Ciò che inquieta di Fabbri è l'aver confermato la propria valutazione dopo essere stato sollecitato da Calvarese a rivedere la ripresa televisiva. Qui non si è nella svista in un momento irripetibile, come era in passato, ma nella certificazione di un errore di giudizio tecnico su una azione di fallo di mano, che l'arbitro ha potuto rivedere più volte nella ripresa televisiva, come consentito dal regolamento del VAR. Delle due l'una: o si tratta di una decisione in mala fede di una azione che il medesimo arbitro potrebbe valutare diversamente in un'altra occasione; ovvero si tratta del frutto del convincimento di un arbitro CAN che azioni simili possano essere valutate in modo difforme dalla giurisprudenza codificata della CAN stessa. In entrambi i casi, di eccezionale gravità, l'arbitro va sospeso sine die, e valutata la sua esclusione dai ruoli arbitrali, oppure il suo giudizio può, ovvero deve, essere sindacato da altro arbitro, o collegio di arbitri, posto in cabina di regia, e corretto. L'aberrazione, o la discrezionalità, non possono essere tollerate nell'era della tecnologia digitale. L'abbiamo voluta per neutralizzare le aree grigie dell'operato arbitrale, dobbiamo imporre che lo faccia.