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Argomento caldo è la conferma di Mirabelli, così come la delusione per l'ennesima stagione gettata alle ortiche. Sono anni ormai che navighiamo nella mediocrità e dobbiamo mascherare un piazzamento in Europa League come un successo.
Ora abbiamo una proprietà nuova, anche se un po nebulosa, che ha deciso (diciamo) di insediare Fassone e Mirabelli al comando della nave. I risultati sono ben lontani da quelli sperati, credo siamo tutti d'accordo su questo punto (un quarto posto, o almeno lottare fino alla fine per un posto in Champions era alla portata con un budget di mercato come quello della scorsa estate).
Sebbene io non sia un fan delle rivoluzioni continue, mi chiedo comunque che senso abbia avuto scegliere un DS praticamente senza esperienza, presentato come un santone tra gli scout, che ci avrebbe portato grandi campioni in erba (la strategia di fatto era quella di ringiovanire la rosa). Non dico che abbia sbagliato su tutta la linea, ma sicuramente ci sia aspettava di più (i nomi presi erano conosciuti praticamente da tutti, al di la del rendimento).
Discorso analogo per Fassone, che avrà avuto il merito di permettere il closing e garantire l'appoggio di Elliott, però allo stesso tempo ha gestito (secondo me) abbastanza male la comunicazione, sin dalla scorsa estate, con le promesse non mantenute sul mercato, con lo stucchevole #APACF Show e con il tempismo di certe uscite (o silenzi...).
Qui arriva la provocazione: a parità di risultati, avremmo più pazienza con una società nel cui organigramma figurano ex rossoneri? Penso ad Albertini, che ha già esperienza dirigenziale, a Maldini, che nonostante i proclami sospetto che scalpiti per dare il suo apporto in società, a Kakà, che ha aperto la porta a una collaborazione magari come uomo immagine...
Per fare un esempio: debuttante allo sbaraglio (Mirabelli) per debuttante allo sbaraglio (Maldini), io personalmente avrei preferito una società nuova costruita con un cuore pulsante rossonero. Gente che sappia cosa significa dominare in Europa e nel mondo e che possa aiutare i giocatori a riprendere a costruire quella storia vincente che dalla fine degli anni 80 all'inizio del 2000 ci ha portato ad essere l'elite del calcio mondiale.
Ora abbiamo una proprietà nuova, anche se un po nebulosa, che ha deciso (diciamo) di insediare Fassone e Mirabelli al comando della nave. I risultati sono ben lontani da quelli sperati, credo siamo tutti d'accordo su questo punto (un quarto posto, o almeno lottare fino alla fine per un posto in Champions era alla portata con un budget di mercato come quello della scorsa estate).
Sebbene io non sia un fan delle rivoluzioni continue, mi chiedo comunque che senso abbia avuto scegliere un DS praticamente senza esperienza, presentato come un santone tra gli scout, che ci avrebbe portato grandi campioni in erba (la strategia di fatto era quella di ringiovanire la rosa). Non dico che abbia sbagliato su tutta la linea, ma sicuramente ci sia aspettava di più (i nomi presi erano conosciuti praticamente da tutti, al di la del rendimento).
Discorso analogo per Fassone, che avrà avuto il merito di permettere il closing e garantire l'appoggio di Elliott, però allo stesso tempo ha gestito (secondo me) abbastanza male la comunicazione, sin dalla scorsa estate, con le promesse non mantenute sul mercato, con lo stucchevole #APACF Show e con il tempismo di certe uscite (o silenzi...).
Qui arriva la provocazione: a parità di risultati, avremmo più pazienza con una società nel cui organigramma figurano ex rossoneri? Penso ad Albertini, che ha già esperienza dirigenziale, a Maldini, che nonostante i proclami sospetto che scalpiti per dare il suo apporto in società, a Kakà, che ha aperto la porta a una collaborazione magari come uomo immagine...
Per fare un esempio: debuttante allo sbaraglio (Mirabelli) per debuttante allo sbaraglio (Maldini), io personalmente avrei preferito una società nuova costruita con un cuore pulsante rossonero. Gente che sappia cosa significa dominare in Europa e nel mondo e che possa aiutare i giocatori a riprendere a costruire quella storia vincente che dalla fine degli anni 80 all'inizio del 2000 ci ha portato ad essere l'elite del calcio mondiale.