Milan al collasso: situazione critica

Toby rosso nero

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Ragazzi, cerchiamo cortesemente di non trasformare il topic nella solita discussione pro-contro Maldini, molto limitante. Non l'ho citato apposta.

Ovviamente Paolo è stato un punto cardine sul quale ruotava la situazione del club, pregi e difetti del personaggio inclusi. Il punto della discussione va oltre Maldini.

La mia idea di topic era riflettere sul rischio di vedere il Milan profondamente cambiato, fino al punto di non riconoscerlo più, sulla base di quella idea che sta nell'etere cosmico impalpabile, cioè di un club speciale che ha regalato emozioni che forse nessun altro ha saputo regalare.

Questo per chi appartiene alla categoria dei "romantici". Altre persone possono fare altre considerazioni, sempre lecite.

Grazie.

Quoto.
Maldini è ovviamente parte della discussione essendo stato un protagonista degli ultimi anni, ma non si sfoci nella solita diatriba infinita e inconciliabile tra le due fazioni.

Direi che di altra carne al fuoco ce n'è tanta da discutere.
 

malos

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Eppure di ciechi ce ne sono ancora troppi.

Tutto pur di non ammettere che gliel’hanno messa in quel posto con loro che esultavano pure.

Fessi.

La mamma dei ******* è sempre incinta, d'altronde cambiare idea è sintomo d'intelligenza invece....
 

Lorenzo 89

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Io ero, e lo sono tutt'ora, uno di quelli che avrebbe spedito su Marte Maldini, Massara e Pioli dopo l'anno vergognoso della scorsa stagione toppando praticamente ogni acquisto, cosa mai successa neanche nell'era Mirabelli.
Ho dato un anno di tempo a questa società, ma se si presentano con un cesso a pedali come Fonseca dopo un anno del genere in cui siamo stati umiliati da tutti allora possono anche andare a quel paese.
Per me il successo di una squadra non sta nell'avere milanisti in società o avere magazzinieri e giardinieri italiani o robe del genere, per me sta nell'ambizione dei proprietari e la voglia di investire.
Fonseca va contro ogni tipo di ambizione nell'anno in cui avevi l'imbarazzo della scelta per la panchina, è proprio palese che a loro di vincere non interessa minimamente.
Tutti a dire che ci manca il milanismo quando tutta la tifoseria vorrebbe un gobbo dentro con un passato da merdazzurro in panchina è un controsenso.
Io Conte lo vorrei perchè ti fa vincere, del milanismo a me frega il giusto.
 

Sam

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Ragazzi, cerchiamo cortesemente di non trasformare il topic nella solita discussione pro-contro Maldini, molto limitante. Non l'ho citato apposta.

Ovviamente Paolo è stato un punto cardine sul quale ruotava la situazione del club, pregi e difetti del personaggio inclusi. Il punto della discussione va oltre Maldini.

La mia idea di topic era riflettere sul rischio di vedere il Milan profondamente cambiato, fino al punto di non riconoscerlo più, sulla base di quella idea che sta nell'etere cosmico impalpabile, cioè di un club speciale che ha regalato emozioni che forse nessun altro ha saputo regalare.

Questo per chi appartiene alla categoria dei "romantici". Altre persone possono fare altre considerazioni, sempre lecite.

Grazie.
Il problema Gabri è che il male che sta colpendo il Milan, ovvero il male del capitalismo applicato al calcio, è nato con Berlusconi.
Colui che ha cambiato le regole del mondo del calcio è stato proprio lui.

Berlusconi trasformò il Milan da un club ad una società che doveva produrre spettacolo. Il Milan è stato un mezzo con cui Berlusconi ha fatto politica, televisione e quant'altro.

Naturalmente la situazione tragica in cui versa questo Paese, che è un problema più grande dello stesso Milan, ha fatto sì che la bolla speculativa scoppiasse negli anni 2000, portando la Serie A al disastro che conosciamo.
In sostanza, ci si è ritorto contro un mostro che noi stessi abbiamo contribuito a creare.
Aggiungici che le ultime politiche sportive SERIE in questo Paese sono state fatte in epoca fascista, e che dopo lo sport è diventato un qualcosa di mera speculazione (vedasi Italia 90), ed il quadro desolante è quasi completo.
Basta vedere la data degli impianti sportivi, per farsene un'idea.

Per completare il quadro, la sentenza Bosman ha messo gli ultimi chiodi sulla bara, poiché ha trasformato gli atleti in macchine da soldi, in aziende vere e proprie che firmano contratti con altre aziende macchine da soldi (i club) con lo stesso livello di interesse con cui firmano con gli sponsor delle scarpe.

Il resto è mera speculazione fatta da avvoltoi vari su un settore che di sportivo non ha più nulla.
 
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Il problema Gabri è che il male che sta colpendo il Milan, ovvero il male del capitalismo applicato al calcio, è nato con Berlusconi.
Colui che ha cambiato le regole del mondo del calcio è stato proprio lui.

Berlusconi trasformò il Milan da un club ad una società che doveva produrre spettacolo. Il Milan è stato un mezzo con cui Berlusconi ha fatto politica, televisione e quant'altro.

Naturalmente la situazione tragica in cui versa questo Paese, che è un problema più grande dello stesso Milan, ha fatto sì che la bolla speculativa scoppiasse negli anni 2000, portando la Serie A al disastro che conosciamo.
In sostanza, ci si è ritorto contro un mostro che noi stessi abbiamo contribuito a creare.
Aggiungici che le ultime politiche sportive SERIE in questo Paese sono state fatte in epoca fascista, e che dopo lo sport è diventato un qualcosa di mera speculazione (vedasi Italia 90), ed il quadro desolante è quasi completo.
Basta vedere la data degli impianti sportivi, per farsene un'idea.

Per completare il quadro, la sentenza Bosman ha messo gli ultimi chiodi sulla bara, poiché ha trasformato gli atleti in macchine da soldi, in aziende vere e proprie che firmano contratti con altre aziende macchine da soldi (i club) con lo stesso livello di interesse con cui firmano con gli sponsor delle scarpe.

Il resto è mera speculazione fatta da avvoltoi vari su un settore che di sportivo non ha più nulla.

Berlusconi è stato solo il primo ad averlo fatto ed aver intuito dove si stava andando.
GRAZIE A DIO

Altrimenti altro che "siamo il Milan" o altre cose di cui ci riempiamo la bocca... pensando la storia sia finita.

La prima cosa come ben dici è stata la sentenza Bosman, che però per me più che causa è stata conseguenza: è stata solo un congiuntura collegata alla direzione in cui andava il mondo.
Secondo il giro di denaro sempre in aumento
Terzo Internet e social network sopratutto.

3 macro questioni e non in ordine di importanza.

Ciò che sta succedendo al Milan è ciò che sta succedendo al calcio, ciò che sta succedendo a tutti gli sport, ciò che sta succedendo a tutti campi della vita.

A me fa schifo, ma penso sia solo nostalgia.
O meglio, noi potremo pure avere ragione, ma quelli dell' epoca precedente sono morti, quelli dell'epoca futura non si porranno i quesiti che ci poniamo noi.
A loro evidentemente piacerà cosi.

Quindi perfetti tutti gli sfoghi, concordo con tutti e mi sto distaccando sempre più da questo mondo.
Ma non crucciamoci troppo che è una sfida che abbiamo già perso.
 

gabri65

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Il problema Gabri è che il male che sta colpendo il Milan, ovvero il male del capitalismo applicato al calcio, è nato con Berlusconi.
Colui che ha cambiato le regole del mondo del calcio è stato proprio lui.

Berlusconi trasformò il Milan da un club ad una società che doveva produrre spettacolo. Il Milan è stato un mezzo con cui Berlusconi ha fatto politica, televisione e quant'altro.

Naturalmente la situazione tragica in cui versa questo Paese, che è un problema più grande dello stesso Milan, ha fatto sì che la bolla speculativa scoppiasse negli anni 2000, portando la Serie A al disastro che conosciamo.
In sostanza, ci si è ritorto contro un mostro che noi stessi abbiamo contribuito a creare.
Aggiungici che le ultime politiche sportive SERIE in questo Paese sono state fatte in epoca fascista, e che dopo lo sport è diventato un qualcosa di mera speculazione (vedasi Italia 90), ed il quadro desolante è quasi completo.
Basta vedere la data degli impianti sportivi, per farsene un'idea.

Per completare il quadro, la sentenza Bosman ha messo gli ultimi chiodi sulla bara, poiché ha trasformato gli atleti in macchine da soldi, in aziende vere e proprie che firmano contratti con altre aziende macchine da soldi (i club) con lo stesso livello di interesse con cui firmano con gli sponsor delle scarpe.

Il resto è mera speculazione fatta da avvoltoi vari su un settore che di sportivo non ha più nulla.

Guarda Sam, io sono perfettamente d'accordo con te e parecchi tuoi pensieri, se non tutti, sono pure miei.

Sono perfettamente cosciente di quello che è stato Berlusconi per il Milan. Ci ha fatto attraversare un periodo d'oro, forse irripetibile, ma ci ha anche condannato.

Abbiamo sostanzialmente fatto un patto con il diavolo. Berlusconi per me rappresenta una delle principali sorgenti di degrado del paese, che già era in bilico. Il suo modo di fare ha fatto purtroppo breccia e quello che abbiamo intorno in questa scalcinata nazione lo dobbiamo anche a lui.

Per quanto riguarda il discorso Milan nello stretto, avevo già sollevato varie volte la questione, e cioè cosa è veramente il Milan.

Se i successi del Milan nello scorso trentennio sono una alterazione del club dovuta agli steroidi che ci ha iniettato Berlusconi, allora dobbiamo essere consapevoli di un ruolo da nobile decaduta. D'altra parte quando il Milan ha avuto una proprietà un attimo degna e passionale (Rizzoli) allora abbiamo vinto. Ma pure con delinquenti comunque ci siamo risollevati dalla serie B e abbiamo reso sopra ogni aspettativa, segno che nel Milan vi era qualcosa di particolare, come anima.

Molti ritengono che questo è un periodo, un ciclo negativo, poi ritorneremo.

Prima la pensavo anch'io così, ora non più. Perché secondo me si sta discutendo di altra roba, molto più grave. Il pericolo è perdere il treno in un ambiente sempre più competitivo, e non avere la possibilità di recuperare, come è successo a tanti altri club, Torino su tutti. Sì, magari vinci una coppetta itaglia ogni tanto, non oltre.

Non mi metto a dilungarmi, poi ci sarebbe il discorso altrettanto importante (se non fondamentale) di cosa sta diventando il calcio, cioè una macchina mangiasoldi senza partecipazione emotiva. Se le società di calcio sono assimilabili ad aziende multinazionali, come molti dicono (e sperano), allora il calcio non fa più per me.

Questo, per quanto mi riguarda, trancia in modo definitivo la mia passione.
 

Sam

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Guarda Sam, io sono perfettamente d'accordo con te e parecchi tuoi pensieri, se non tutti, sono pure miei.

Sono perfettamente cosciente di quello che è stato Berlusconi per il Milan. Ci ha fatto attraversare un periodo d'oro, forse irripetibile, ma ci ha anche condannato.

Abbiamo sostanzialmente fatto un patto con il diavolo. Berlusconi per me rappresenta una delle principali sorgenti di degrado del paese, che già era in bilico. Il suo modo di fare ha fatto purtroppo breccia e quello che abbiamo intorno in questa scalcinata nazione lo dobbiamo anche a lui.

Per quanto riguarda il discorso Milan nello stretto, avevo già sollevato varie volte la questione, e cioè cosa è veramente il Milan.

Se i successi del Milan nello scorso trentennio sono una alterazione del club dovuta agli steroidi che ci ha iniettato Berlusconi, allora dobbiamo essere consapevoli di un ruolo da nobile decaduta. D'altra parte quando il Milan ha avuto una proprietà un attimo degna e passionale (Rizzoli) allora abbiamo vinto. Ma pure con delinquenti comunque ci siamo risollevati dalla serie B e abbiamo reso sopra ogni aspettativa, segno che nel Milan vi era qualcosa di particolare, come anima.

Molti ritengono che questo è un periodo, un ciclo negativo, poi ritorneremo.

Prima la pensavo anch'io così, ora non più. Perché secondo me si sta discutendo di altra roba, molto più grave. Il pericolo è perdere il treno in un ambiente sempre più competitivo, e non avere la possibilità di recuperare, come è successo a tanti altri club, Torino su tutti. Sì, magari vinci una coppetta itaglia ogni tanto, non oltre.

Non mi metto a dilungarmi, poi ci sarebbe il discorso altrettanto importante (se non fondamentale) di cosa sta diventando il calcio, cioè una macchina mangiasoldi senza partecipazione emotiva. Se le società di calcio sono assimilabili ad aziende multinazionali, come molti dicono (e sperano), allora il calcio non fa più per me.

Questo, per quanto mi riguarda, trancia in modo definitivo la mia passione.
Ma il treno non è prendibile. Non lo stai perdendo, l'hai perso anni e anni fa.
Oggi che il calcio è un business di intrattenimento, che deve produrre attrazione più che risultato in campo, nessuno investe in un Paese in cui per fare uno Stadio, ti ci ritrovi contro una marea di burocrazia e comitati vari, per lo più sostenuti da Governi di tutti i colori che non valorizzano lo sport nemmeno dal punto di vista ministeriale.

Chi investirebbe in un Paese così? Nessuno.
Non lo faresti neanche tu, se avessi quei soldi.
 

Sam

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Berlusconi è stato solo il primo ad averlo fatto ed aver intuito dove si stava andando.
GRAZIE A DIO


Altrimenti altro che "siamo il Milan" o altre cose di cui ci riempiamo la bocca... pensando la storia sia finita.

La prima cosa come ben dici è stata la sentenza Bosman, che però per me più che causa è stata conseguenza: è stata solo un congiuntura collegata alla direzione in cui andava il mondo.
Secondo il giro di denaro sempre in aumento
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3 macro questioni e non in ordine di importanza.

Ciò che sta succedendo al Milan è ciò che sta succedendo al calcio, ciò che sta succedendo a tutti gli sport, ciò che sta succedendo a tutti campi della vita.

A me fa schifo, ma penso sia solo nostalgia.
O meglio, noi potremo pure avere ragione, ma quelli dell' epoca precedente sono morti, quelli dell'epoca futura non si porranno i quesiti che ci poniamo noi.
A loro evidentemente piacerà cosi.

Quindi perfetti tutti gli sfoghi, concordo con tutti e mi sto distaccando sempre più da questo mondo.
Ma non crucciamoci troppo che è una sfida che abbiamo già perso.
Non la vedo così, perché di fatto Berlusconi è stato più miope di quanto si pensi.
Lui, come un po' la mentalità italiana, ha pensato al mangiare subito anziché gettare le basi per mangiare sempre.

Lo dimostra il fatto che non ha mai fatto politiche per sostenere investimenti sullo sport, che alimentassero il circolo vizioso di investimenti che c'è oggi in Premier League.
Lui semplicemente ha fatto speculazione, camminando sulle uova. E la cosa gli è scoppiata in faccia, dopo che il castello ha cominciato a cadere con i crack della Parmalat e della Cirio che hanno affossato non solo Parma e Lazio, ma tutto il calcio italiano.
Da lì in poi non è più riuscito nemmeno lui a risanare la situazione, poiché senza una struttura dietro che permette di far veicolare capitale, attrarre investitori è impossibile. E lui non aveva alcun interesse a rimetterci i suoi soldi e i suoi reali interessi, che non erano nello sport, per sanare non solo il Milan, ma tutto il movimento calcistico italiano.
 

gabri65

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Ma il treno non è prendibile. Non lo stai perdendo, l'hai perso anni e anni fa.
Oggi che il calcio è un business di intrattenimento, che deve produrre attrazione più che risultato in campo, nessuno investe in un Paese in cui per fare uno Stadio, ti ci ritrovi contro una marea di burocrazia e comitati vari, per lo più sostenuti da Governi di tutti i colori che non valorizzano lo sport nemmeno dal punto di vista ministeriale.

Chi investirebbe in un Paese così? Nessuno.
Non lo faresti neanche tu, se avessi quei soldi.

Chiaro.

Uno dei maggiori responsabili di tutto questo è il famoso Sistema, il dispositivo tentacolare di mafie, malaffare, corruzione e altre schifezze che ormai permea il paese alla saturazione.

E noi siamo sensibili più degli altri, a quanto pare, visto anche il nostro emerito presidente.
 
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Ragazzi, cerchiamo cortesemente di non trasformare il topic nella solita discussione pro-contro Maldini, molto limitante. Non l'ho citato apposta.

Ovviamente Paolo è stato un punto cardine sul quale ruotava la situazione del club, pregi e difetti del personaggio inclusi. Il punto della discussione va oltre Maldini.

La mia idea di topic era riflettere sul rischio di vedere il Milan profondamente cambiato, fino al punto di non riconoscerlo più, sulla base di quella idea che sta nell'etere cosmico impalpabile, cioè di un club speciale che ha regalato emozioni che forse nessun altro ha saputo regalare.

Questo per chi appartiene alla categoria dei "romantici". Altre persone possono fare altre considerazioni, sempre lecite.

Grazie.
Il Milan è profondamente cambiato da una vita, da quasi tre lustri. Non avremo più l’identità milanista manco con un’altra proprietà. Escludere però il “tema Paolo” è un giochino fine a se stesso, perché verrebbe meno il senso del topic stesso (con il capitano non avrebbe senso l’argomento…). Peraltro nessuna proprietà ha più oramai radici storiche, solo che quelle che vincono sono giustificate ed il “fine giustifica i mezzi”, mentre chi non raggiunge gli scopi si attacca. Poi come ha detto qualcuno siamo figli del tempo che viviamo.
 
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