Baresi:"Milan, ho visto tempi peggiori".

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Franco Baresi, intervistato dal Corriere della Sera in edicola oggi, 16 luglio, sulla situazione del Milan:"Sono arrivato al Milan 44 anni fa, ho lavorato con sei presidenti diversi. Ho attraversato ogni epoca calcistica: ho giocato, allenato e svolto ruoli dirigenziali per questa società. E sa perché? So pensare, conoscere e ascoltare. Magari da fuori, anche se mi vedete da tanti anni, non avete un’idea precisa di chi io sia veramente. La gente si ferma a giudicare dalle apparenze. Mettendo in ordine tutte le figure presidenziali con cui ho lavorato ricordo Felice Colombo, Gaetano Morazzoni, Giuseppe Farina, Rosario Lo Verde, Silvio Berlusconi e ora Yonghong Li. La mia esperienza insegna che la stabilità non solo in un club di calcio ma in ogni azienda è fondamentale. Se non c’è sicurezza a livello di proprietà, a ogni componente viene a mancare la serenità. Dispiace questa situazione, è trascorso solo un anno dall’euforia della passata estate, fra gli annunci di mercato e i 60 mila spettatori a San Siro per il preliminare con il Craiova. Mi rattrista perché da brand ambassador del club constato che il Milan ha un’immagine nel mondo ancora forte, riconoscibile, apprezzata. Se vuole sapere se questo è il momento peggiore della storia del Milan, le dico di no. Le rammento che ho vissuto momenti di turbolenza maggiore negli anni Ottanta con le due retrocessioni e con tanti avvicendamenti societari. Con Farina addirittura rischiammo il fallimento... Di lui conservo però un ricordo personale affettuoso perché fu il primo presidente ad affidarmi quando avevo 22 anni la fascia da capitano. Yonghong Li? Guardi che anch’io l’avrò visto 2-3 volte in tutto. C’era la barriera della lingua a complicare le comunicazioni. Nessuno si aspettava che potesse andare a finire così. Non è semplice un passaggio di consegne a inizio stagione, anche per le conseguenze che si riflettono sul mercato. Però chi sceglie il Milan sceglie bene: la base di giocatori da cui ripartire c’è. Non siamo lontani anni luce dai migliori. L'udienza al TAS? Non posso biasimare i giocatori se si lasciano distrarre dai fatti extra-campo. Capitava anche a me. Ma ha ragione Gattuso a dire che fino a giovedì devono lavorare e correre come se la partecipazione all’Europa League fosse garantita. Se alla fine i giudici decideranno per l’esclusione non è finito il mondo. Si dovranno concentrare sul campionato. Nuovi dirigenti? Ciò che conta è che chi venga a lavorare per il Milan non disperda il dna e porti avanti quei valori che lo hanno fatto grande".
 

Djici

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Franco Baresi, intervistato dal Corriere della Sera in edicola oggi, 16 luglio, sulla situazione del Milan:"Sono arrivato al Milan 44 anni fa, ho lavorato con sei presidenti diversi. Ho attraversato ogni epoca calcistica: ho giocato, allenato e svolto ruoli dirigenziali per questa società. E sa perché? So pensare, conoscere e ascoltare. Magari da fuori, anche se mi vedete da tanti anni, non avete un’idea precisa di chi io sia veramente. La gente si ferma a giudicare dalle apparenze. Mettendo in ordine tutte le figure presidenziali con cui ho lavorato ricordo Felice Colombo, Gaetano Morazzoni, Giuseppe Farina, Rosario Lo Verde, Silvio Berlusconi e ora Yonghong Li. La mia esperienza insegna che la stabilità non solo in un club di calcio ma in ogni azienda è fondamentale. Se non c’è sicurezza a livello di proprietà, a ogni componente viene a mancare la serenità. Dispiace questa situazione, è trascorso solo un anno dall’euforia della passata estate, fra gli annunci di mercato e i 60 mila spettatori a San Siro per il preliminare con il Craiova. Mi rattrista perché da brand ambassador del club constato che il Milan ha un’immagine nel mondo ancora forte, riconoscibile, apprezzata. Se vuole sapere se questo è il momento peggiore della storia del Milan, le dico di no. Le rammento che ho vissuto momenti di turbolenza maggiore negli anni Ottanta con le due retrocessioni e con tanti avvicendamenti societari. Con Farina addirittura rischiammo il fallimento... Di lui conservo però un ricordo personale affettuoso perché fu il primo presidente ad affidarmi quando avevo 22 anni la fascia da capitano. Yonghong Li? Guardi che anch’io l’avrò visto 2-3 volte in tutto. C’era la barriera della lingua a complicare le comunicazioni. Nessuno si aspettava che potesse andare a finire così. Non è semplice un passaggio di consegne a inizio stagione, anche per le conseguenze che si riflettono sul mercato. Però chi sceglie il Milan sceglie bene: la base di giocatori da cui ripartire c’è. Non siamo lontani anni luce dai migliori. L'udienza al TAS? Non posso biasimare i giocatori se si lasciano distrarre dai fatti extra-campo. Capitava anche a me. Ma ha ragione Gattuso a dire che fino a giovedì devono lavorare e correre come se la partecipazione all’Europa League fosse garantita. Se alla fine i giudici decideranno per l’esclusione non è finito il mondo. Si dovranno concentrare sul campionato. Nuovi dirigenti? Ciò che conta è che chi venga a lavorare per il Milan non disperda il dna e porti avanti quei valori che lo hanno fatto grande".

Baresi e Baresi. Una leggenda.
Non voglio disprezzarlo... ma ogni volta che lo sento vedo una differenza gigantesca con Maldini.
Sara che il primo parla da stipendiato del Milan mentre l'altro e piu libero di pensare e di parlare... magari il giorno in cui Maldini tornera ufficialmente nel Milan allora pure lui parlera come il grande Franco...
Non lo so.
 

Milanforever26

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Però Baresi, onestamente il DNA e i valori di cui parli giustamente a me sembrano già dispersi...forse ve li siete dimenticati per strada...
 

Zenos

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Meno male che ci sono ancora loro che ci ricordano cosa siamo stati.
 

Mr. Canà

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Franco Baresi, intervistato dal Corriere della Sera in edicola oggi, 16 luglio, sulla situazione del Milan:"Sono arrivato al Milan 44 anni fa, ho lavorato con sei presidenti diversi. Ho attraversato ogni epoca calcistica: ho giocato, allenato e svolto ruoli dirigenziali per questa società. E sa perché? So pensare, conoscere e ascoltare. Magari da fuori, anche se mi vedete da tanti anni, non avete un’idea precisa di chi io sia veramente. La gente si ferma a giudicare dalle apparenze. Mettendo in ordine tutte le figure presidenziali con cui ho lavorato ricordo Felice Colombo, Gaetano Morazzoni, Giuseppe Farina, Rosario Lo Verde, Silvio Berlusconi e ora Yonghong Li. La mia esperienza insegna che la stabilità non solo in un club di calcio ma in ogni azienda è fondamentale. Se non c’è sicurezza a livello di proprietà, a ogni componente viene a mancare la serenità. Dispiace questa situazione, è trascorso solo un anno dall’euforia della passata estate, fra gli annunci di mercato e i 60 mila spettatori a San Siro per il preliminare con il Craiova. Mi rattrista perché da brand ambassador del club constato che il Milan ha un’immagine nel mondo ancora forte, riconoscibile, apprezzata. Se vuole sapere se questo è il momento peggiore della storia del Milan, le dico di no. Le rammento che ho vissuto momenti di turbolenza maggiore negli anni Ottanta con le due retrocessioni e con tanti avvicendamenti societari. Con Farina addirittura rischiammo il fallimento... Di lui conservo però un ricordo personale affettuoso perché fu il primo presidente ad affidarmi quando avevo 22 anni la fascia da capitano. Yonghong Li? Guardi che anch’io l’avrò visto 2-3 volte in tutto. C’era la barriera della lingua a complicare le comunicazioni. Nessuno si aspettava che potesse andare a finire così. Non è semplice un passaggio di consegne a inizio stagione, anche per le conseguenze che si riflettono sul mercato. Però chi sceglie il Milan sceglie bene: la base di giocatori da cui ripartire c’è. Non siamo lontani anni luce dai migliori. L'udienza al TAS? Non posso biasimare i giocatori se si lasciano distrarre dai fatti extra-campo. Capitava anche a me. Ma ha ragione Gattuso a dire che fino a giovedì devono lavorare e correre come se la partecipazione all’Europa League fosse garantita. Se alla fine i giudici decideranno per l’esclusione non è finito il mondo. Si dovranno concentrare sul campionato. Nuovi dirigenti? Ciò che conta è che chi venga a lavorare per il Milan non disperda il dna e porti avanti quei valori che lo hanno fatto grande".

Purtroppo il Milan attuale non è nemmeno l'ombra del Milan che conobbe il capitano. Sia a livello di giocatori, che di prestigio che di società (mi riferisco in questo caso fino al 1997, anno in cui Baresi smise).

Certo è vero, gli anni in B e la gestione Farina furono preludio poi a un ventennio di successi... speriamo accada di nuovo, senza la necessità di toccare il fondo un'altra volta.
 

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Franco Baresi, intervistato dal Corriere della Sera in edicola oggi, 16 luglio, sulla situazione del Milan:"Sono arrivato al Milan 44 anni fa, ho lavorato con sei presidenti diversi. Ho attraversato ogni epoca calcistica: ho giocato, allenato e svolto ruoli dirigenziali per questa società. E sa perché? So pensare, conoscere e ascoltare. Magari da fuori, anche se mi vedete da tanti anni, non avete un’idea precisa di chi io sia veramente. La gente si ferma a giudicare dalle apparenze. Mettendo in ordine tutte le figure presidenziali con cui ho lavorato ricordo Felice Colombo, Gaetano Morazzoni, Giuseppe Farina, Rosario Lo Verde, Silvio Berlusconi e ora Yonghong Li. La mia esperienza insegna che la stabilità non solo in un club di calcio ma in ogni azienda è fondamentale. Se non c’è sicurezza a livello di proprietà, a ogni componente viene a mancare la serenità. Dispiace questa situazione, è trascorso solo un anno dall’euforia della passata estate, fra gli annunci di mercato e i 60 mila spettatori a San Siro per il preliminare con il Craiova. Mi rattrista perché da brand ambassador del club constato che il Milan ha un’immagine nel mondo ancora forte, riconoscibile, apprezzata. Se vuole sapere se questo è il momento peggiore della storia del Milan, le dico di no. Le rammento che ho vissuto momenti di turbolenza maggiore negli anni Ottanta con le due retrocessioni e con tanti avvicendamenti societari. Con Farina addirittura rischiammo il fallimento... Di lui conservo però un ricordo personale affettuoso perché fu il primo presidente ad affidarmi quando avevo 22 anni la fascia da capitano. Yonghong Li? Guardi che anch’io l’avrò visto 2-3 volte in tutto. C’era la barriera della lingua a complicare le comunicazioni. Nessuno si aspettava che potesse andare a finire così. Non è semplice un passaggio di consegne a inizio stagione, anche per le conseguenze che si riflettono sul mercato. Però chi sceglie il Milan sceglie bene: la base di giocatori da cui ripartire c’è. Non siamo lontani anni luce dai migliori. L'udienza al TAS? Non posso biasimare i giocatori se si lasciano distrarre dai fatti extra-campo. Capitava anche a me. Ma ha ragione Gattuso a dire che fino a giovedì devono lavorare e correre come se la partecipazione all’Europa League fosse garantita. Se alla fine i giudici decideranno per l’esclusione non è finito il mondo. Si dovranno concentrare sul campionato. Nuovi dirigenti? Ciò che conta è che chi venga a lavorare per il Milan non disperda il dna e porti avanti quei valori che lo hanno fatto grande".

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Goro

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Parole incoraggianti, da un simbolo che da dentro ne ha viste tante tante, che siano l'inferno o il paradiso... forse meglio così di un rassicurante eterno purgatorio
 
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Sotiris

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Franco Baresi, intervistato dal Corriere della Sera in edicola oggi, 16 luglio, sulla situazione del Milan:"Sono arrivato al Milan 44 anni fa, ho lavorato con sei presidenti diversi. Ho attraversato ogni epoca calcistica: ho giocato, allenato e svolto ruoli dirigenziali per questa società. E sa perché? So pensare, conoscere e ascoltare. Magari da fuori, anche se mi vedete da tanti anni, non avete un’idea precisa di chi io sia veramente. La gente si ferma a giudicare dalle apparenze. Mettendo in ordine tutte le figure presidenziali con cui ho lavorato ricordo Felice Colombo, Gaetano Morazzoni, Giuseppe Farina, Rosario Lo Verde, Silvio Berlusconi e ora Yonghong Li. La mia esperienza insegna che la stabilità non solo in un club di calcio ma in ogni azienda è fondamentale. Se non c’è sicurezza a livello di proprietà, a ogni componente viene a mancare la serenità. Dispiace questa situazione, è trascorso solo un anno dall’euforia della passata estate, fra gli annunci di mercato e i 60 mila spettatori a San Siro per il preliminare con il Craiova. Mi rattrista perché da brand ambassador del club constato che il Milan ha un’immagine nel mondo ancora forte, riconoscibile, apprezzata. Se vuole sapere se questo è il momento peggiore della storia del Milan, le dico di no. Le rammento che ho vissuto momenti di turbolenza maggiore negli anni Ottanta con le due retrocessioni e con tanti avvicendamenti societari. Con Farina addirittura rischiammo il fallimento... Di lui conservo però un ricordo personale affettuoso perché fu il primo presidente ad affidarmi quando avevo 22 anni la fascia da capitano. Yonghong Li? Guardi che anch’io l’avrò visto 2-3 volte in tutto. C’era la barriera della lingua a complicare le comunicazioni. Nessuno si aspettava che potesse andare a finire così. Non è semplice un passaggio di consegne a inizio stagione, anche per le conseguenze che si riflettono sul mercato. Però chi sceglie il Milan sceglie bene: la base di giocatori da cui ripartire c’è. Non siamo lontani anni luce dai migliori. L'udienza al TAS? Non posso biasimare i giocatori se si lasciano distrarre dai fatti extra-campo. Capitava anche a me. Ma ha ragione Gattuso a dire che fino a giovedì devono lavorare e correre come se la partecipazione all’Europa League fosse garantita. Se alla fine i giudici decideranno per l’esclusione non è finito il mondo. Si dovranno concentrare sul campionato. Nuovi dirigenti? Ciò che conta è che chi venga a lavorare per il Milan non disperda il dna e porti avanti quei valori che lo hanno fatto grande".

"Capitano, mio capitano, ..." unico e vero capitano.
 

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