Ordine:"Fonseca? Ne risponde Ibra".

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Franco agli Ordini dal CorSport in edicola:"Il suo ultimo messaggio in codice (didascalia alla foto pubblicata su Instagram: «vision and mission») non ha sortito un grande effetto. Zlatan Ibrahimovic è da mesi ormai dentro l’ingranaggio calcistico del Milan senza occupare un ruolo tradizionale, ritagliandosi anzi un gradino superiore quale “voce di Cardinale” come spiegato dallo stesso proprietario del club eppure non ha mai parlato, né fatto filtrare dichiarazioni. E, pena autentica per i cronisti, non è nemmeno il tipo da lasciare in giro il numero del suo cellulare al quale affidare qualche messaggino alla ricerca di una risposta, persino di una faccina che faccia da orientamento. Zero comunicazione pubblica insomma. Di qui il fiorire di molte chiavi di lettura, le più inverosimili persino. Ma non è questo il punto. Perché da oggi, chiusa la stagione di Stefano Pioli con una formula contrattuale non ancora ben precisata, di sicuro tra baci, abbracci e riconoscimenti pubblici, se ne aprirà un’altra che andrà sotto il segno di Z. Che non è Zorro, la maschera con la quale Fonseca si presentò dopo il passaggio agli ottavi di Champions con lo Shakhtar Donetsk, ma sta per Zlatan Ibrahimovic. Già perché tutte le narrazioni secondo cui lo svedese aveva altri candidati per la testa (per esempio Van Bommel) si sono rivelate fasulle. E persino la news, accreditata da una fonte giornalistica francese, secondo cui il sodalizio con Moncada vacillerebbe, è stata liquidata come un fake vero e proprio. Solo chi non conosce Ibra può immaginare che passando dal prato verde alla scrivania di advisor di RedBird nel Milan possa aver smarrito il suo ego gigantesco, la sua forte personalità. Se Fonseca è la decisione finale del Milan, fin dal primo giorno verrebbe da aggiungere visto che altri profili hanno avuto la durata del gatto in tangenziale, quindi con il contributo di Ibra stesso, beh allora è proprio Zlatan che dovrà risponderne nel caso in cui la scelta non dovesse risultare felice. Lo spessore del dirigente Ibra si misurerà inoltre, durante la prima fase d’inserimento del portoghese nel mondo Milan, attraverso la capacità di proteggere il tecnico, aiutarlo, sostenerlo, in pubblico e in privato presso lo spogliatoio. A Roma defi niscono Fonseca un allenatore “triste”. Può darsi che abbia lasciato questa traccia. Considerato lo zero entusiasmo con cui sarà accolto dal mondo Milan verrebbe da aggiungere che diventerà - almeno nella prima parte del suo arrivo a Milanello - solitario. E questo contribuirà a valutarne subito le qualità umane più che professionali. Ci vuole un coraggio leonino a sfi dare l’opinione pubblica (tutta schierata con la candidatura di Antonio Conte): forse solo il coraggio di Ibra poteva convincere Cardinale a farlo".


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Swaitak

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Franco agli Ordini dal CorSport in edicola:"Il suo ultimo messaggio in codice (didascalia alla foto pubblicata su Instagram: «vision and mission») non ha sortito un grande effetto. Zlatan Ibrahimovic è da mesi ormai dentro l’ingranaggio calcistico del Milan senza occupare un ruolo tradizionale, ritagliandosi anzi un gradino superiore quale “voce di Cardinale” come spiegato dallo stesso proprietario del club eppure non ha mai parlato, né fatto filtrare dichiarazioni. E, pena autentica per i cronisti, non è nemmeno il tipo da lasciare in giro il numero del suo cellulare al quale affidare qualche messaggino alla ricerca di una risposta, persino di una faccina che faccia da orientamento. Zero comunicazione pubblica insomma. Di qui il fiorire di molte chiavi di lettura, le più inverosimili persino. Ma non è questo il punto. Perché da oggi, chiusa la stagione di Stefano Pioli con una formula contrattuale non ancora ben precisata, di sicuro tra baci, abbracci e riconoscimenti pubblici, se ne aprirà un’altra che andrà sotto il segno di Z. Che non è Zorro, la maschera con la quale Fonseca si presentò dopo il passaggio agli ottavi di Champions con lo Shakhtar Donetsk, ma sta per Zlatan Ibrahimovic. Già perché tutte le narrazioni secondo cui lo svedese aveva altri candidati per la testa (per esempio Van Bommel) si sono rivelate fasulle. E persino la news, accreditata da una fonte giornalistica francese, secondo cui il sodalizio con Moncada vacillerebbe, è stata liquidata come un fake vero e proprio. Solo chi non conosce Ibra può immaginare che passando dal prato verde alla scrivania di advisor di RedBird nel Milan possa aver smarrito il suo ego gigantesco, la sua forte personalità. Se Fonseca è la decisione finale del Milan, fin dal primo giorno verrebbe da aggiungere visto che altri profili hanno avuto la durata del gatto in tangenziale, quindi con il contributo di Ibra stesso, beh allora è proprio Zlatan che dovrà risponderne nel caso in cui la scelta non dovesse risultare felice. Lo spessore del dirigente Ibra si misurerà inoltre, durante la prima fase d’inserimento del portoghese nel mondo Milan, attraverso la capacità di proteggere il tecnico, aiutarlo, sostenerlo, in pubblico e in privato presso lo spogliatoio. A Roma defi niscono Fonseca un allenatore “triste”. Può darsi che abbia lasciato questa traccia. Considerato lo zero entusiasmo con cui sarà accolto dal mondo Milan verrebbe da aggiungere che diventerà - almeno nella prima parte del suo arrivo a Milanello - solitario. E questo contribuirà a valutarne subito le qualità umane più che professionali. Ci vuole un coraggio leonino a sfi dare l’opinione pubblica (tutta schierata con la candidatura di Antonio Conte): forse solo il coraggio di Ibra poteva convincere Cardinale a farlo".


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tutti quelli sul carrozzone sono delle melde, compreso Ibra.
 

Zenos

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Franco agli Ordini dal CorSport in edicola:"Il suo ultimo messaggio in codice (didascalia alla foto pubblicata su Instagram: «vision and mission») non ha sortito un grande effetto. Zlatan Ibrahimovic è da mesi ormai dentro l’ingranaggio calcistico del Milan senza occupare un ruolo tradizionale, ritagliandosi anzi un gradino superiore quale “voce di Cardinale” come spiegato dallo stesso proprietario del club eppure non ha mai parlato, né fatto filtrare dichiarazioni. E, pena autentica per i cronisti, non è nemmeno il tipo da lasciare in giro il numero del suo cellulare al quale affidare qualche messaggino alla ricerca di una risposta, persino di una faccina che faccia da orientamento. Zero comunicazione pubblica insomma. Di qui il fiorire di molte chiavi di lettura, le più inverosimili persino. Ma non è questo il punto. Perché da oggi, chiusa la stagione di Stefano Pioli con una formula contrattuale non ancora ben precisata, di sicuro tra baci, abbracci e riconoscimenti pubblici, se ne aprirà un’altra che andrà sotto il segno di Z. Che non è Zorro, la maschera con la quale Fonseca si presentò dopo il passaggio agli ottavi di Champions con lo Shakhtar Donetsk, ma sta per Zlatan Ibrahimovic. Già perché tutte le narrazioni secondo cui lo svedese aveva altri candidati per la testa (per esempio Van Bommel) si sono rivelate fasulle. E persino la news, accreditata da una fonte giornalistica francese, secondo cui il sodalizio con Moncada vacillerebbe, è stata liquidata come un fake vero e proprio. Solo chi non conosce Ibra può immaginare che passando dal prato verde alla scrivania di advisor di RedBird nel Milan possa aver smarrito il suo ego gigantesco, la sua forte personalità. Se Fonseca è la decisione finale del Milan, fin dal primo giorno verrebbe da aggiungere visto che altri profili hanno avuto la durata del gatto in tangenziale, quindi con il contributo di Ibra stesso, beh allora è proprio Zlatan che dovrà risponderne nel caso in cui la scelta non dovesse risultare felice. Lo spessore del dirigente Ibra si misurerà inoltre, durante la prima fase d’inserimento del portoghese nel mondo Milan, attraverso la capacità di proteggere il tecnico, aiutarlo, sostenerlo, in pubblico e in privato presso lo spogliatoio. A Roma defi niscono Fonseca un allenatore “triste”. Può darsi che abbia lasciato questa traccia. Considerato lo zero entusiasmo con cui sarà accolto dal mondo Milan verrebbe da aggiungere che diventerà - almeno nella prima parte del suo arrivo a Milanello - solitario. E questo contribuirà a valutarne subito le qualità umane più che professionali. Ci vuole un coraggio leonino a sfi dare l’opinione pubblica (tutta schierata con la candidatura di Antonio Conte): forse solo il coraggio di Ibra poteva convincere Cardinale a farlo".


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Ecco il pollo a cosa serve.
 

Pit96

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Franco agli Ordini dal CorSport in edicola:"Il suo ultimo messaggio in codice (didascalia alla foto pubblicata su Instagram: «vision and mission») non ha sortito un grande effetto. Zlatan Ibrahimovic è da mesi ormai dentro l’ingranaggio calcistico del Milan senza occupare un ruolo tradizionale, ritagliandosi anzi un gradino superiore quale “voce di Cardinale” come spiegato dallo stesso proprietario del club eppure non ha mai parlato, né fatto filtrare dichiarazioni. E, pena autentica per i cronisti, non è nemmeno il tipo da lasciare in giro il numero del suo cellulare al quale affidare qualche messaggino alla ricerca di una risposta, persino di una faccina che faccia da orientamento. Zero comunicazione pubblica insomma. Di qui il fiorire di molte chiavi di lettura, le più inverosimili persino. Ma non è questo il punto. Perché da oggi, chiusa la stagione di Stefano Pioli con una formula contrattuale non ancora ben precisata, di sicuro tra baci, abbracci e riconoscimenti pubblici, se ne aprirà un’altra che andrà sotto il segno di Z. Che non è Zorro, la maschera con la quale Fonseca si presentò dopo il passaggio agli ottavi di Champions con lo Shakhtar Donetsk, ma sta per Zlatan Ibrahimovic. Già perché tutte le narrazioni secondo cui lo svedese aveva altri candidati per la testa (per esempio Van Bommel) si sono rivelate fasulle. E persino la news, accreditata da una fonte giornalistica francese, secondo cui il sodalizio con Moncada vacillerebbe, è stata liquidata come un fake vero e proprio. Solo chi non conosce Ibra può immaginare che passando dal prato verde alla scrivania di advisor di RedBird nel Milan possa aver smarrito il suo ego gigantesco, la sua forte personalità. Se Fonseca è la decisione finale del Milan, fin dal primo giorno verrebbe da aggiungere visto che altri profili hanno avuto la durata del gatto in tangenziale, quindi con il contributo di Ibra stesso, beh allora è proprio Zlatan che dovrà risponderne nel caso in cui la scelta non dovesse risultare felice. Lo spessore del dirigente Ibra si misurerà inoltre, durante la prima fase d’inserimento del portoghese nel mondo Milan, attraverso la capacità di proteggere il tecnico, aiutarlo, sostenerlo, in pubblico e in privato presso lo spogliatoio. A Roma defi niscono Fonseca un allenatore “triste”. Può darsi che abbia lasciato questa traccia. Considerato lo zero entusiasmo con cui sarà accolto dal mondo Milan verrebbe da aggiungere che diventerà - almeno nella prima parte del suo arrivo a Milanello - solitario. E questo contribuirà a valutarne subito le qualità umane più che professionali. Ci vuole un coraggio leonino a sfi dare l’opinione pubblica (tutta schierata con la candidatura di Antonio Conte): forse solo il coraggio di Ibra poteva convincere Cardinale a farlo".


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Ibra sarà pure criticabile per non opporsi a certe scelte, ma non ci casco. Se prendono un allenatore flop la responsabilità è di Furlani e Moncada. Solo loro, sopra le colpe sono al massimo di Cardinale/Elliott che non hanno nessuna ambizione.
Ibra non può essere il parafulmine, al massimo solo un pagliaccio, ma non il colpevole di questa situazione
 
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Andasse a cacare anche lui.

Il secondo garante
Maldini è stato perculato per quella dichiarazione, tra l’altro volutamente travisata proprio al fine di percularlo, ma alla fine voleva non succedesse quello che sta effettivamente succedendo e, di fatto, ha perso il posto di lavoro da dirigente per cercare di evitare succedesse, perché ha il Milan nel sangue.
Ibrahimovic è entrato in Redbird sapendo che sarebbe successo quello che sta succedendo e gli stava bene/gli era indifferente perché il suo interesse è un altro.
Non accostiamo una Leggenda del Milan che si è fatto apprezzare da tutte le tifoserie(tranne una parte della nostra, guarda caso la stessa che l’anno scorso ha sostenuto il “progetto” attuale insultando chi criticava) con uno che è stato elevato a mito da una parte della tifoseria del Milan giusto perché è arrivato in una fase di ridimensionamento e che nessun’altra tifoseria si è mai filato di striscio.
 
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Maldini è stato perculato per quella dichiarazione, tra l’altro volutamente travisata proprio al fine di percularlo, ma alla fine voleva non succedesse quello che sta effettivamente succedendo e, di fatto, ha perso il posto di lavoro da dirigente per cercare di evitare succedesse, perché ha il Milan nel sangue.
Ibrahimovic è entrato in Redbird sapendo che sarebbe successo quello che sta succedendo e gli stava bene/gli era indifferente perché il suo interesse è un altro.
Non accostiamo una Leggenda del Milan che si è fatto apprezzare da tutte le tifoserie(tranne una parte della nostra, guarda caso la stessa che l’anno scorso ha sostenuto il “progetto” attuale insultando chi criticava) con uno che è stato elevato a mito da una parte della tifoseria del Milan giusto perché è arrivato in una fase di ridimensionamento e che nessun’altra tifoseria si è mai filato di striscio.

alla fine i nodi tornano al pettine,
Maldini nel suo percorso ha sicuramente fatto scelte sbagliate e scelte giuste.
una cosa però non gli si può contestare, che il suo fine ultimo fosse la competitività per vincere, per giocarsela, per non vedere un Milan mediocre.

Dopo lo scudetto disse “adesso servono 3 acquisti top”…oggi dicono “sai che noi se vince sempre la stessa squadra”… ed eccoci servito Fonseca.
 

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