Ibra:"Non so quanto andrò avanti, ma quando torno...".

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Ibra intervistato da Radio 105:"Ho fiducia in tutto quello che sto facendo. Quanto andrò avanti non lo so, ma cerco sempre di andare oltre al limite. Perché essere normali quando puoi essere più forte? Vediamo per il futuro. Sono curioso per certe cose: per esempio, diventare un attore, qualcosa che mi dà adrenalina. Ma nulla sarà come il calcio. Dovrò fare la differenza. Ho tanti progetti, ma ora il mio focus è essere un calciatore. Quando torno butto giù tutto lo stadio".

"Il libro Adrenalina? Sono contento per il risultato, è una parte della mia storia. Il feedback è stato positivo. Sono felice e orgoglioso di questo. Avevo voglia di raccontare il mio presente. Quando decido di parlare, parlo. Non ho nulla da nascondere. In tutte le cose che faccio c’entra l’adrenalina. Ora che non gioco devo tirarla fuori in un altro modo. L'adrenalina è una cosa che ti fa andare avanti, caricandoti".

"Gli arbitri? All’inizio non mi controllavo, urlavo e gli attaccavo. Ora invece sono più maturo e gestisco meglio la situazione. Anche loro riconoscono il mio cambio di atteggiamento e si comportano diversamente".

"Gli infortuni?Sono situazioni molto difficili. Nella mia carriera non ho avuto tanti stop. Negli ultimi anni invece mi sono fermato spesso, anche con un infortunio grave. Ma è Ibra che decide quando smettere. Tanti continuano a darmi del finito, ma mi caricano".

"Questo campionato mi sembra equilibrato. Chi è più forte da febbraio-marzo, vincerà. Anche perché ora iniziano le partite europee per le altre. Quando sono arrivato io, la Serie A era diversa, era pieno di superstars. Mentre oggi è più collettivo. Se vincessi con questa squadra mi darebbe più soddisfazione di dieci anni fa".

"Galliani?Gli voglio troppo bene. Quando ero a Barcellona non ero felice e non avevo adrenalina. Adriano mi ha chiamato e mi ha detto 'Questa volta torni in Italia e giochi nel Milan'. È venuto a casa mia e mi ha detto 'Non mi alzo finché non accetti'. È un gentleman, con lui e Berlusconi ero tornato felice. Le cose alla fine sono andate bene e abbiamo vinto. Quando sono andato via ero molto arrabbiato con lui, per otto mesi non ci siamo parlati. Gli ho detto 'Vendi tutta la squadra, ma non Ibra'. Mi aveva promesso di non vendermi, poi in estate mi ha spiegato la situazione e mi hanno venduto al Psg. Non ero felice…".

"Il ritorno in Europa? Non dovevo tornare. Sono andato in America perché venivo da un infortunio grave. Là è andata benissimo. Mino mi ha manipolato (ride, ndr) e mi ha convinto a venire qui. Non era programmato. In Europa era tutto fermo, serviva il terremoto di Zlatan".

"Il futuro? Ho fiducia in tutto quello che sto facendo. Quanto andrò avanti non lo so, ma cerco sempre di andare oltre al limite. Perché essere normali quando puoi essere più forte? Vediamo per il futuro. Sono curioso per certe cose: per esempio, diventare un attore, qualcosa che mi dà adrenalina. Ma nulla sarà come il calcio. Dovrò fare la differenza. Ho tanti progetti, ma ora il mio focus è essere un calciatore. Quando torno butto giù tutto lo stadio".
 
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Jino

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Ibra intervistato da Radio 105:"Ho fiducia in tutto quello che sto facendo. Quanto andrò avanti non lo so, ma cerco sempre di andare oltre al limite. Perché essere normali quando puoi essere più forte? Vediamo per il futuro. Sono curioso per certe cose: per esempio, diventare un attore, qualcosa che mi dà adrenalina. Ma nulla sarà come il calcio. Dovrò fare la differenza. Ho tanti progetti, ma ora il mio focus è essere un calciatore. Quando torno butto giù tutto lo stadio".

Alla fine come dicono molti Zlatan deve essere il valore aggiunto, non può essere il centravanti sul quale puntare una stagione, è anagraficamente impossibile.
 
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Ibra intervistato da Radio 105:"Ho fiducia in tutto quello che sto facendo. Quanto andrò avanti non lo so, ma cerco sempre di andare oltre al limite. Perché essere normali quando puoi essere più forte? Vediamo per il futuro. Sono curioso per certe cose: per esempio, diventare un attore, qualcosa che mi dà adrenalina. Ma nulla sarà come il calcio. Dovrò fare la differenza. Ho tanti progetti, ma ora il mio focus è essere un calciatore. Quando torno butto giù tutto lo stadio".
Ah, vuole candidarsi a sindaco al posto di Sala?
 
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Ibra intervistato da Radio 105:"Ho fiducia in tutto quello che sto facendo. Quanto andrò avanti non lo so, ma cerco sempre di andare oltre al limite. Perché essere normali quando puoi essere più forte? Vediamo per il futuro. Sono curioso per certe cose: per esempio, diventare un attore, qualcosa che mi dà adrenalina. Ma nulla sarà come il calcio. Dovrò fare la differenza. Ho tanti progetti, ma ora il mio focus è essere un calciatore. Quando torno butto giù tutto lo stadio".
Butta giù lo stadio e poi si stira.
 

Swaitak

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Ibra intervistato da Radio 105:"Ho fiducia in tutto quello che sto facendo. Quanto andrò avanti non lo so, ma cerco sempre di andare oltre al limite. Perché essere normali quando puoi essere più forte? Vediamo per il futuro. Sono curioso per certe cose: per esempio, diventare un attore, qualcosa che mi dà adrenalina. Ma nulla sarà come il calcio. Dovrò fare la differenza. Ho tanti progetti, ma ora il mio focus è essere un calciatore. Quando torno butto giù tutto lo stadio".
ce lo vedo in Fast and furious 10 con la canottiera smanicata
 

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Ibra intervistato da Radio 105:"Ho fiducia in tutto quello che sto facendo. Quanto andrò avanti non lo so, ma cerco sempre di andare oltre al limite. Perché essere normali quando puoi essere più forte? Vediamo per il futuro. Sono curioso per certe cose: per esempio, diventare un attore, qualcosa che mi dà adrenalina. Ma nulla sarà come il calcio. Dovrò fare la differenza. Ho tanti progetti, ma ora il mio focus è essere un calciatore. Quando torno butto giù tutto lo stadio".

"Il libro Adrenalina? Sono contento per il risultato, è una parte della mia storia. Il feedback è stato positivo. Sono felice e orgoglioso di questo. Avevo voglia di raccontare il mio presente. Quando decido di parlare, parlo. Non ho nulla da nascondere. In tutte le cose che faccio c’entra l’adrenalina. Ora che non gioco devo tirarla fuori in un altro modo. L'adrenalina è una cosa che ti fa andare avanti, caricandoti".

"Gli arbitri? All’inizio non mi controllavo, urlavo e gli attaccavo. Ora invece sono più maturo e gestisco meglio la situazione. Anche loro riconoscono il mio cambio di atteggiamento e si comportano diversamente".

"Gli infortuni?Sono situazioni molto difficili. Nella mia carriera non ho avuto tanti stop. Negli ultimi anni invece mi sono fermato spesso, anche con un infortunio grave. Ma è Ibra che decide quando smettere. Tanti continuano a darmi del finito, ma mi caricano".

"Questo campionato mi sembra equilibrato. Chi è più forte da febbraio-marzo, vincerà. Anche perché ora iniziano le partite europee per le altre. Quando sono arrivato io, la Serie A era diversa, era pieno di superstars. Mentre oggi è più collettivo. Se vincessi con questa squadra mi darebbe più soddisfazione di dieci anni fa".

"Galliani?Gli voglio troppo bene. Quando ero a Barcellona non ero felice e non avevo adrenalina. Adriano mi ha chiamato e mi ha detto 'Questa volta torni in Italia e giochi nel Milan'. È venuto a casa mia e mi ha detto 'Non mi alzo finché non accetti'. È un gentleman, con lui e Berlusconi ero tornato felice. Le cose alla fine sono andate bene e abbiamo vinto. Quando sono andato via ero molto arrabbiato con lui, per otto mesi non ci siamo parlati. Gli ho detto 'Vendi tutta la squadra, ma non Ibra'. Mi aveva promesso di non vendermi, poi in estate mi ha spiegato la situazione e mi hanno venduto al Psg. Non ero felice…".

"Il ritorno in Europa? Non dovevo tornare. Sono andato in America perché venivo da un infortunio grave. Là è andata benissimo. Mino mi ha manipolato (ride, ndr) e mi ha convinto a venire qui. Non era programmato. In Europa era tutto fermo, serviva il terremoto di Zlatan".

"Il futuro? Ho fiducia in tutto quello che sto facendo. Quanto andrò avanti non lo so, ma cerco sempre di andare oltre al limite. Perché essere normali quando puoi essere più forte? Vediamo per il futuro. Sono curioso per certe cose: per esempio, diventare un attore, qualcosa che mi dà adrenalina. Ma nulla sarà come il calcio. Dovrò fare la differenza. Ho tanti progetti, ma ora il mio focus è essere un calciatore. Quando torno butto giù tutto lo stadio".
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gabri65

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Ibra intervistato da Radio 105:"Ho fiducia in tutto quello che sto facendo. Quanto andrò avanti non lo so, ma cerco sempre di andare oltre al limite. Perché essere normali quando puoi essere più forte? Vediamo per il futuro. Sono curioso per certe cose: per esempio, diventare un attore, qualcosa che mi dà adrenalina. Ma nulla sarà come il calcio. Dovrò fare la differenza. Ho tanti progetti, ma ora il mio focus è essere un calciatore. Quando torno butto giù tutto lo stadio".

"Il libro Adrenalina? Sono contento per il risultato, è una parte della mia storia. Il feedback è stato positivo. Sono felice e orgoglioso di questo. Avevo voglia di raccontare il mio presente. Quando decido di parlare, parlo. Non ho nulla da nascondere. In tutte le cose che faccio c’entra l’adrenalina. Ora che non gioco devo tirarla fuori in un altro modo. L'adrenalina è una cosa che ti fa andare avanti, caricandoti".

"Gli arbitri? All’inizio non mi controllavo, urlavo e gli attaccavo. Ora invece sono più maturo e gestisco meglio la situazione. Anche loro riconoscono il mio cambio di atteggiamento e si comportano diversamente".

"Gli infortuni?Sono situazioni molto difficili. Nella mia carriera non ho avuto tanti stop. Negli ultimi anni invece mi sono fermato spesso, anche con un infortunio grave. Ma è Ibra che decide quando smettere. Tanti continuano a darmi del finito, ma mi caricano".

"Questo campionato mi sembra equilibrato. Chi è più forte da febbraio-marzo, vincerà. Anche perché ora iniziano le partite europee per le altre. Quando sono arrivato io, la Serie A era diversa, era pieno di superstars. Mentre oggi è più collettivo. Se vincessi con questa squadra mi darebbe più soddisfazione di dieci anni fa".

"Galliani?Gli voglio troppo bene. Quando ero a Barcellona non ero felice e non avevo adrenalina. Adriano mi ha chiamato e mi ha detto 'Questa volta torni in Italia e giochi nel Milan'. È venuto a casa mia e mi ha detto 'Non mi alzo finché non accetti'. È un gentleman, con lui e Berlusconi ero tornato felice. Le cose alla fine sono andate bene e abbiamo vinto. Quando sono andato via ero molto arrabbiato con lui, per otto mesi non ci siamo parlati. Gli ho detto 'Vendi tutta la squadra, ma non Ibra'. Mi aveva promesso di non vendermi, poi in estate mi ha spiegato la situazione e mi hanno venduto al Psg. Non ero felice…".

"Il ritorno in Europa? Non dovevo tornare. Sono andato in America perché venivo da un infortunio grave. Là è andata benissimo. Mino mi ha manipolato (ride, ndr) e mi ha convinto a venire qui. Non era programmato. In Europa era tutto fermo, serviva il terremoto di Zlatan".

"Il futuro? Ho fiducia in tutto quello che sto facendo. Quanto andrò avanti non lo so, ma cerco sempre di andare oltre al limite. Perché essere normali quando puoi essere più forte? Vediamo per il futuro. Sono curioso per certe cose: per esempio, diventare un attore, qualcosa che mi dà adrenalina. Ma nulla sarà come il calcio. Dovrò fare la differenza. Ho tanti progetti, ma ora il mio focus è essere un calciatore. Quando torno butto giù tutto lo stadio".

Buttare giù lo stadio, ma lascia perdere, amico. Mica c'hai la balisticahhh del turco cornuto maledetto.

Ma robe da pazzi.
 
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