Credo dipenda molto anche dal periodo, dal mood mentale col quale entri in un gioco approcciandolo.
Anche io ho iniziato due volte Alan Wake, il primo, e non sono riuscito ad andare avanti. Pur apprezzandone l'originalità, il genio dietro la storia.
Lo stesso mi è successo addirittura con Red Dead Redemption 2: la prima ora di gioco l'ho trovata noiosa, ma tanto noiosa. Ripreso, a distanza di qualche mese, non ci ho smesso di giocare più ed è entrato nella mia top 3 all time.
Quello si, bene o male può valere per qualsiasi gioco in cui la narrazione ha un ruolo preponderante.
Specie poi per i jrpg o rpg con tantissime linee di dialogo.
Alan wake pur non avendo lo stesso quantitativo di linee di dialogo di un jrpg, ha il suo cuore pulsante nella narrazione. Del resto il protagonista è uno scrittore.
Poi ovviamente ti devono piacere le tematiche.
In alan wake c'è meta narrativa, c'è tormento, c'è la finzione e realtà in conflitto, c'è il tema del doppelganger, ci sono temi per cui devi accedere il cervello, leggere, informarti di cosa stanno parlando i personaggi. Se ti sfugge ad esempio qualche personaggio o qualche riferimento ad esso bisognerebbe un attimo fermarsi e capire di chi o cosa stanno parlando, (anche perché il secondo capitolo ha riferimenti importanti col primo e con control). Bisogna quindi leggere i documenti/file nel menù o eventualmente leggere info su internet.
Insomma bisogna avere una certa predisposizione mentale.
Quindi si ci vuole sicuramente il mood ma al tempo stesso ci vuole anche una certa predisposizione mentale ad accogliere il gioco, perché se non sei interessato al genere o alle tematiche allora è inutile andare avanti.
p.s. io sono uno di quelli che non capirò mai il concetto di lentezza

, anzi per me è proprio relativo. Sia per i film che per i videogiochi.
C'è narrazione e narrazione. C'è genere e genere.