Senza farsi prendere da bipolarismi politici imperanti e dilaganti, sono vere entrambe le cose, ma calate nel giusto contesto storico, di squadra e di campionato.
L'alfiere della teoria che l'allenatore bravo è quello che non fa danno era il compianto e provocatorio Franco Rossi.
Perché si veniva da anni modaioli, e se Sacchi fece la nostra fortuna dando una identità rivoluzionaria ad una squadra di per sé stellare, lo stesso cuoco con ingredienti diversi o degradati non riusci a cucinare le stesse prelibatezze.
Svariati tentativi di imitazione, ma Maifredi o le Juventus con 4-5 numeri 10 in rosa non ebbero successo. Personalmente, più rispetto per un Bagnoli fedele a se stesso che saltava il centrocampo rossonero nei derby. Anni remoti.
Il problema sono gli allenatori presunti giochisti che incantano, ma spesso dimenticano completamente le basi della solidità di squadra che nel nostro campionato conta molto.
Ma chiunque ci sia in campo, non si può nascondere la differenza cruciverbesca fra l'avere in squadra come perno di centrocampo
K-----C
Oppure
M-----C
Gli ultimi allenatori non lo avevano, Modric.
Veniamo da anni in cui i due più forti (incontestabile) stavano sulla stessa fascia ed entrambi con lacune tecniche, caratteriali e pause, importanti. Sulla incostanza non costruisci nulla.
Quindi contano tante cose insieme, allenatore, rosa, dirigenza.