Io ringrazio la UEFA, nel caso.
Perché dopo averci dato tutte le opportunità possibili per dimostrare la nostra serietà, ora ci offre pure e finalmente la possibilità di tornare grandi.
Visto che non ci siamo mai arrivati da soli, con Galliani prima e con questi strani personaggi ora, finalmente sarebbe questa stangata ad imporci quello che sul piano tecnico ed aziendale avremmo dovuto fare da anni: il circolo virtuoso.
A chi parla di Milan ammazzato o peggio di big da cedere: ma quali big e cosa mai viene ucciso, se non un patetico Milan con 80 milioni di buco fisso (destinato ad aumentare a prescindere), ingaggi sproporzionati, una chimica di campo del tutto assente, presunti campioni irritanti che sono tali solo per la mediocrità dei compagni, una squadra da sesto posto patentato da anni, quando va bene?
Il passaggio almeno biennale di plusvalenze da un lato ed investimento sui giovani dall'altro per ridurre il deficit e rientrare nei conti era qualcosa di obbligato in ogni caso: ora invece di farlo liberamente nell'ambito della strategia aziendale lo dobbiamo fare perché imposto dall'alto con figuraccia cosmica, e questo scoccia, ma finalmente lo facciamo.
Poi per carità, potremmo pure essere così ******* da non essere comunque in grado di farlo, magari perché ormai abbiamo l'accordo con Callejon
ed il dinamico duo in quest'estate transitoria è talmente menefreghista e rancoroso da lasciarci in uno stato ancora peggiore.
Ma nel mondo ideale, grazie alla UEFA torniamo a fare l'unica cosa logica da fare, ovvero tanto talento nel sottobosco al giusto prezzo, finalmente lo sguardo attento al rapporto qualità/prezzo, il coraggio di vendere per rilanciare gli investimenti ed i risultati.
E di colpo, con rinnovato entusiasmo, ci ritroveremo anche più in alto del sesto posto se saremmo pure stati bravi oltre che diligenti.
Sarò strano, ma se non fosse per il modus operandi di Mirabelli, troverei in una sentenza del genere un ritrovato entusiasmo che mancava da anni, perché per la prima volta intravedo finalmente l'opportunità di tornare grandi per restarci.