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Nuovo articolo di Business Insider, versione italiana, sulla cessione del Milan ai cinese. E lo stesso B.I. si dimostra sempre più scettico riguardo questa vicenda. Ecco, di seguito, i punti più importanti, riportati:
Quasi sicuramente le autorizzazioni dal governo cinese non arriveranno, di conseguenza l'operazione si farà con i soldi offshore provenienti dai paradisi fiscali. Gli esperti contattati si sono dimostrati abbastanza sorpresi da questa situazione. Generalmente, i tempi per ricevere le autorizzazioni si aggirano intorno ai 50, massimo 90, giorni. E l'ICE assicura che l'interscambio tra l'Italia e la Cina resta molto costante. Ma c'è di più. Tra il 2006 ed il 2015, lo stock di denaro cinese investito all'estero è stato di 1097 miliardi di dollari. Il governo cinese ha vuole aumentare la quota ad altri 1000 miliardi per il prossimi cinque anni: 200 miliardi all'anno. E allora perchè tutti questi problemi per autorizzare cifre "misere" pari a 520 milioni di euro? Una cosa abbastanza inspiegabile.
Inoltre, per quale motivo i cinesi del Milan e Yonghong Li non hanno parcheggiato i loro soldi ad Hong Kong (in cui non ci sono grandi controlli riguardo i capitali, a differenza della Cina vera e propria) ma nelle Isole Vergini. E' solo un caso, per carità, ma anche Silvio Berlusconi ha utilizzato le stesse Isole Vergini come paradiso fiscale.
Ci sarebbe voluto poco per parcheggiare i soldi ad Hong Kong senza l'ausilio di laboriose triangolazioni con i paradisi fiscali.
Una cosa è certa. La cessione del Milan, più passa il tempo, più assomiglia sempre più ad una soap opera. E c'è da fare un'altra domanda, logica: per quale motivo, se i cinesi dispongono di tutta questa liquidità, perchè non hanno chiesto di essere finanziati da una banca (ci sarebbe stata la fila, dopo i 200 milioni delle caparre ed i tassi a zero) e chiudere l'operazione in anticipo, gestire da subito il Milan (senza soldi da rimborsare a Berlusconi, per la gestione del club), fare mercato, tentare l'assalto alla Champions, ottenere grandi ritorni economici sia dal punto vista sportivo che d'immagine che avrebbero permesso di pagare senza problemi gli interessi sul debito con le banche.
Quasi sicuramente le autorizzazioni dal governo cinese non arriveranno, di conseguenza l'operazione si farà con i soldi offshore provenienti dai paradisi fiscali. Gli esperti contattati si sono dimostrati abbastanza sorpresi da questa situazione. Generalmente, i tempi per ricevere le autorizzazioni si aggirano intorno ai 50, massimo 90, giorni. E l'ICE assicura che l'interscambio tra l'Italia e la Cina resta molto costante. Ma c'è di più. Tra il 2006 ed il 2015, lo stock di denaro cinese investito all'estero è stato di 1097 miliardi di dollari. Il governo cinese ha vuole aumentare la quota ad altri 1000 miliardi per il prossimi cinque anni: 200 miliardi all'anno. E allora perchè tutti questi problemi per autorizzare cifre "misere" pari a 520 milioni di euro? Una cosa abbastanza inspiegabile.
Inoltre, per quale motivo i cinesi del Milan e Yonghong Li non hanno parcheggiato i loro soldi ad Hong Kong (in cui non ci sono grandi controlli riguardo i capitali, a differenza della Cina vera e propria) ma nelle Isole Vergini. E' solo un caso, per carità, ma anche Silvio Berlusconi ha utilizzato le stesse Isole Vergini come paradiso fiscale.
Ci sarebbe voluto poco per parcheggiare i soldi ad Hong Kong senza l'ausilio di laboriose triangolazioni con i paradisi fiscali.
Una cosa è certa. La cessione del Milan, più passa il tempo, più assomiglia sempre più ad una soap opera. E c'è da fare un'altra domanda, logica: per quale motivo, se i cinesi dispongono di tutta questa liquidità, perchè non hanno chiesto di essere finanziati da una banca (ci sarebbe stata la fila, dopo i 200 milioni delle caparre ed i tassi a zero) e chiudere l'operazione in anticipo, gestire da subito il Milan (senza soldi da rimborsare a Berlusconi, per la gestione del club), fare mercato, tentare l'assalto alla Champions, ottenere grandi ritorni economici sia dal punto vista sportivo che d'immagine che avrebbero permesso di pagare senza problemi gli interessi sul debito con le banche.
