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Intesa nella maggioranza di governo sulla Riforma Costituzionale dopo il vertice Meloni-Salvini-Tajani-Cesa-Lupi. La bozza prevede l'introduzione dell'elezione diretta del Premier. La coalizione collegata al Premier avrà, per garantire stabilità, un premio di maggioranza che farà corrispondere i seggi della coalizione vincente al 55% del totale. Il Presidente della Repubblica non potrà più dunque nominare un PDC a sua scelta, ma dovrà incaricare dopo il voto il premier eletto, e se quest'ultimo non ricevesse 2 volte la fiducia, dovrebbe automaticamente sciogliere le camere.
Non saranno più possibili ribaltoni: in caso di caduta del governo, la legislatura potrebbe andare avanti solo con un pdc membro della stessa maggioranza uscente, che si impegna a portare avanti il programma della maggioranza uscente: non saranno più possibili ribaltoni alla Conte II, o governi alla Draghi o Monti. Non solo, non sarà possibile neppure sostituire un partito della maggioranza con un altro: si tornerebbe automaticamente al voto.
Altra novità: il PDR non potrà più nominare senatori a vita. Questa carica spetterà solo ai PDR emeriti.
Non saranno più possibili ribaltoni: in caso di caduta del governo, la legislatura potrebbe andare avanti solo con un pdc membro della stessa maggioranza uscente, che si impegna a portare avanti il programma della maggioranza uscente: non saranno più possibili ribaltoni alla Conte II, o governi alla Draghi o Monti. Non solo, non sarà possibile neppure sostituire un partito della maggioranza con un altro: si tornerebbe automaticamente al voto.
Altra novità: il PDR non potrà più nominare senatori a vita. Questa carica spetterà solo ai PDR emeriti.