Edicola: Milan, che batosta. Non si segna. Troppo PSG

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GDS: buio Milan. Parigi è un incubo. Finisce 3-0 per i francesi. La squadra di Pioli è ultima nel girone ed a quota zero gol segnati. Ma c'è ancora speranza. Ai rossoneri servono gol e vittorie ma prima devono ritrovare se stessi. E domenica al Maradona c'è il Napoli. Alle lacune della squadra si sono aggiunte le pessime prestazioni individuali. Per il Milan la trasferta di Parigi è stata una piccola Corea. Per la prima volta nella storia il Milan ha messo in fila 5 match di Champions senza gol. Non fare risultato a Napoli vorrebbe dire incrinare pericolosamente ambiente e futuro.

Repubblica: mal d'Europa. Milan travolto 3-0 dallo show di Mbappè. Pioli ultimo e senza gol. Per gli ottavi serve un'impresa. Il Milan in questa stagione non ha ancora vinto contro una grande e non ha alternative a Giroud. Quando il gioco si fa duro, gli italiani vanno in panchina. Gli ingressi di Pobega e Calabria non hanno migliorato le cose.

Tuttosport: se è vero che certe sconfitte aiutano a crescere, il Psg ha portato a scuola il Milan. Un Milan che, peraltro, è riuscito a fare il contrario di tutto ciò che Stefano Pioli aveva chiesto alla squadra. Non doveva lasciare campo agli avversari e due gol e mezzo sono arrivati su ripartenza (oltre all’1-0 di Mbappé e al tris di Lee, pure la rete annullata dal Var a Dembélé per un fallo di Ugarte su Musah). Doveva giocare una partita feroce nell’attenzione e il Milan ha preso il raddoppio per una dormita di squadra su un calcio d’angolo (con tanto di errore di Maignan sul tiro, non certo irresistibile di Dembélé, favorendo il tiro a botta sicura di Kolo Muani). E, infine, doveva essere spietato in attacco («Dobbiamo “ammazzare” le occasioni», la promessa di Olivier Giroud alla vigilia), invece è stato ancora una volta troppo tenero sotto porta, come prova quanto accaduto sull’occasionissima di Pulisic, che - anziché tirare da un’ottima posizione - ha pensato bene di crossare in modo improbabile per Giroud, facendo infuriare Pioli. Dopo quell’occasione il Milan si è definitivamente sgretolato: è arrivato il raddoppio di Kolo Muani, Maignan su Mbappé ha salvato il 3-0 smanacciando il pallone sul palo e il tris si è definitivamente materializzato nel finale grazie al gol di Lee, nato dall’ennesima percussione di Zaire-Emery (stavolta marcato da Adli) che, a 17 anni è un fenomeno tanto quanto il Kylian nazionale.


Zero gol come il Benfica
Il problema è che il Milan oltre a essere ultimissimo nel girone, è l’unica squadra in Champions insieme al Benfica a non aver segnato ancora lo straccio di un gol. «Chi non ci crede, può stare a casa», ha detto Calabria con il piglio del capitano, ma risulta difficile pensare positivo per la qualificazione, anche se i rossoneri devono affrontare ancora due gare delle ultime tre in casa. «È la prima volta che perdiamo due partite di fila quest’anno e questo mi rende preoccupato. Risultato pesante, dovevamo riuscire a giocare tecnicamente una partita migliore - l’analisi di Pioli - soprattutto nel secondo tempo troppi passaggi sbagliati, troppe imprecisioni. Loro ci hanno punito nei momenti giusti della partita. Quell’occasione di Pulisic? Forse non si è reso conto che Lucas Hernandez era caduto...».

Jovic si infortuna
L’idea dell’allenatore era costruire una “gabbia” intorno a Mbappé cercando, innanzitutto, di limitare i rifornimenti a lui. Per questo è stato scelto Kalulu anziché Calabria e a fargli da scudo è stato piazzato Musah. Asse di faticatori a destra che ha coinvolto pure Pulisic. Un piano che poteva avere una sua logica se il Milan non si fosse trovato di fronte un extraterrestre che, vedendo la mattonella prediletta trafficata come la tangenziale all’ora di punta, si è sempre più spesso accentrato e da lì, dopo aver fatto le prove generali con un paio di tiri verso la porta di Maignan, è arrivato il gol rompighiaccio. Un break favorito dalla doppia dormita di Reijnders su Zaire-Emery perché l’olandese prima ha perso contatto con l’avversario, poi - vista l’imminenza della finale dei Mondiali di rugby, che però si giocherà a Saint-Denis - ha provato a placcarlo, senza riuscirci. Zaire-Emery, una volta liberatosi dell’avversario, con un tracciante ha innescato Mbappé che, dopo essersi sbarazzato di Kalulu, ha fatto secco Maignan con un colpo da biliardo sul primo palo. Una genialata che dimostra quanto sia ancora grande la distanza tra il fuoriclasse francese e Rafa Leao. Il problema è legato al killer instinct, alla capacità di scegliere la strada più semplice per colpire (ricordate il tacco di Rafa col Newcastle? Appunto...). Siccome quando piove, può anche grandinare, Jovic si è fatto male durante il riscaldamento: dopo essersi toccato la coscia, ha parlato con lo staff ed è tornato negli spogliatoi. Prosit.
 
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Tuttosport: se è vero che certe sconfitte aiutano a crescere, il Psg ha portato a scuola il Milan. Un Milan che, peraltro, è riuscito a fare il contrario di tutto ciò che Stefano Pioli aveva chiesto alla squadra. Non doveva lasciare campo agli avversari e due gol e mezzo sono arrivati su ripartenza (oltre all’1-0 di Mbappé e al tris di Lee, pure la rete annullata dal Var a Dembélé per un fallo di Ugarte su Musah). Doveva giocare una partita feroce nell’attenzione e il Milan ha preso il raddoppio per una dormita di squadra su un calcio d’angolo (con tanto di errore di Maignan sul tiro, non certo irresistibile di Dembélé, favorendo il tiro a botta sicura di Kolo Muani). E, infine, doveva essere spietato in attacco («Dobbiamo “ammazzare” le occasioni», la promessa di Olivier Giroud alla vigilia), invece è stato ancora una volta troppo tenero sotto porta, come prova quanto accaduto sull’occasionissima di Pulisic, che - anziché tirare da un’ottima posizione - ha pensato bene di crossare in modo improbabile per Giroud, facendo infuriare Pioli. Dopo quell’occasione il Milan si è definitivamente sgretolato: è arrivato il raddoppio di Kolo Muani, Maignan su Mbappé ha salvato il 3-0 smanacciando il pallone sul palo e il tris si è definitivamente materializzato nel finale grazie al gol di Lee, nato dall’ennesima percussione di Zaire-Emery (stavolta marcato da Adli) che, a 17 anni è un fenomeno tanto quanto il Kylian nazionale.


Zero gol come il Benfica
Il problema è che il Milan oltre a essere ultimissimo nel girone, è l’unica squadra in Champions insieme al Benfica a non aver segnato ancora lo straccio di un gol. «Chi non ci crede, può stare a casa», ha detto Calabria con il piglio del capitano, ma risulta difficile pensare positivo per la qualificazione, anche se i rossoneri devono affrontare ancora due gare delle ultime tre in casa. «È la prima volta che perdiamo due partite di fila quest’anno e questo mi rende preoccupato. Risultato pesante, dovevamo riuscire a giocare tecnicamente una partita migliore - l’analisi di Pioli - soprattutto nel secondo tempo troppi passaggi sbagliati, troppe imprecisioni. Loro ci hanno punito nei momenti giusti della partita. Quell’occasione di Pulisic? Forse non si è reso conto che Lucas Hernandez era caduto...».

Jovic si infortuna
L’idea dell’allenatore era costruire una “gabbia” intorno a Mbappé cercando, innanzitutto, di limitare i rifornimenti a lui. Per questo è stato scelto Kalulu anziché Calabria e a fargli da scudo è stato piazzato Musah. Asse di faticatori a destra che ha coinvolto pure Pulisic. Un piano che poteva avere una sua logica se il Milan non si fosse trovato di fronte un extraterrestre che, vedendo la mattonella prediletta trafficata come la tangenziale all’ora di punta, si è sempre più spesso accentrato e da lì, dopo aver fatto le prove generali con un paio di tiri verso la porta di Maignan, è arrivato il gol rompighiaccio. Un break favorito dalla doppia dormita di Reijnders su Zaire-Emery perché l’olandese prima ha perso contatto con l’avversario, poi - vista l’imminenza della finale dei Mondiali di rugby, che però si giocherà a Saint-Denis - ha provato a placcarlo, senza riuscirci. Zaire-Emery, una volta liberatosi dell’avversario, con un tracciante ha innescato Mbappé che, dopo essersi sbarazzato di Kalulu, ha fatto secco Maignan con un colpo da biliardo sul primo palo. Una genialata che dimostra quanto sia ancora grande la distanza tra il fuoriclasse francese e Rafa Leao. Il problema è legato al killer instinct, alla capacità di scegliere la strada più semplice per colpire (ricordate il tacco di Rafa col Newcastle? Appunto...). Siccome quando piove, può anche grandinare, Jovic si è fatto male durante il riscaldamento: dopo essersi toccato la coscia, ha parlato con lo staff ed è tornato negli spogliatoi. Prosit.
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Tuttosport: se è vero che certe sconfitte aiutano a crescere, il Psg ha portato a scuola il Milan. Un Milan che, peraltro, è riuscito a fare il contrario di tutto ciò che Stefano Pioli aveva chiesto alla squadra. Non doveva lasciare campo agli avversari e due gol e mezzo sono arrivati su ripartenza (oltre all’1-0 di Mbappé e al tris di Lee, pure la rete annullata dal Var a Dembélé per un fallo di Ugarte su Musah). Doveva giocare una partita feroce nell’attenzione e il Milan ha preso il raddoppio per una dormita di squadra su un calcio d’angolo (con tanto di errore di Maignan sul tiro, non certo irresistibile di Dembélé, favorendo il tiro a botta sicura di Kolo Muani). E, infine, doveva essere spietato in attacco («Dobbiamo “ammazzare” le occasioni», la promessa di Olivier Giroud alla vigilia), invece è stato ancora una volta troppo tenero sotto porta, come prova quanto accaduto sull’occasionissima di Pulisic, che - anziché tirare da un’ottima posizione - ha pensato bene di crossare in modo improbabile per Giroud, facendo infuriare Pioli. Dopo quell’occasione il Milan si è definitivamente sgretolato: è arrivato il raddoppio di Kolo Muani, Maignan su Mbappé ha salvato il 3-0 smanacciando il pallone sul palo e il tris si è definitivamente materializzato nel finale grazie al gol di Lee, nato dall’ennesima percussione di Zaire-Emery (stavolta marcato da Adli) che, a 17 anni è un fenomeno tanto quanto il Kylian nazionale.


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Il problema è che il Milan oltre a essere ultimissimo nel girone, è l’unica squadra in Champions insieme al Benfica a non aver segnato ancora lo straccio di un gol. «Chi non ci crede, può stare a casa», ha detto Calabria con il piglio del capitano, ma risulta difficile pensare positivo per la qualificazione, anche se i rossoneri devono affrontare ancora due gare delle ultime tre in casa. «È la prima volta che perdiamo due partite di fila quest’anno e questo mi rende preoccupato. Risultato pesante, dovevamo riuscire a giocare tecnicamente una partita migliore - l’analisi di Pioli - soprattutto nel secondo tempo troppi passaggi sbagliati, troppe imprecisioni. Loro ci hanno punito nei momenti giusti della partita. Quell’occasione di Pulisic? Forse non si è reso conto che Lucas Hernandez era caduto...».

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L’idea dell’allenatore era costruire una “gabbia” intorno a Mbappé cercando, innanzitutto, di limitare i rifornimenti a lui. Per questo è stato scelto Kalulu anziché Calabria e a fargli da scudo è stato piazzato Musah. Asse di faticatori a destra che ha coinvolto pure Pulisic. Un piano che poteva avere una sua logica se il Milan non si fosse trovato di fronte un extraterrestre che, vedendo la mattonella prediletta trafficata come la tangenziale all’ora di punta, si è sempre più spesso accentrato e da lì, dopo aver fatto le prove generali con un paio di tiri verso la porta di Maignan, è arrivato il gol rompighiaccio. Un break favorito dalla doppia dormita di Reijnders su Zaire-Emery perché l’olandese prima ha perso contatto con l’avversario, poi - vista l’imminenza della finale dei Mondiali di rugby, che però si giocherà a Saint-Denis - ha provato a placcarlo, senza riuscirci. Zaire-Emery, una volta liberatosi dell’avversario, con un tracciante ha innescato Mbappé che, dopo essersi sbarazzato di Kalulu, ha fatto secco Maignan con un colpo da biliardo sul primo palo. Una genialata che dimostra quanto sia ancora grande la distanza tra il fuoriclasse francese e Rafa Leao. Il problema è legato al killer instinct, alla capacità di scegliere la strada più semplice per colpire (ricordate il tacco di Rafa col Newcastle? Appunto...). Siccome quando piove, può anche grandinare, Jovic si è fatto male durante il riscaldamento: dopo essersi toccato la coscia, ha parlato con lo staff ed è tornato negli spogliatoi. Prosit.
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Repubblica: mal d'Europa. Milan travolto 3-0 dallo show di Mbappè. Pioli ultimo e senza gol. Per gli ottavi serve un'impresa. Il Milan in questa stagione non ha ancora vinto contro una grande e non ha alternative a Giroud. Quando il gioco si fa duro, gli italiani vanno in panchina. Gli ingressi di Pobega e Calabria non hanno migliorato le cose.

Tuttosport: se è vero che certe sconfitte aiutano a crescere, il Psg ha portato a scuola il Milan. Un Milan che, peraltro, è riuscito a fare il contrario di tutto ciò che Stefano Pioli aveva chiesto alla squadra. Non doveva lasciare campo agli avversari e due gol e mezzo sono arrivati su ripartenza (oltre all’1-0 di Mbappé e al tris di Lee, pure la rete annullata dal Var a Dembélé per un fallo di Ugarte su Musah). Doveva giocare una partita feroce nell’attenzione e il Milan ha preso il raddoppio per una dormita di squadra su un calcio d’angolo (con tanto di errore di Maignan sul tiro, non certo irresistibile di Dembélé, favorendo il tiro a botta sicura di Kolo Muani). E, infine, doveva essere spietato in attacco («Dobbiamo “ammazzare” le occasioni», la promessa di Olivier Giroud alla vigilia), invece è stato ancora una volta troppo tenero sotto porta, come prova quanto accaduto sull’occasionissima di Pulisic, che - anziché tirare da un’ottima posizione - ha pensato bene di crossare in modo improbabile per Giroud, facendo infuriare Pioli. Dopo quell’occasione il Milan si è definitivamente sgretolato: è arrivato il raddoppio di Kolo Muani, Maignan su Mbappé ha salvato il 3-0 smanacciando il pallone sul palo e il tris si è definitivamente materializzato nel finale grazie al gol di Lee, nato dall’ennesima percussione di Zaire-Emery (stavolta marcato da Adli) che, a 17 anni è un fenomeno tanto quanto il Kylian nazionale.


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Il problema è che il Milan oltre a essere ultimissimo nel girone, è l’unica squadra in Champions insieme al Benfica a non aver segnato ancora lo straccio di un gol. «Chi non ci crede, può stare a casa», ha detto Calabria con il piglio del capitano, ma risulta difficile pensare positivo per la qualificazione, anche se i rossoneri devono affrontare ancora due gare delle ultime tre in casa. «È la prima volta che perdiamo due partite di fila quest’anno e questo mi rende preoccupato. Risultato pesante, dovevamo riuscire a giocare tecnicamente una partita migliore - l’analisi di Pioli - soprattutto nel secondo tempo troppi passaggi sbagliati, troppe imprecisioni. Loro ci hanno punito nei momenti giusti della partita. Quell’occasione di Pulisic? Forse non si è reso conto che Lucas Hernandez era caduto...».

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L’idea dell’allenatore era costruire una “gabbia” intorno a Mbappé cercando, innanzitutto, di limitare i rifornimenti a lui. Per questo è stato scelto Kalulu anziché Calabria e a fargli da scudo è stato piazzato Musah. Asse di faticatori a destra che ha coinvolto pure Pulisic. Un piano che poteva avere una sua logica se il Milan non si fosse trovato di fronte un extraterrestre che, vedendo la mattonella prediletta trafficata come la tangenziale all’ora di punta, si è sempre più spesso accentrato e da lì, dopo aver fatto le prove generali con un paio di tiri verso la porta di Maignan, è arrivato il gol rompighiaccio. Un break favorito dalla doppia dormita di Reijnders su Zaire-Emery perché l’olandese prima ha perso contatto con l’avversario, poi - vista l’imminenza della finale dei Mondiali di rugby, che però si giocherà a Saint-Denis - ha provato a placcarlo, senza riuscirci. Zaire-Emery, una volta liberatosi dell’avversario, con un tracciante ha innescato Mbappé che, dopo essersi sbarazzato di Kalulu, ha fatto secco Maignan con un colpo da biliardo sul primo palo. Una genialata che dimostra quanto sia ancora grande la distanza tra il fuoriclasse francese e Rafa Leao. Il problema è legato al killer instinct, alla capacità di scegliere la strada più semplice per colpire (ricordate il tacco di Rafa col Newcastle? Appunto...). Siccome quando piove, può anche grandinare, Jovic si è fatto male durante il riscaldamento: dopo essersi toccato la coscia, ha parlato con lo staff ed è tornato negli spogliatoi. Prosit.
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Repubblica: mal d'Europa. Milan travolto 3-0 dallo show di Mbappè. Pioli ultimo e senza gol. Per gli ottavi serve un'impresa. Il Milan in questa stagione non ha ancora vinto contro una grande e non ha alternative a Giroud. Quando il gioco si fa duro, gli italiani vanno in panchina. Gli ingressi di Pobega e Calabria non hanno migliorato le cose.

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L’idea dell’allenatore era costruire una “gabbia” intorno a Mbappé cercando, innanzitutto, di limitare i rifornimenti a lui. Per questo è stato scelto Kalulu anziché Calabria e a fargli da scudo è stato piazzato Musah. Asse di faticatori a destra che ha coinvolto pure Pulisic. Un piano che poteva avere una sua logica se il Milan non si fosse trovato di fronte un extraterrestre che, vedendo la mattonella prediletta trafficata come la tangenziale all’ora di punta, si è sempre più spesso accentrato e da lì, dopo aver fatto le prove generali con un paio di tiri verso la porta di Maignan, è arrivato il gol rompighiaccio. Un break favorito dalla doppia dormita di Reijnders su Zaire-Emery perché l’olandese prima ha perso contatto con l’avversario, poi - vista l’imminenza della finale dei Mondiali di rugby, che però si giocherà a Saint-Denis - ha provato a placcarlo, senza riuscirci. Zaire-Emery, una volta liberatosi dell’avversario, con un tracciante ha innescato Mbappé che, dopo essersi sbarazzato di Kalulu, ha fatto secco Maignan con un colpo da biliardo sul primo palo. Una genialata che dimostra quanto sia ancora grande la distanza tra il fuoriclasse francese e Rafa Leao. Il problema è legato al killer instinct, alla capacità di scegliere la strada più semplice per colpire (ricordate il tacco di Rafa col Newcastle? Appunto...). Siccome quando piove, può anche grandinare, Jovic si è fatto male durante il riscaldamento: dopo essersi toccato la coscia, ha parlato con lo staff ed è tornato negli spogliatoi. Prosit.
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Tuttosport: se è vero che certe sconfitte aiutano a crescere, il Psg ha portato a scuola il Milan. Un Milan che, peraltro, è riuscito a fare il contrario di tutto ciò che Stefano Pioli aveva chiesto alla squadra. Non doveva lasciare campo agli avversari e due gol e mezzo sono arrivati su ripartenza (oltre all’1-0 di Mbappé e al tris di Lee, pure la rete annullata dal Var a Dembélé per un fallo di Ugarte su Musah). Doveva giocare una partita feroce nell’attenzione e il Milan ha preso il raddoppio per una dormita di squadra su un calcio d’angolo (con tanto di errore di Maignan sul tiro, non certo irresistibile di Dembélé, favorendo il tiro a botta sicura di Kolo Muani). E, infine, doveva essere spietato in attacco («Dobbiamo “ammazzare” le occasioni», la promessa di Olivier Giroud alla vigilia), invece è stato ancora una volta troppo tenero sotto porta, come prova quanto accaduto sull’occasionissima di Pulisic, che - anziché tirare da un’ottima posizione - ha pensato bene di crossare in modo improbabile per Giroud, facendo infuriare Pioli. Dopo quell’occasione il Milan si è definitivamente sgretolato: è arrivato il raddoppio di Kolo Muani, Maignan su Mbappé ha salvato il 3-0 smanacciando il pallone sul palo e il tris si è definitivamente materializzato nel finale grazie al gol di Lee, nato dall’ennesima percussione di Zaire-Emery (stavolta marcato da Adli) che, a 17 anni è un fenomeno tanto quanto il Kylian nazionale.


Zero gol come il Benfica
Il problema è che il Milan oltre a essere ultimissimo nel girone, è l’unica squadra in Champions insieme al Benfica a non aver segnato ancora lo straccio di un gol. «Chi non ci crede, può stare a casa», ha detto Calabria con il piglio del capitano, ma risulta difficile pensare positivo per la qualificazione, anche se i rossoneri devono affrontare ancora due gare delle ultime tre in casa. «È la prima volta che perdiamo due partite di fila quest’anno e questo mi rende preoccupato. Risultato pesante, dovevamo riuscire a giocare tecnicamente una partita migliore - l’analisi di Pioli - soprattutto nel secondo tempo troppi passaggi sbagliati, troppe imprecisioni. Loro ci hanno punito nei momenti giusti della partita. Quell’occasione di Pulisic? Forse non si è reso conto che Lucas Hernandez era caduto...».

Jovic si infortuna
L’idea dell’allenatore era costruire una “gabbia” intorno a Mbappé cercando, innanzitutto, di limitare i rifornimenti a lui. Per questo è stato scelto Kalulu anziché Calabria e a fargli da scudo è stato piazzato Musah. Asse di faticatori a destra che ha coinvolto pure Pulisic. Un piano che poteva avere una sua logica se il Milan non si fosse trovato di fronte un extraterrestre che, vedendo la mattonella prediletta trafficata come la tangenziale all’ora di punta, si è sempre più spesso accentrato e da lì, dopo aver fatto le prove generali con un paio di tiri verso la porta di Maignan, è arrivato il gol rompighiaccio. Un break favorito dalla doppia dormita di Reijnders su Zaire-Emery perché l’olandese prima ha perso contatto con l’avversario, poi - vista l’imminenza della finale dei Mondiali di rugby, che però si giocherà a Saint-Denis - ha provato a placcarlo, senza riuscirci. Zaire-Emery, una volta liberatosi dell’avversario, con un tracciante ha innescato Mbappé che, dopo essersi sbarazzato di Kalulu, ha fatto secco Maignan con un colpo da biliardo sul primo palo. Una genialata che dimostra quanto sia ancora grande la distanza tra il fuoriclasse francese e Rafa Leao. Il problema è legato al killer instinct, alla capacità di scegliere la strada più semplice per colpire (ricordate il tacco di Rafa col Newcastle? Appunto...). Siccome quando piove, può anche grandinare, Jovic si è fatto male durante il riscaldamento: dopo essersi toccato la coscia, ha parlato con lo staff ed è tornato negli spogliatoi. Prosit.
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in aggiornamento

GDS: buio Milan. Parigi è un incubo. Finisce 3-0 per i francesi. La squadra di Pioli è ultima nel girone ed a quota zero gol segnati. Ma c'è ancora speranza. Ai rossoneri servono gol e vittorie ma prima devono ritrovare se stessi. E domenica al Maradona c'è il Napoli. Alle lacune della squadra si sono aggiunte le pessime prestazioni individuali. Per il Milan la trasferta di Parigi è stata una piccola Corea. Per la prima volta nella storia il Milan ha messo in fila 5 match di Champions senza gol. Non fare risultato a Napoli vorrebbe dire incrinare pericolosamente ambiente e futuro.

Repubblica: mal d'Europa. Milan travolto 3-0 dallo show di Mbappè. Pioli ultimo e senza gol. Per gli ottavi serve un'impresa. Il Milan in questa stagione non ha ancora vinto contro una grande e non ha alternative a Giroud. Quando il gioco si fa duro, gli italiani vanno in panchina. Gli ingressi di Pobega e Calabria non hanno migliorato le cose.

Tuttosport: se è vero che certe sconfitte aiutano a crescere, il Psg ha portato a scuola il Milan. Un Milan che, peraltro, è riuscito a fare il contrario di tutto ciò che Stefano Pioli aveva chiesto alla squadra. Non doveva lasciare campo agli avversari e due gol e mezzo sono arrivati su ripartenza (oltre all’1-0 di Mbappé e al tris di Lee, pure la rete annullata dal Var a Dembélé per un fallo di Ugarte su Musah). Doveva giocare una partita feroce nell’attenzione e il Milan ha preso il raddoppio per una dormita di squadra su un calcio d’angolo (con tanto di errore di Maignan sul tiro, non certo irresistibile di Dembélé, favorendo il tiro a botta sicura di Kolo Muani). E, infine, doveva essere spietato in attacco («Dobbiamo “ammazzare” le occasioni», la promessa di Olivier Giroud alla vigilia), invece è stato ancora una volta troppo tenero sotto porta, come prova quanto accaduto sull’occasionissima di Pulisic, che - anziché tirare da un’ottima posizione - ha pensato bene di crossare in modo improbabile per Giroud, facendo infuriare Pioli. Dopo quell’occasione il Milan si è definitivamente sgretolato: è arrivato il raddoppio di Kolo Muani, Maignan su Mbappé ha salvato il 3-0 smanacciando il pallone sul palo e il tris si è definitivamente materializzato nel finale grazie al gol di Lee, nato dall’ennesima percussione di Zaire-Emery (stavolta marcato da Adli) che, a 17 anni è un fenomeno tanto quanto il Kylian nazionale.


Zero gol come il Benfica
Il problema è che il Milan oltre a essere ultimissimo nel girone, è l’unica squadra in Champions insieme al Benfica a non aver segnato ancora lo straccio di un gol. «Chi non ci crede, può stare a casa», ha detto Calabria con il piglio del capitano, ma risulta difficile pensare positivo per la qualificazione, anche se i rossoneri devono affrontare ancora due gare delle ultime tre in casa. «È la prima volta che perdiamo due partite di fila quest’anno e questo mi rende preoccupato. Risultato pesante, dovevamo riuscire a giocare tecnicamente una partita migliore - l’analisi di Pioli - soprattutto nel secondo tempo troppi passaggi sbagliati, troppe imprecisioni. Loro ci hanno punito nei momenti giusti della partita. Quell’occasione di Pulisic? Forse non si è reso conto che Lucas Hernandez era caduto...».

Jovic si infortuna
L’idea dell’allenatore era costruire una “gabbia” intorno a Mbappé cercando, innanzitutto, di limitare i rifornimenti a lui. Per questo è stato scelto Kalulu anziché Calabria e a fargli da scudo è stato piazzato Musah. Asse di faticatori a destra che ha coinvolto pure Pulisic. Un piano che poteva avere una sua logica se il Milan non si fosse trovato di fronte un extraterrestre che, vedendo la mattonella prediletta trafficata come la tangenziale all’ora di punta, si è sempre più spesso accentrato e da lì, dopo aver fatto le prove generali con un paio di tiri verso la porta di Maignan, è arrivato il gol rompighiaccio. Un break favorito dalla doppia dormita di Reijnders su Zaire-Emery perché l’olandese prima ha perso contatto con l’avversario, poi - vista l’imminenza della finale dei Mondiali di rugby, che però si giocherà a Saint-Denis - ha provato a placcarlo, senza riuscirci. Zaire-Emery, una volta liberatosi dell’avversario, con un tracciante ha innescato Mbappé che, dopo essersi sbarazzato di Kalulu, ha fatto secco Maignan con un colpo da biliardo sul primo palo. Una genialata che dimostra quanto sia ancora grande la distanza tra il fuoriclasse francese e Rafa Leao. Il problema è legato al killer instinct, alla capacità di scegliere la strada più semplice per colpire (ricordate il tacco di Rafa col Newcastle? Appunto...). Siccome quando piove, può anche grandinare, Jovic si è fatto male durante il riscaldamento: dopo essersi toccato la coscia, ha parlato con lo staff ed è tornato negli spogliatoi. Prosit.
 

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