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Il Milan contro il Corriere dello Sport, che aveva "osato" titolare "Black friday", con le foto di Lukaku e Smalling per presentare Inter - Roma. Questo il commento della società rossonera:"Non sono più tollerabili superficialità e ignoranza sul tema del razzismo. Non resteremo più in silenzio davanti a questo problema".
La replica di Zazzaroni, direttore del Corriere, a Tutti Convocati:
"Qualcuno mi spiega il significato razzista di questo titolo? Perchè devo spiegare questa cosa al web?
Sono felice di aver fatto questo titolo.
Qualcuno della Lega Calcio ha telefonato a qualche squadra, passandosi dei messaggini in chat: "cosa facciamo? attacchiamo tutti insieme questo titolo?".
Non hanno letto il pezzo, non hanno capito, non hanno fatto nulla per decenni e si volevano lavare la coscienza.
Sono quelli che dicono che i buu non sono razzisti ad essere vergognosi. Questo è un titolo che ci sta in questo contesto. Se continuiamo a frenare tutto in funzione di un falso moralismo non scriviamo più nulla.
Lukaku e Smalling in prima pagina sono due grandi giocatori, hanno giocato nel Manchester, il Black friday è di attualità. Perchè no? Le battaglie razziste sono un'altra cosa, sono serie, questo titolo spiegato e chiarito non può essere indicato come razzista."
Ancora Zazzaroni, sul sito del Corriere:
"Piattaforme digitali? Direi pattumiere. Truccate da rancori nobili. Sdegno a buon mercato. Un bel pensiero al giorno toglie il medico di torno. Eserciti di benpensanti di questi tempi affollano il web per tingersi di bianco le loro anime belle. Individuato il razzista di turno, vai, due colpi alla tastiera e via la macchia, ti senti un uomo migliore in un mondo migliore. Bianchi, neri, gialli. Negare la differenza è il tipico macroscopico inciampo del razzismo degli antirazzismi. La suburra mentale dei moralisti della domenica, quando anche giovedì è domenica. “Black Friday”, per chi vuole e può capirlo, era ed è solo l’elogio della differenza, l’orgoglio della differenza, la ricchezza magnifica della differenza. Se non lo capisci è perché non ce la fai o perché ci fai.
Un titolo innocente, peraltro perfettamente argomentato da Roberto Perrone, viene trasformato in veleno da chi il veleno ce l’ha dentro”.
La replica di Zazzaroni, direttore del Corriere, a Tutti Convocati:
"Qualcuno mi spiega il significato razzista di questo titolo? Perchè devo spiegare questa cosa al web?
Sono felice di aver fatto questo titolo.
Qualcuno della Lega Calcio ha telefonato a qualche squadra, passandosi dei messaggini in chat: "cosa facciamo? attacchiamo tutti insieme questo titolo?".
Non hanno letto il pezzo, non hanno capito, non hanno fatto nulla per decenni e si volevano lavare la coscienza.
Sono quelli che dicono che i buu non sono razzisti ad essere vergognosi. Questo è un titolo che ci sta in questo contesto. Se continuiamo a frenare tutto in funzione di un falso moralismo non scriviamo più nulla.
Lukaku e Smalling in prima pagina sono due grandi giocatori, hanno giocato nel Manchester, il Black friday è di attualità. Perchè no? Le battaglie razziste sono un'altra cosa, sono serie, questo titolo spiegato e chiarito non può essere indicato come razzista."
Ancora Zazzaroni, sul sito del Corriere:
"Piattaforme digitali? Direi pattumiere. Truccate da rancori nobili. Sdegno a buon mercato. Un bel pensiero al giorno toglie il medico di torno. Eserciti di benpensanti di questi tempi affollano il web per tingersi di bianco le loro anime belle. Individuato il razzista di turno, vai, due colpi alla tastiera e via la macchia, ti senti un uomo migliore in un mondo migliore. Bianchi, neri, gialli. Negare la differenza è il tipico macroscopico inciampo del razzismo degli antirazzismi. La suburra mentale dei moralisti della domenica, quando anche giovedì è domenica. “Black Friday”, per chi vuole e può capirlo, era ed è solo l’elogio della differenza, l’orgoglio della differenza, la ricchezza magnifica della differenza. Se non lo capisci è perché non ce la fai o perché ci fai.
Un titolo innocente, peraltro perfettamente argomentato da Roberto Perrone, viene trasformato in veleno da chi il veleno ce l’ha dentro”.
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