forte, simpatico, guascone, ha una personalità che basta per una squadra intera. Non esisteva nessun giocatore in quel momento capace di cambiare la storia e la mentalità del Milan meglio di Ibrahimovic“.

"Il Milan era, è e sarà sempre un grande amore, seguo tutte le partite. Erano necessari i classici tre anni per ripartire: nel primo si fa pulizia, il secondo è quello della costruzione, nel terzo puoi competere. Quello che è successo a noi tra errori, correzioni e processo di crescita. Quando dico noi penso al Milan, a me, Maldini e Massara: una bella squadra con uno spirito forte. Di ciò che ho fatto io, non mi pento di nulla. Per amore puoi sacrificarti, ma la dignità non va svenduta mai. Sulle scelte fatte poi dal club, il tempo mi ha dato ragione e la strada intrapresa adesso è corretta. Però servono sempre ambizioni da grande Milan".
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Boban intervistato da SportWeek, in edicola domani, parla del suo addio al Milan: "Sono in causa con Elliott, col Milan non potrò mai esserlo. La squadra attuale non è ancora al livello del vero Milan che avevamo in mente con Maldini, ma è già una squadra che può competere. Sulle scelte fatte dal club, il tempo mi ha dato ragione. La storia che sta vivendo la squadra è figlia del ritorno di Ibrahimovic, il suo impatto è stato devastante, da fenomeno. Anche Tonali è fenomenale. Daniel?Mi sono emozionato tanto anche io. Tutti avremmo esultato come Paolo. Nessuno come la famiglia Maldini rappresenta la storia del Milan. Meno male che Paolo è rimasto in società. È cresciuto tanto, ora è un dirigente di alto livello. È necessario, tra tanti amministratori, uomini di marketing, esperti di numeri e gente che non ama il calcio e capisce poco del Milan. Non è stato giusto rinunciare a Donnarumma. Non è da Milan. Fatico ad accettarlo pur essendo Maignan un ottimo portiere. Se pensiamo al Milan come grande club, allora non può perdere il migliore al mondo nel suo ruolo. Gigio è un fenomeno che può entrare nella storia del calcio. Non riesco a giustificare la sua partenza".

"Il Milan era, è e sarà sempre un grande amore, seguo tutte le partite. Erano necessari i classici tre anni per ripartire: nel primo si fa pulizia, il secondo è quello della costruzione, nel terzo puoi competere. Quello che è successo a noi tra errori, correzioni e processo di crescita. Quando dico noi penso al Milan, a me, Maldini e Massara: una bella squadra con uno spirito forte. Di ciò che ho fatto io, non mi pento di nulla. Per amore puoi sacrificarti, ma la dignità non va svenduta mai. Sulle scelte fatte poi dal club, il tempo mi ha dato ragione e la strada intrapresa adesso è corretta. Però servono sempre ambizioni da grande Milan".

"
Nella notte della chiusura del mercato, quello dei giovani, avevo ammesso subito che ci mancavano 2-3 giocatori esperti. E già pensavo al mercato di gennaio"



"Tonali? E' fenomenale. E anche per lui lo scorso anno è stato normale avere difficoltà. Era abituato a giocare nel Brescia perno centrale con due incursori, il Milan giocava col doppio centrale. È una cosa totalmente diversa. Ms se oggi il Milan ha più controllo delle partite è soprattutto grazie a lui. Guida la squadra, ha i tempi, sa quando giocare lungo e corto, è dominante fisicamente, difende. Sandro è già molto responsabile, deve solo divertirsi
di più e può diventare un top mondiale".

"Con Ibra è cambiato tutto. La storia di oggi è figlia di Ibra. Il 24 dicembre: alle 22.30 della vigilia di Natale squilla il telefono, leggo sul display il suo nome. Rispondo e mi fa: “Complimenti, tu e il Milan avete preso Ibrahimovic...”. Zlatan è unico, troppo forte,simpatico, guascone, ha una personalità che basta per una squadra intera. Per il vecchio Milan, quello che vinceva tutto, affidarsi a un 38enne di ritorno sarebbe stato assurdo, quasi patetico. Quel Milan avrebbe preso Haalando Mbappé. Ma nel momento che il Milan stava vivendo, non esisteva un altro
giocatore al mondo capace di cambiarne la storia e la mentaità meglio di Ibra. Il suo impatto è stato devastante. È un fenomeno e io personalmente lo ringrazierò sempre"

"Gazidis e la battaglia per la salute? Mi dispiace veramente tanto. Gli auguro che guarisca al più presto"

"Milan da scudetto? Non credo, manca ancora qualcosa. Anche se il Milan gioca bene, ha ritmi di gioco e ha il
controllo delle partite. Pioli ha fatto un ottimo lavoro. Secondo me, in certe partite più toste, si potrebbe sfruttare anche il 4-3- 3 e una copertura diversa degli spazi. Le corse e le distanze sarebbero diverse e diminuirebbe il rischio di infortuni. Ma non mi faccia entrare in cose tattiche"

"Quanto manca per tornare tra le big d'Europa? Un 25-30%, da ricercare nella qualità degli uomini in certe po-
sizioni e nell’esperienza in Champions"

"Per lo scudetto dico il Napoli, poi l’Inter. Hanno qualcosa in più delle altre. Il calcio può essere imprevedibile
ma la logica dice questo. Ovviamente, non escludo a priori il Milan"

Tutte le dichiarazioni complete. Leggete e quotate.
 
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Boban intervistato da SportWeek, in edicola domani, parla del suo addio al Milan: "Sono in causa con Elliott, col Milan non potrò mai esserlo. La squadra attuale non è ancora al livello del vero Milan che avevamo in mente con Maldini, ma è già una squadra che può competere. Sulle scelte fatte dal club, il tempo mi ha dato ragione. La storia che sta vivendo la squadra è figlia del ritorno di Ibrahimovic, il suo impatto è stato devastante, da fenomeno. Anche Tonali è fenomenale. Daniel?Mi sono emozionato tanto anche io. Tutti avremmo esultato come Paolo. Nessuno come la famiglia Maldini rappresenta la storia del Milan. Meno male che Paolo è rimasto in società. È cresciuto tanto, ora è un dirigente di alto livello. È necessario, tra tanti amministratori, uomini di marketing, esperti di numeri e gente che non ama il calcio e capisce poco del Milan. Non è stato giusto rinunciare a Donnarumma. Non è da Milan. Fatico ad accettarlo pur essendo Maignan un ottimo portiere. Se pensiamo al Milan come grande club, allora non può perdere il migliore al mondo nel suo ruolo. Gigio è un fenomeno che può entrare nella storia del calcio. Non riesco a giustificare la sua partenza".

"Il Milan era, è e sarà sempre un grande amore, seguo tutte le partite. Erano necessari i classici tre anni per ripartire: nel primo si fa pulizia, il secondo è quello della costruzione, nel terzo puoi competere. Quello che è successo a noi tra errori, correzioni e processo di crescita. Quando dico noi penso al Milan, a me, Maldini e Massara: una bella squadra con uno spirito forte. Di ciò che ho fatto io, non mi pento di nulla. Per amore puoi sacrificarti, ma la dignità non va svenduta mai. Sulle scelte fatte poi dal club, il tempo mi ha dato ragione e la strada intrapresa adesso è corretta. Però servono sempre ambizioni da grande Milan".

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Nella notte della chiusura del mercato, quello dei giovani, avevo ammesso subito che ci mancavano 2-3 giocatori esperti. E già pensavo al mercato di gennaio"



"Tonali? E' fenomenale. E anche per lui lo scorso anno è stato normale avere difficoltà. Era abituato a giocare nel Brescia perno centrale con due incursori, il Milan giocava col doppio centrale. È una cosa totalmente diversa. Ms se oggi il Milan ha più controllo delle partite è soprattutto grazie a lui. Guida la squadra, ha i tempi, sa quando giocare lungo e corto, è dominante fisicamente, difende. Sandro è già molto responsabile, deve solo divertirsi
di più e può diventare un top mondiale".

"Con Ibra è cambiato tutto. La storia di oggi è figlia di Ibra. Il 24 dicembre: alle 22.30 della vigilia di Natale squilla il telefono, leggo sul display il suo nome. Rispondo e mi fa: “Complimenti, tu e il Milan avete preso Ibrahimovic...”. Zlatan è unico, troppo forte,simpatico, guascone, ha una personalità che basta per una squadra intera. Per il vecchio Milan, quello che vinceva tutto, affidarsi a un 38enne di ritorno sarebbe stato assurdo, quasi patetico. Quel Milan avrebbe preso Haalando Mbappé. Ma nel momento che il Milan stava vivendo, non esisteva un altro
giocatore al mondo capace di cambiarne la storia e la mentaità meglio di Ibra. Il suo impatto è stato devastante. È un fenomeno e io personalmente lo ringrazierò sempre"

"Gazidis e la battaglia per la salute? Mi dispiace veramente tanto. Gli auguro che guarisca al più presto"

"Milan da scudetto? Non credo, manca ancora qualcosa. Anche se il Milan gioca bene, ha ritmi di gioco e ha il
controllo delle partite. Pioli ha fatto un ottimo lavoro. Secondo me, in certe partite più toste, si potrebbe sfruttare anche il 4-3- 3 e una copertura diversa degli spazi. Le corse e le distanze sarebbero diverse e diminuirebbe il rischio di infortuni. Ma non mi faccia entrare in cose tattiche"

"Quanto manca per tornare tra le big d'Europa? Un 25-30%, da ricercare nella qualità degli uomini in certe po-
sizioni e nell’esperienza in Champions"

"Per lo scudetto dico il Napoli, poi l’Inter. Hanno qualcosa in più delle altre. Il calcio può essere imprevedibile
ma la logica dice questo. Ovviamente, non escludo a priori il Milan"
Rieccoci qui. Prima il Milan non può perdere Donnarumma (il più forte del mondo) in quanto grande. Adesso però, quando al comando c’era lui, il Milan prende un 38enne che non è da grande Milan, anzi è patetico visto che il grande Milan avrebbe preso Mbappe o Haaland.

Ha le idee un po’ confuse direi.
 

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"Il Milan era, è e sarà sempre un grande amore, seguo tutte le partite. Erano necessari i classici tre anni per ripartire: nel primo si fa pulizia, il secondo è quello della costruzione, nel terzo puoi competere. Quello che è successo a noi tra errori, correzioni e processo di crescita. Quando dico noi penso al Milan, a me, Maldini e Massara: una bella squadra con uno spirito forte. Di ciò che ho fatto io, non mi pento di nulla. Per amore puoi sacrificarti, ma la dignità non va svenduta mai. Sulle scelte fatte poi dal club, il tempo mi ha dato ragione e la strada intrapresa adesso è corretta. Però servono sempre ambizioni da grande Milan".

"
Nella notte della chiusura del mercato, quello dei giovani, avevo ammesso subito che ci mancavano 2-3 giocatori esperti. E già pensavo al mercato di gennaio"



"Tonali? E' fenomenale. E anche per lui lo scorso anno è stato normale avere difficoltà. Era abituato a giocare nel Brescia perno centrale con due incursori, il Milan giocava col doppio centrale. È una cosa totalmente diversa. Ms se oggi il Milan ha più controllo delle partite è soprattutto grazie a lui. Guida la squadra, ha i tempi, sa quando giocare lungo e corto, è dominante fisicamente, difende. Sandro è già molto responsabile, deve solo divertirsi
di più e può diventare un top mondiale".

"Con Ibra è cambiato tutto. La storia di oggi è figlia di Ibra. Il 24 dicembre: alle 22.30 della vigilia di Natale squilla il telefono, leggo sul display il suo nome. Rispondo e mi fa: “Complimenti, tu e il Milan avete preso Ibrahimovic...”. Zlatan è unico, troppo forte,simpatico, guascone, ha una personalità che basta per una squadra intera. Per il vecchio Milan, quello che vinceva tutto, affidarsi a un 38enne di ritorno sarebbe stato assurdo, quasi patetico. Quel Milan avrebbe preso Haalando Mbappé. Ma nel momento che il Milan stava vivendo, non esisteva un altro
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"Milan da scudetto? Non credo, manca ancora qualcosa. Anche se il Milan gioca bene, ha ritmi di gioco e ha il
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"Quanto manca per tornare tra le big d'Europa? Un 25-30%, da ricercare nella qualità degli uomini in certe po-
sizioni e nell’esperienza in Champions"

"Per lo scudetto dico il Napoli, poi l’Inter. Hanno qualcosa in più delle altre. Il calcio può essere imprevedibile
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