Edicola: Milan ok. La squadra B funziona. Inter agganciata.

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GDS: il Milan 2 ti porta in vetta. Quante buone notizie per Pioli. I rossoneri agganciano l'Inter in vetta al primo posto e trovano in panchina le energie per restare in alto. Grande qualità da parte di Adli, Primo gol di Okafor. Crescono Musah e Chukwu. Pulisic ha ritrovato smalto.

CorSera in edicola: Milan, il passo giusto. Parte male, poi ribalta il Cagliari. Funziona la squadra B con i nuovi. Il Milan non si arrende e da Cagliari lancia un messaggio forte e chiaro al campionato, agganciando l’Inter in vetta. Lo choc del derby perso senza giocare resterà ancora a lungo un fantasma col quale fare i conti, ma le 5 vittorie in 6 partite sono la prova più evidente delle potenzialità di questo Diavolo, che non sarà perfetto, ma che ha qualità, ambizione e soprattutto margini di migliomento. Avvio così così alla Sardegna Arena, con i rossoblù che passano in vantaggio con l’indiavolato Luvumbu per poi lasciare però campo all’impetuosa reazione dei rossoneri, che all’intervallo hanno già ribaltato la questione con Okafor e Tomori, per poi chiudere i conti nella ripresa con Loftus-Cheek. Due considerazioni. La prima è negativa: l’approccio del Milan è stato deludente, tanto che decisiva per la rimonta è stata una papera del portiere di casa Radunovic. Pioli farà bene a indagare le ragioni di questa partenza slow-motion, perché non sempre ai suoi capiterà un avversario che ti omaggia. Pienamente positiva invece la seconda considerazione: se per il Milan B era un test, è stato superato. Con i titolarissimi Giroud e Leao inizialmente in panchina in virtù di un turnover inevitabile in vista delle 7 partite concentrate in un mese, i riservisti hanno risposto presente. A segno infatti sono andati due neo acquisti su tre, ma buone indicazioni sono arrivate anche da Adli, Chukwueze, Musah. Ha convinto soprattutto il primo, oggetto misterioso l’anno scorso, al quale è toccato l’incarico non semplice di sostituire Krunic in mezzo al campo. Pur avendo caratteristiche opposte, meno di lotta e più di governo, il francese è sembrato subito a suo agio: cambi campo, corsa, personalità. Resta l’impressione che Okafor non sia una vera prima punta, ma il gol del pari dimostra come lo svizzero possa comunque tornare utile anche in quel ruolo. Sabato nello scontro diretto con la Lazio e mercoledì a Dortmund si rivedranno ad ogni modo Leao e Giroud: contro Verona e Cagliari serviva l’en plein ed è arrivato, ora però le difficoltà crescono. Tornerà quindi il Milan A, ma con una consapevolezza in più: ora finalmente c’è una panchina che può dare una mano.

Tuttosport: il MIlan B agguanta la vetta. Servivano tre punti al Milan e tre punti sono arrivati a Cagliari con un successo per 3-1. Con un pizzico di fortuna - il pareggio di Okafor materializzatosi su errore di Radunovic nel miglior momento dei padroni di casa - e con la giusta cattiveria che Pioli aveva chiesto ai suoi. La squadra rossonera aveva bisogno di vincere per dare continuità al sofferto 1-0 col Verona e mettersi alle spalle un derby che continua evidentemente a lasciare dei segni. Anche ieri alla Unipol Domus il Milan è apparso distante dalla bella squadra delle prime tre giornate. Ci sono stati dei lampi - i primi dieci minuti e altri momenti qua e là durante la gara -, però il ritmo asfissiante, ed europeo, che il Diavolo aveva mostrato ad agosto adesso si vede a sprazzi. Molto a sprazzi ma almeno, dopo le sbandate con i nerazzurri, la difesa è tornata - quasi - sul pezzo. Tre punti alla fine decisivi, visto che il blitz del Sassuolo al Meazza ha permesso di agguantare nuovamente il primo posto a fianco dell’Inter.

SEI NUOVI ACQUISTI
Però va anche detto che ieri Pioli ha cambiato molto, schierando ben sei nuovi acquisti dall’inizio, con un centrocampo inedito - con Adli all’esame da vice-Krunic, superato - e un tridente privo di Giroud e Leao. La stagione scorsa sarebbe stato impensabile vedere un Milan vincente senza i suoi due assi offensivi contemporaneamente. Invece ieri, al di là di quaranta minuti di assestamento in cui i vari Chukwueze, Okafor e Pulisic sono rimbalzati contro la retroguardia del Cagliari, capendo una volta di più come le difese italiane siano leggermente più organizzate di quelle spagnole o austriache, le risposte sono state incoraggianti. C’è vita nelle seconde linee - nella ripresa ha fatto bene anche Musah da centrocampista centrale - e quindi l’obiettivo di Pioli e del club di allungare le rotazioni e avere più “titolari”, sembra indirizzato sulla strada giusta. Detto ciò, il Milan - dopo la buona partenza guidata dalle accelerazioni di Reijnders - si è spento una volta superato il quarto d’ora, lasciando troppo campo alle ripartenze di Luvumbo che, dopo dieci minuti di avvertimenti, ha colpito al 29’ con un mancino devastante. Il Milan, tramortito, ha faticato a rialzarsi, ma il regalo al 40’ di Radunovic su cross di Pulisic - evidentemente ai rossoneri portano bene i portieri con desinenza Radu (Bologna-Inter 2-1 nella stagione dello scudetto rossonero 2021-22) -, ha cambiato l’inerzia del match, ribaltato cinque minuti più tardi dal 2-1 di Tomori in mischia su azione da calcio d’angolo ispirata da Reijnders imbeccato da Pulisic. Nella ripresa il Cagliari è passato dal 3-5-2 al 4-4-2 con l’ingresso del frizzante Oristanio, ma anche in questo caso, dopo un buon avvio dei sardi, è stato un destro preciso dalla distanza di Loftus-Cheek a chiudere il discorso. Okafor prima, Loftus-Cheek poi, a confermare le buone scelte dal mercato: «Sono molto felice per la vittoria, nonostante lo svantaggio siamo rimasti forti mentalmente e siamo riusciti a rimontare - ha commentato a fine gara il centrocampista inglese -. Volevamo sbloccare noi la gara, siamo andati sotto e per questo sono orgoglioso della reazione perché vogliamo lottare per lo scudetto e queste sono partite da vincere».


CorSport: Okafor spegne il Cagliari. Alla prima da titolare l’ex Salisburgo decisivo Tomori e Loftus-Cheek per l’1-3: Pioli è in vetta. Cagliari in vantaggio con Luvumbo ma poi il gol dello svizzero cambia tutto. Milan in vetta con l'Inter. Il Milan ha già ottenuto 5 gol in 6 partite nell’ultimo quarto d’ora del primo tempo. Quindi niente accade per caso. Anche godersi il riposo con la sensazione inebriante della vittoria dopo aver temuto complicazioni eccessive. Capita. Un po’ era prevedibile la fatica, sia perché è difficile trovare spazi contro un avversario rintanato in difesa sia perché il turnover di Pioli ha richiesto un comprensibile rodaggio dei nuovi calciatori chiamati in causa. Soprattutto Adli, che in regia non è andato male ma è stato il principale responsabile del gol del Cagliari facendosi soffiare il pallone da Luvumbo in una zona pericolosa. Viceversa Chukwueze a de- stra, dopo un buon inizio, si è spento ma non è stato necessario ricorrere ai titolari per condurre in porto la missione: nella ripresa un tiro meraviglioso di Loftus-Cheek, secondo inglese della serata a sorridere, ha scavato il fossato decisivo, proprio quando Ranieri aveva vivacizzato la squadra passando al 4-4-2 con lo spunto di Oristanio. Sul 3-1 non c’era più storia anche se il Cagliari, trascinato dal solito Luvumbo, ha tentato fino all’ultimo secondo di onorare la partita.


Repubblica: Milan in testa con le riserve. Il derby è già il passato. La coerenza non è costata cara a Pioli, massimo teorico del turnover. Il Milan si è concesso il lusso di vincere, in trasferta, la quinta partita nelle prime sei giornate con la più inedita delle formazioni possibili: autentico manifesto del mercato estivo, con sei calciatori su undici arrivati dalla campagna acquisti e il settimo, Adli battezzato regista, che era di fatto una novità a sua volta, visto il curriculum da comparsa nella sua esperienza milanista. Anche se Pioli non lo ha dichiarato, la sua è sembrata quasi una sfida implicita alle critiche per la disfatta nel derby, in cui la differenza di rendimento rispetto ai neoacquisti dell’Inter era stata nettissima. Ma diventa impossibile anche non notare i difetti del Milan di ieri:
La regia di Adli, basata su sventagliate di precisione con una certa tendenza allo stilismo, ha trovato l’ostacolo di un tridente poco affiatato: Okafor non è Giroud, ma un centravanti sui generis, Pulisic non è Leao a sinistra e Chukwueze, a destra, è più dribblomane ma spesso meno efficace di Pulisic stesso. Così al Cagliari, che aveva segnato un solo gol in cinque giornate col vitalissimo Luvumbo e che continua ad aspettare Lapadula, è bastato chiudersi a fisarmonica e alimentare il saltuario contropiede per pungere sul serio i più forti. Ed è stato proprio Adli, perdendo palla sul pressing di Luvumbo vicino all’area di Sportiello, a permettere il triangolo fulmineo tra Nandez e l’attaccante angolano, che dopo meno di mezz’ora ha scagliato in porta l’1-0. Per fortuna del Milan è entrato in scena lo sciagurato portiere Radunovic, che prima dell’intervallo ha trasformato due cross bassi, non molto complicati da bloccare (il primo, di Pulisic) e da respingere meglio (il secondo, di Reijnders), in altrettanti assist per Okafor e per Reijnders. Sotto 1-2, Ranieri nella ripresa ha inserito il fantasioso Oristanio, ma dopo un solo quarto d’ora Loftus-Cheek ha inventato il 3-1 da lontano e la partita si è fatta passerella, con la svogliata apparizione di Leao e con l’esperimento di un terzo regista in stagione: dopo Krunic e l’orgoglioso Adli è toccato a Musah.
 

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Però va anche detto che ieri Pioli ha cambiato molto, schierando ben sei nuovi acquisti dall’inizio, con un centrocampo inedito - con Adli all’esame da vice-Krunic, superato - e un tridente privo di Giroud e Leao. La stagione scorsa sarebbe stato impensabile vedere un Milan vincente senza i suoi due assi offensivi contemporaneamente. Invece ieri, al di là di quaranta minuti di assestamento in cui i vari Chukwueze, Okafor e Pulisic sono rimbalzati contro la retroguardia del Cagliari, capendo una volta di più come le difese italiane siano leggermente più organizzate di quelle spagnole o austriache, le risposte sono state incoraggianti. C’è vita nelle seconde linee - nella ripresa ha fatto bene anche Musah da centrocampista centrale - e quindi l’obiettivo di Pioli e del club di allungare le rotazioni e avere più “titolari”, sembra indirizzato sulla strada giusta. Detto ciò, il Milan - dopo la buona partenza guidata dalle accelerazioni di Reijnders - si è spento una volta superato il quarto d’ora, lasciando troppo campo alle ripartenze di Luvumbo che, dopo dieci minuti di avvertimenti, ha colpito al 29’ con un mancino devastante. Il Milan, tramortito, ha faticato a rialzarsi, ma il regalo al 40’ di Radunovic su cross di Pulisic - evidentemente ai rossoneri portano bene i portieri con desinenza Radu (Bologna-Inter 2-1 nella stagione dello scudetto rossonero 2021-22) -, ha cambiato l’inerzia del match, ribaltato cinque minuti più tardi dal 2-1 di Tomori in mischia su azione da calcio d’angolo ispirata da Reijnders imbeccato da Pulisic. Nella ripresa il Cagliari è passato dal 3-5-2 al 4-4-2 con l’ingresso del frizzante Oristanio, ma anche in questo caso, dopo un buon avvio dei sardi, è stato un destro preciso dalla distanza di Loftus-Cheek a chiudere il discorso. Okafor prima, Loftus-Cheek poi, a confermare le buone scelte dal mercato: «Sono molto felice per la vittoria, nonostante lo svantaggio siamo rimasti forti mentalmente e siamo riusciti a rimontare - ha commentato a fine gara il centrocampista inglese -. Volevamo sbloccare noi la gara, siamo andati sotto e per questo sono orgoglioso della reazione perché vogliamo lottare per lo scudetto e queste sono partite da vincere».
 

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Repubblica: Milan in testa con le riserve. Il derby è già il passato. La coerenza non è costata cara a Pioli, massimo teorico del turnover. Il Milan si è concesso il lusso di vincere, in trasferta, la quinta partita nelle prime sei giornate con la più inedita delle formazioni possibili: autentico manifesto del mercato estivo, con sei calciatori su undici arrivati dalla campagna acquisti e il settimo, Adli battezzato regista, che era di fatto una novità a sua volta, visto il curriculum da comparsa nella sua esperienza milanista. Anche se Pioli non lo ha dichiarato, la sua è sembrata quasi una sfida implicita alle critiche per la disfatta nel derby, in cui la differenza di rendimento rispetto ai neoacquisti dell’Inter era stata nettissima. Ma diventa impossibile anche non notare i difetti del Milan di ieri: la regia di Adli, basata su sventagliate di precisione con una certa tendenza allo stilismo, ha trovato l’ostacolo di un tridente poco affiatato: Okafor non è Giroud, ma un centravanti sui generis, Pulisic non è Leao a sinistra e Chukwueze, a destra, è più dribblomane ma spesso meno efficace di Pulisic stesso. Così al Cagliari, che aveva segnato un solo gol in cinque giornate col vitalissimo Luvumbo e che continua ad aspettare Lapadula, è bastato chiudersi a fisarmonica e alimentare il saltuario contropiede per pungere sul serio i più forti. Ed è stato proprio Adli, perdendo palla sul pressing di Luvumbo vicino all’area di Sportiello, a permettere il triangolo fulmineo tra Nandez e l’attaccante angolano, che dopo meno di mezz’ora ha scagliato in porta l’1-0. Per fortuna del Milan è entrato in scena lo sciagurato portiere Radunovic, che prima dell’intervallo ha trasformato due cross bassi, non molto complicati da bloccare (il primo, di Pulisic) e da respingere meglio (il secondo, di Reijnders), in altrettanti assist per Okafor e per Reijnders. Sotto 1-2, Ranieri nella ripresa ha inserito il fantasioso Oristanio, ma dopo un solo quarto d’ora Loftus-Cheek ha inventato il 3-1 da lontano e la partita si è fatta passerella, con la svogliata apparizione di Leao e con l’esperimento di un terzo regista in stagione: dopo Krunic e l’orgoglioso Adli è toccato a Musah.
 
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GDS: il Milan 2 ti porta in vetta. Quante buone notizie per Pioli. I rossoneri agganciano l'Inter in vetta al primo posto e trovano in panchina le energie per restare in alto. Grande qualità da parte di Adli, Primo gol di Okafor. Crescono Musah e Chukwu. Pulisic ha ritrovato smalto.

CorSera in edicola: Milan, il passo giusto. Parte male, poi ribalta il Cagliari. Funziona la squadra B con i nuovi. Il Milan non si arrende e da Cagliari lancia un messaggio forte e chiaro al campionato, agganciando l’Inter in vetta. Lo choc del derby perso senza giocare resterà ancora a lungo un fantasma col quale fare i conti, ma le 5 vittorie in 6 partite sono la prova più evidente delle potenzialità di questo Diavolo, che non sarà perfetto, ma che ha qualità, ambizione e soprattutto margini di migliomento. Avvio così così alla Sardegna Arena, con i rossoblù che passano in vantaggio con l’indiavolato Luvumbu per poi lasciare però campo all’impetuosa reazione dei rossoneri, che all’intervallo hanno già ribaltato la questione con Okafor e Tomori, per poi chiudere i conti nella ripresa con Loftus-Cheek. Due considerazioni. La prima è negativa: l’approccio del Milan è stato deludente, tanto che decisiva per la rimonta è stata una papera del portiere di casa Radunovic. Pioli farà bene a indagare le ragioni di questa partenza slow-motion, perché non sempre ai suoi capiterà un avversario che ti omaggia. Pienamente positiva invece la seconda considerazione: se per il Milan B era un test, è stato superato. Con i titolarissimi Giroud e Leao inizialmente in panchina in virtù di un turnover inevitabile in vista delle 7 partite concentrate in un mese, i riservisti hanno risposto presente. A segno infatti sono andati due neo acquisti su tre, ma buone indicazioni sono arrivate anche da Adli, Chukwueze, Musah. Ha convinto soprattutto il primo, oggetto misterioso l’anno scorso, al quale è toccato l’incarico non semplice di sostituire Krunic in mezzo al campo. Pur avendo caratteristiche opposte, meno di lotta e più di governo, il francese è sembrato subito a suo agio: cambi campo, corsa, personalità. Resta l’impressione che Okafor non sia una vera prima punta, ma il gol del pari dimostra come lo svizzero possa comunque tornare utile anche in quel ruolo. Sabato nello scontro diretto con la Lazio e mercoledì a Dortmund si rivedranno ad ogni modo Leao e Giroud: contro Verona e Cagliari serviva l’en plein ed è arrivato, ora però le difficoltà crescono. Tornerà quindi il Milan A, ma con una consapevolezza in più: ora finalmente c’è una panchina che può dare una mano.

Tuttosport: il MIlan B agguanta la vetta. Servivano tre punti al Milan e tre punti sono arrivati a Cagliari con un successo per 3-1. Con un pizzico di fortuna - il pareggio di Okafor materializzatosi su errore di Radunovic nel miglior momento dei padroni di casa - e con la giusta cattiveria che Pioli aveva chiesto ai suoi. La squadra rossonera aveva bisogno di vincere per dare continuità al sofferto 1-0 col Verona e mettersi alle spalle un derby che continua evidentemente a lasciare dei segni. Anche ieri alla Unipol Domus il Milan è apparso distante dalla bella squadra delle prime tre giornate. Ci sono stati dei lampi - i primi dieci minuti e altri momenti qua e là durante la gara -, però il ritmo asfissiante, ed europeo, che il Diavolo aveva mostrato ad agosto adesso si vede a sprazzi. Molto a sprazzi ma almeno, dopo le sbandate con i nerazzurri, la difesa è tornata - quasi - sul pezzo. Tre punti alla fine decisivi, visto che il blitz del Sassuolo al Meazza ha permesso di agguantare nuovamente il primo posto a fianco dell’Inter.

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Però va anche detto che ieri Pioli ha cambiato molto, schierando ben sei nuovi acquisti dall’inizio, con un centrocampo inedito - con Adli all’esame da vice-Krunic, superato - e un tridente privo di Giroud e Leao. La stagione scorsa sarebbe stato impensabile vedere un Milan vincente senza i suoi due assi offensivi contemporaneamente. Invece ieri, al di là di quaranta minuti di assestamento in cui i vari Chukwueze, Okafor e Pulisic sono rimbalzati contro la retroguardia del Cagliari, capendo una volta di più come le difese italiane siano leggermente più organizzate di quelle spagnole o austriache, le risposte sono state incoraggianti. C’è vita nelle seconde linee - nella ripresa ha fatto bene anche Musah da centrocampista centrale - e quindi l’obiettivo di Pioli e del club di allungare le rotazioni e avere più “titolari”, sembra indirizzato sulla strada giusta. Detto ciò, il Milan - dopo la buona partenza guidata dalle accelerazioni di Reijnders - si è spento una volta superato il quarto d’ora, lasciando troppo campo alle ripartenze di Luvumbo che, dopo dieci minuti di avvertimenti, ha colpito al 29’ con un mancino devastante. Il Milan, tramortito, ha faticato a rialzarsi, ma il regalo al 40’ di Radunovic su cross di Pulisic - evidentemente ai rossoneri portano bene i portieri con desinenza Radu (Bologna-Inter 2-1 nella stagione dello scudetto rossonero 2021-22) -, ha cambiato l’inerzia del match, ribaltato cinque minuti più tardi dal 2-1 di Tomori in mischia su azione da calcio d’angolo ispirata da Reijnders imbeccato da Pulisic. Nella ripresa il Cagliari è passato dal 3-5-2 al 4-4-2 con l’ingresso del frizzante Oristanio, ma anche in questo caso, dopo un buon avvio dei sardi, è stato un destro preciso dalla distanza di Loftus-Cheek a chiudere il discorso. Okafor prima, Loftus-Cheek poi, a confermare le buone scelte dal mercato: «Sono molto felice per la vittoria, nonostante lo svantaggio siamo rimasti forti mentalmente e siamo riusciti a rimontare - ha commentato a fine gara il centrocampista inglese -. Volevamo sbloccare noi la gara, siamo andati sotto e per questo sono orgoglioso della reazione perché vogliamo lottare per lo scudetto e queste sono partite da vincere».


CorSport: Okafor spegne il Cagliari. Alla prima da titolare l’ex Salisburgo decisivo Tomori e Loftus-Cheek per l’1-3: Pioli è in vetta. Cagliari in vantaggio con Luvumbo ma poi il gol dello svizzero cambia tutto. Milan in vetta con l'Inter. Il Milan ha già ottenuto 5 gol in 6 partite nell’ultimo quarto d’ora del primo tempo. Quindi niente accade per caso. Anche godersi il riposo con la sensazione inebriante della vittoria dopo aver temuto complicazioni eccessive. Capita. Un po’ era prevedibile la fatica, sia perché è difficile trovare spazi contro un avversario rintanato in difesa sia perché il turnover di Pioli ha richiesto un comprensibile rodaggio dei nuovi calciatori chiamati in causa. Soprattutto Adli, che in regia non è andato male ma è stato il principale responsabile del gol del Cagliari facendosi soffiare il pallone da Luvumbo in una zona pericolosa. Viceversa Chukwueze a de- stra, dopo un buon inizio, si è spento ma non è stato necessario ricorrere ai titolari per condurre in porto la missione: nella ripresa un tiro meraviglioso di Loftus-Cheek, secondo inglese della serata a sorridere, ha scavato il fossato decisivo, proprio quando Ranieri aveva vivacizzato la squadra passando al 4-4-2 con lo spunto di Oristanio. Sul 3-1 non c’era più storia anche se il Cagliari, trascinato dal solito Luvumbo, ha tentato fino all’ultimo secondo di onorare la partita.


Repubblica: Milan in testa con le riserve. Il derby è già il passato. La coerenza non è costata cara a Pioli, massimo teorico del turnover. Il Milan si è concesso il lusso di vincere, in trasferta, la quinta partita nelle prime sei giornate con la più inedita delle formazioni possibili: autentico manifesto del mercato estivo, con sei calciatori su undici arrivati dalla campagna acquisti e il settimo, Adli battezzato regista, che era di fatto una novità a sua volta, visto il curriculum da comparsa nella sua esperienza milanista. Anche se Pioli non lo ha dichiarato, la sua è sembrata quasi una sfida implicita alle critiche per la disfatta nel derby, in cui la differenza di rendimento rispetto ai neoacquisti dell’Inter era stata nettissima. Ma diventa impossibile anche non notare i difetti del Milan di ieri:
La regia di Adli, basata su sventagliate di precisione con una certa tendenza allo stilismo, ha trovato l’ostacolo di un tridente poco affiatato: Okafor non è Giroud, ma un centravanti sui generis, Pulisic non è Leao a sinistra e Chukwueze, a destra, è più dribblomane ma spesso meno efficace di Pulisic stesso. Così al Cagliari, che aveva segnato un solo gol in cinque giornate col vitalissimo Luvumbo e che continua ad aspettare Lapadula, è bastato chiudersi a fisarmonica e alimentare il saltuario contropiede per pungere sul serio i più forti. Ed è stato proprio Adli, perdendo palla sul pressing di Luvumbo vicino all’area di Sportiello, a permettere il triangolo fulmineo tra Nandez e l’attaccante angolano, che dopo meno di mezz’ora ha scagliato in porta l’1-0. Per fortuna del Milan è entrato in scena lo sciagurato portiere Radunovic, che prima dell’intervallo ha trasformato due cross bassi, non molto complicati da bloccare (il primo, di Pulisic) e da respingere meglio (il secondo, di Reijnders), in altrettanti assist per Okafor e per Reijnders. Sotto 1-2, Ranieri nella ripresa ha inserito il fantasioso Oristanio, ma dopo un solo quarto d’ora Loftus-Cheek ha inventato il 3-1 da lontano e la partita si è fatta passerella, con la svogliata apparizione di Leao e con l’esperimento di un terzo regista in stagione: dopo Krunic e l’orgoglioso Adli è toccato a Musah.

milan B stukaz.
a parte maignan, florenzi vale calabria, adli non ha fattoassolutamente rimpiangere krunic e stessa cosa pulisic con leao.
gli altridevono essere i titolari.
 

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CorSera in edicola: Milan, il passo giusto. Parte male, poi ribalta il Cagliari. Funziona la squadra B con i nuovi. Il Milan non si arrende e da Cagliari lancia un messaggio forte e chiaro al campionato, agganciando l’Inter in vetta. Lo choc del derby perso senza giocare resterà ancora a lungo un fantasma col quale fare i conti, ma le 5 vittorie in 6 partite sono la prova più evidente delle potenzialità di questo Diavolo, che non sarà perfetto, ma che ha qualità, ambizione e soprattutto margini di migliomento. Avvio così così alla Sardegna Arena, con i rossoblù che passano in vantaggio con l’indiavolato Luvumbu per poi lasciare però campo all’impetuosa reazione dei rossoneri, che all’intervallo hanno già ribaltato la questione con Okafor e Tomori, per poi chiudere i conti nella ripresa con Loftus-Cheek. Due considerazioni. La prima è negativa: l’approccio del Milan è stato deludente, tanto che decisiva per la rimonta è stata una papera del portiere di casa Radunovic. Pioli farà bene a indagare le ragioni di questa partenza slow-motion, perché non sempre ai suoi capiterà un avversario che ti omaggia. Pienamente positiva invece la seconda considerazione: se per il Milan B era un test, è stato superato. Con i titolarissimi Giroud e Leao inizialmente in panchina in virtù di un turnover inevitabile in vista delle 7 partite concentrate in un mese, i riservisti hanno risposto presente. A segno infatti sono andati due neo acquisti su tre, ma buone indicazioni sono arrivate anche da Adli, Chukwueze, Musah. Ha convinto soprattutto il primo, oggetto misterioso l’anno scorso, al quale è toccato l’incarico non semplice di sostituire Krunic in mezzo al campo. Pur avendo caratteristiche opposte, meno di lotta e più di governo, il francese è sembrato subito a suo agio: cambi campo, corsa, personalità. Resta l’impressione che Okafor non sia una vera prima punta, ma il gol del pari dimostra come lo svizzero possa comunque tornare utile anche in quel ruolo. Sabato nello scontro diretto con la Lazio e mercoledì a Dortmund si rivedranno ad ogni modo Leao e Giroud: contro Verona e Cagliari serviva l’en plein ed è arrivato, ora però le difficoltà crescono. Tornerà quindi il Milan A, ma con una consapevolezza in più: ora finalmente c’è una panchina che può dare una mano.

Tuttosport: il MIlan B agguanta la vetta. Servivano tre punti al Milan e tre punti sono arrivati a Cagliari con un successo per 3-1. Con un pizzico di fortuna - il pareggio di Okafor materializzatosi su errore di Radunovic nel miglior momento dei padroni di casa - e con la giusta cattiveria che Pioli aveva chiesto ai suoi. La squadra rossonera aveva bisogno di vincere per dare continuità al sofferto 1-0 col Verona e mettersi alle spalle un derby che continua evidentemente a lasciare dei segni. Anche ieri alla Unipol Domus il Milan è apparso distante dalla bella squadra delle prime tre giornate. Ci sono stati dei lampi - i primi dieci minuti e altri momenti qua e là durante la gara -, però il ritmo asfissiante, ed europeo, che il Diavolo aveva mostrato ad agosto adesso si vede a sprazzi. Molto a sprazzi ma almeno, dopo le sbandate con i nerazzurri, la difesa è tornata - quasi - sul pezzo. Tre punti alla fine decisivi, visto che il blitz del Sassuolo al Meazza ha permesso di agguantare nuovamente il primo posto a fianco dell’Inter.

SEI NUOVI ACQUISTI
Però va anche detto che ieri Pioli ha cambiato molto, schierando ben sei nuovi acquisti dall’inizio, con un centrocampo inedito - con Adli all’esame da vice-Krunic, superato - e un tridente privo di Giroud e Leao. La stagione scorsa sarebbe stato impensabile vedere un Milan vincente senza i suoi due assi offensivi contemporaneamente. Invece ieri, al di là di quaranta minuti di assestamento in cui i vari Chukwueze, Okafor e Pulisic sono rimbalzati contro la retroguardia del Cagliari, capendo una volta di più come le difese italiane siano leggermente più organizzate di quelle spagnole o austriache, le risposte sono state incoraggianti. C’è vita nelle seconde linee - nella ripresa ha fatto bene anche Musah da centrocampista centrale - e quindi l’obiettivo di Pioli e del club di allungare le rotazioni e avere più “titolari”, sembra indirizzato sulla strada giusta. Detto ciò, il Milan - dopo la buona partenza guidata dalle accelerazioni di Reijnders - si è spento una volta superato il quarto d’ora, lasciando troppo campo alle ripartenze di Luvumbo che, dopo dieci minuti di avvertimenti, ha colpito al 29’ con un mancino devastante. Il Milan, tramortito, ha faticato a rialzarsi, ma il regalo al 40’ di Radunovic su cross di Pulisic - evidentemente ai rossoneri portano bene i portieri con desinenza Radu (Bologna-Inter 2-1 nella stagione dello scudetto rossonero 2021-22) -, ha cambiato l’inerzia del match, ribaltato cinque minuti più tardi dal 2-1 di Tomori in mischia su azione da calcio d’angolo ispirata da Reijnders imbeccato da Pulisic. Nella ripresa il Cagliari è passato dal 3-5-2 al 4-4-2 con l’ingresso del frizzante Oristanio, ma anche in questo caso, dopo un buon avvio dei sardi, è stato un destro preciso dalla distanza di Loftus-Cheek a chiudere il discorso. Okafor prima, Loftus-Cheek poi, a confermare le buone scelte dal mercato: «Sono molto felice per la vittoria, nonostante lo svantaggio siamo rimasti forti mentalmente e siamo riusciti a rimontare - ha commentato a fine gara il centrocampista inglese -. Volevamo sbloccare noi la gara, siamo andati sotto e per questo sono orgoglioso della reazione perché vogliamo lottare per lo scudetto e queste sono partite da vincere».


CorSport: Okafor spegne il Cagliari. Alla prima da titolare l’ex Salisburgo decisivo Tomori e Loftus-Cheek per l’1-3: Pioli è in vetta. Cagliari in vantaggio con Luvumbo ma poi il gol dello svizzero cambia tutto. Milan in vetta con l'Inter. Il Milan ha già ottenuto 5 gol in 6 partite nell’ultimo quarto d’ora del primo tempo. Quindi niente accade per caso. Anche godersi il riposo con la sensazione inebriante della vittoria dopo aver temuto complicazioni eccessive. Capita. Un po’ era prevedibile la fatica, sia perché è difficile trovare spazi contro un avversario rintanato in difesa sia perché il turnover di Pioli ha richiesto un comprensibile rodaggio dei nuovi calciatori chiamati in causa. Soprattutto Adli, che in regia non è andato male ma è stato il principale responsabile del gol del Cagliari facendosi soffiare il pallone da Luvumbo in una zona pericolosa. Viceversa Chukwueze a de- stra, dopo un buon inizio, si è spento ma non è stato necessario ricorrere ai titolari per condurre in porto la missione: nella ripresa un tiro meraviglioso di Loftus-Cheek, secondo inglese della serata a sorridere, ha scavato il fossato decisivo, proprio quando Ranieri aveva vivacizzato la squadra passando al 4-4-2 con lo spunto di Oristanio. Sul 3-1 non c’era più storia anche se il Cagliari, trascinato dal solito Luvumbo, ha tentato fino all’ultimo secondo di onorare la partita.


Repubblica: Milan in testa con le riserve. Il derby è già il passato. La coerenza non è costata cara a Pioli, massimo teorico del turnover. Il Milan si è concesso il lusso di vincere, in trasferta, la quinta partita nelle prime sei giornate con la più inedita delle formazioni possibili: autentico manifesto del mercato estivo, con sei calciatori su undici arrivati dalla campagna acquisti e il settimo, Adli battezzato regista, che era di fatto una novità a sua volta, visto il curriculum da comparsa nella sua esperienza milanista. Anche se Pioli non lo ha dichiarato, la sua è sembrata quasi una sfida implicita alle critiche per la disfatta nel derby, in cui la differenza di rendimento rispetto ai neoacquisti dell’Inter era stata nettissima. Ma diventa impossibile anche non notare i difetti del Milan di ieri:
La regia di Adli, basata su sventagliate di precisione con una certa tendenza allo stilismo, ha trovato l’ostacolo di un tridente poco affiatato: Okafor non è Giroud, ma un centravanti sui generis, Pulisic non è Leao a sinistra e Chukwueze, a destra, è più dribblomane ma spesso meno efficace di Pulisic stesso. Così al Cagliari, che aveva segnato un solo gol in cinque giornate col vitalissimo Luvumbo e che continua ad aspettare Lapadula, è bastato chiudersi a fisarmonica e alimentare il saltuario contropiede per pungere sul serio i più forti. Ed è stato proprio Adli, perdendo palla sul pressing di Luvumbo vicino all’area di Sportiello, a permettere il triangolo fulmineo tra Nandez e l’attaccante angolano, che dopo meno di mezz’ora ha scagliato in porta l’1-0. Per fortuna del Milan è entrato in scena lo sciagurato portiere Radunovic, che prima dell’intervallo ha trasformato due cross bassi, non molto complicati da bloccare (il primo, di Pulisic) e da respingere meglio (il secondo, di Reijnders), in altrettanti assist per Okafor e per Reijnders. Sotto 1-2, Ranieri nella ripresa ha inserito il fantasioso Oristanio, ma dopo un solo quarto d’ora Loftus-Cheek ha inventato il 3-1 da lontano e la partita si è fatta passerella, con la svogliata apparizione di Leao e con l’esperimento di un terzo regista in stagione: dopo Krunic e l’orgoglioso Adli è toccato a Musah.
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Willy, okafor da 9 e musah da 4.
Non eravamo pazzi.
diciamo che dopo ieri ci si può credere di più.
van provati, ma buona la 1a.

se per okafor so già che non diventerà una punta alla lewa, un top per dire, ma rimane comunque la punta migliore che abbiamo, per musah qualche dubbio in più lo ho, nel senso che ha tutto per diventare fortissimo.
 

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