Curva Sud:"Chi si accontenta gode. Non per il Milan".

Lineker10

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Nuovo comunicato della Curva Sud pre Milan - Cagliari:

Il rumore del silenzio

Avevamo l’intenzione e la necessita che le nostre domande, crediamo siano quelle che da settimane si pone ogni tifoso milanista, venissero ben recepite dalle orecchie a cui erano indirizzate e il miglior modo per ottenere questo risultato era farle nel silenzio, rendendo muta la curva Sud e la grandissima parte di San Siro che ha risposto con partecipazione e convinzione alla nostra protesta.

Senza voler puntare il dito contro nessuno e senza cercare colpevoli, abbiamo voluto evidenziare e ricordare alla dirigenza da dove parte un progetto che possa dirsi vincente: parte da una società che sia coesa e compatta in ogni suo elemento, che sia ambiziosa e non si accontenti di arrivare nelle prime 4 perché il Milan è nato per vincere, per primeggiare lottando con tutte le sue forze e perché “chi si accontenta gode” non vale per Milano e per il Milan, il progetto parte da una società che sia capace di muoversi con disinvoltura in ogni campo: da quello di gioco al calciomercato, dalle sedi istituzionali ai media dove in troppe occasioni si è trattato il Milan, squadra e società, in modo irrispettoso e iniquo proprio per la mancanza di una efficace strategia comunicativa, che dovrà essere poi unita a una sicura, affidabile e oculata programmazione che riguardi l’area tecnica e lo staff della squadra per le prossime stagioni.

Per questo abbiamo scelto il silenzio, per dare più potenza alle nostre domande, per dare il maggior risalto possibile a quello che chiediamo e che ci sembra la base indispensabile per tornare a competere per vincere e non semplicemente partecipare, come è tristemente accaduto in questi due anni dopo il meraviglioso e indimenticabile scudetto del 2022.

Nel clima surreale di un San Siro che assisteva all’ennesima partita figlia di questo mesto periodo e ben prima della parziale rimonta rossonera, avevamo deciso di uscire all’ottantesimo minuto di partita, lasciando completamente deserta la curva Sud ornata soltanto dello striscione “IL RUMORE DEL SILENZIO”, la cui vista scioccante esprimeva tutta la rabbia che abbiamo in corpo nel vedere un Milan che da troppo tempo giochicchia senza grinta, che si accontenta di vivacchiare nelle posizioni di classifica sufficienti a garantirgli un posto in Champions League ma non è ciò che vogliamo perché noi non ci accontentiamo, perché Milano non si accontenta come una qualsiasi provinciale: la squadra che più coppe dei Campioni dopo il Real Madrid non può limitarsi a partecipare come una compagine qualunque alla competizione per club più importante di tutte.


Il nostro silenzio ha fatto rumore, il nostro silenzio chiede risposte concrete, il nostro silenzio è un disperato grido d’amore, è l’urlo di chi è pronto a tutto per il suo Milan ed è compito di chi dirige e comanda il Milan non sperperare la forza e la passione della curva Sud e del popolo rossonero.

Il Milan è retto dalle sue migliaia di tifosi che storicamente MAI hanno fatto mancare il loro sostegno, specialmente nei momenti più neri, e la grande responsabilità della proprietà è di dare a questa gente un Milan che sia all’altezza del suo nome, un Milan che si prefigge sempre gli obiettivi più ambiziosi non fosse altro per il fatto di chiamarsi MILAN.

Come possiamo accontentarci? Come possiamo essere soddisfatti di un obiettivo che in certe piazze è storico ma che per Milano è il minimo?

Un coro soltanto abbiamo cantato domenica scorsa ed è stato il nostro inno, un grido così dirompente che ha squarciato San Siro e ammutolito i genoani (finalmente li abbiamo sentiti…), è stato il canto di una curva che chiede per il Milano lo stesso folle amore di cui essa è capace, che chiede a chi dirige il Milan di esserne innamorato, di avere il Milan nel cuore per costruirne uno che torni a rivedere le stelle.

Poniamo le nostre domande a una proprietà che ha conosciuto dal vivo, che ha toccato con mano e respirato in una piazza in delirio tutto quello che noi chiamiamo “milanismo”, una proprietà chiamata a dare risposte e che ha nelle proprie mani il destino del Milan: non tradite il nostro amore e la nostra fiducia, perché in questo modo ci avrete sempre accanto al Diavolo e con il Milan nel cuore.


MILAN-CAGLIARI

Anche per questa partita proseguiremo la nostra protesta, continuando a restare in silenzio e senza esporre striscioni e bandiere. Continueremo a fare rumore con il nostro silenzio, tutti insieme con il Milan nel cuore.


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Senza puntare il dito contro nessuno
Il nostro è un disperato grido di amore
Vi preghiamo

Anche questo comunicato ha un tono patetico che non condivido.
Dopo la cacciata di Maldini e la cessione di Tonali la curva sud ha avuto un comportamento talmente sbagliato (il celebre comunicato ai "tifosotti") che ormai sono in una posizione irrecuperabile.
Il loro silenzio verrà ascoltato da proprietà e dirigenza con la stessa importanza di un peto.
Anzi, reagiranno in modo molto concreto come sa no fare loro: cedendo Theo e Maignan.
 

JDT

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Nuovo comunicato della Curva Sud pre Milan - Cagliari:

Il rumore del silenzio

Avevamo l’intenzione e la necessita che le nostre domande, crediamo siano quelle che da settimane si pone ogni tifoso milanista, venissero ben recepite dalle orecchie a cui erano indirizzate e il miglior modo per ottenere questo risultato era farle nel silenzio, rendendo muta la curva Sud e la grandissima parte di San Siro che ha risposto con partecipazione e convinzione alla nostra protesta.

Senza voler puntare il dito contro nessuno e senza cercare colpevoli, abbiamo voluto evidenziare e ricordare alla dirigenza da dove parte un progetto che possa dirsi vincente: parte da una società che sia coesa e compatta in ogni suo elemento, che sia ambiziosa e non si accontenti di arrivare nelle prime 4 perché il Milan è nato per vincere, per primeggiare lottando con tutte le sue forze e perché “chi si accontenta gode” non vale per Milano e per il Milan, il progetto parte da una società che sia capace di muoversi con disinvoltura in ogni campo: da quello di gioco al calciomercato, dalle sedi istituzionali ai media dove in troppe occasioni si è trattato il Milan, squadra e società, in modo irrispettoso e iniquo proprio per la mancanza di una efficace strategia comunicativa, che dovrà essere poi unita a una sicura, affidabile e oculata programmazione che riguardi l’area tecnica e lo staff della squadra per le prossime stagioni.

Per questo abbiamo scelto il silenzio, per dare più potenza alle nostre domande, per dare il maggior risalto possibile a quello che chiediamo e che ci sembra la base indispensabile per tornare a competere per vincere e non semplicemente partecipare, come è tristemente accaduto in questi due anni dopo il meraviglioso e indimenticabile scudetto del 2022.

Nel clima surreale di un San Siro che assisteva all’ennesima partita figlia di questo mesto periodo e ben prima della parziale rimonta rossonera, avevamo deciso di uscire all’ottantesimo minuto di partita, lasciando completamente deserta la curva Sud ornata soltanto dello striscione “IL RUMORE DEL SILENZIO”, la cui vista scioccante esprimeva tutta la rabbia che abbiamo in corpo nel vedere un Milan che da troppo tempo giochicchia senza grinta, che si accontenta di vivacchiare nelle posizioni di classifica sufficienti a garantirgli un posto in Champions League ma non è ciò che vogliamo perché noi non ci accontentiamo, perché Milano non si accontenta come una qualsiasi provinciale: la squadra che più coppe dei Campioni dopo il Real Madrid non può limitarsi a partecipare come una compagine qualunque alla competizione per club più importante di tutte.


Il nostro silenzio ha fatto rumore, il nostro silenzio chiede risposte concrete, il nostro silenzio è un disperato grido d’amore, è l’urlo di chi è pronto a tutto per il suo Milan ed è compito di chi dirige e comanda il Milan non sperperare la forza e la passione della curva Sud e del popolo rossonero.

Il Milan è retto dalle sue migliaia di tifosi che storicamente MAI hanno fatto mancare il loro sostegno, specialmente nei momenti più neri, e la grande responsabilità della proprietà è di dare a questa gente un Milan che sia all’altezza del suo nome, un Milan che si prefigge sempre gli obiettivi più ambiziosi non fosse altro per il fatto di chiamarsi MILAN.

Come possiamo accontentarci? Come possiamo essere soddisfatti di un obiettivo che in certe piazze è storico ma che per Milano è il minimo?

Un coro soltanto abbiamo cantato domenica scorsa ed è stato il nostro inno, un grido così dirompente che ha squarciato San Siro e ammutolito i genoani (finalmente li abbiamo sentiti…), è stato il canto di una curva che chiede per il Milano lo stesso folle amore di cui essa è capace, che chiede a chi dirige il Milan di esserne innamorato, di avere il Milan nel cuore per costruirne uno che torni a rivedere le stelle.

Poniamo le nostre domande a una proprietà che ha conosciuto dal vivo, che ha toccato con mano e respirato in una piazza in delirio tutto quello che noi chiamiamo “milanismo”, una proprietà chiamata a dare risposte e che ha nelle proprie mani il destino del Milan: non tradite il nostro amore e la nostra fiducia, perché in questo modo ci avrete sempre accanto al Diavolo e con il Milan nel cuore.


MILAN-CAGLIARI

Anche per questa partita proseguiremo la nostra protesta, continuando a restare in silenzio e senza esporre striscioni e bandiere. Continueremo a fare rumore con il nostro silenzio, tutti insieme con il Milan nel cuore.


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Nessun colpevole. Non si punta il dito contro nessuno. E allora stai protestando a caso.
Secondo me con un po' di impegno 2-3 nomi da additare ci sono eh, perchè sennò ha ragione Pioli che fa da parafulmine, e se continua così passa pure da martire.
 
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Fanno parte dello show e come tali vanno presi.

Ma attenzione a non prendersela solo con loro : c'è tutto il resto dello stadio sistematicamente pieno che non è meno colpevole.
E ieri hanno provato pure a far partire i cori.
Ripeterò fino alla noia : fin quando lo stadio sarà pieno per celebrare la festa della mamma noi altri saremo solo gli Alfredo fastidiosi.
Ma fastidiosi come mosche...
 

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Fanno parte dello show e come tali vanno presi.

Ma attenzione a non prendersela solo con loro : c'è tutto il resto dello stadio sistematicamente pieno che non è meno colpevole.
E ieri hanno provato pure a far partire i cori.
Ripeterò fino alla noia : fin quando lo stadio sarà pieno per celebrare la festa della mamma noi altri saremo solo gli Alfredo fastidiosi.

Magari fosse la festa della Mamma.

Per questi delinquenti è la festa del diritto all'identità personale e menate woke varie.
 
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Magari fosse la festa della Mamma.

Per questi delinquenti è la festa del diritto all'identità personale e menate woke varie.
Non lo volevo riportare, non infierire.
Ahahah

Comunque al ' chi non salta è nerazzurro ' ho provato fastidio e vergogna.

Per come vedo io lo sport ora ci sarebbe solo da stare zitti magari stringendo i pugni dalla rabbia ma sfottere chi ha vinto.. anche no.
È da gente alienata.
 
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Fanno parte dello show e come tali vanno presi.

Ma attenzione a non prendersela solo con loro : c'è tutto il resto dello stadio sistematicamente pieno che non è meno colpevole.
E ieri hanno provato pure a far partire i cori.
Ripeterò fino alla noia : fin quando lo stadio sarà pieno per celebrare la festa della mamma noi altri saremo solo gli Alfredo fastidiosi.
Ma fastidiosi come mosche...
Io non me la prenderei con chi va allo stadio. Una parte è composta da abbonati che quindi hanno già pagato, una parte è composta da persone che vanno per approfittare dei prezzi più bassi rispetto ai big match, un’altra parte è costituita da turisti che vogliono fare un’esperienza a San Siro(se io vado a Madrid una partita al Bernabeu me la vado a vedere anche se il Real sta lottando per la salvezza).
Poi bisogna considerare che nell’immediato uno stadio vuoto non porta chissà quali danni. Per iniziare a causare qualche danno di immagine, e quindi problemi con gli sponsor, dovrebbe esserci uno stadio vuoto, ma proprio in senso letterale, per un periodo di tempo abbastanza lungo. Impossibile.
Con un semplice calo delle presenze, riducono il budget e vanno avanti.

In ogni caso bisogna tenere presente che l’idea sottesa al tanto agognato nuovo stadio di proprietà è precisamente quella di puntare sui tifosi occasionali: la famigliola in gita a Milano che va in zona stadio, pranza/cena nei ristoranti, fa acquisti nei negozi, si fa un giro al museo e poi si va a vedere la partita.
 
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Io non me la prenderei con chi va allo stadio. Una parte è composta da abbonati che quindi hanno già pagato, una parte è composta da persone che vanno per approfittare dei prezzi più bassi rispetto ai big match, un’altra parte è costituita da turisti che vogliono fare un’esperienza a San Siro(se io vado a Madrid una partita al Bernabeu me la vado a vedere anche se il Real sta lottando per la salvezza).
Poi bisogna considerare che nell’immediato uno stadio vuoto non porta chissà quali danni. Per iniziare a causare qualche danno di immagine, e quindi problemi con gli sponsor, dovrebbe esserci uno stadio vuoto, ma proprio in senso letterale, per un periodo di tempo abbastanza lungo. Impossibile.
Con un semplice calo delle presenze, riducono il budget e vanno avanti.

In ogni caso bisogna tenere presente che l’idea sottesa al tanto agognato nuovo stadio di proprietà è quella di puntare sui tifosi occasionali: la famigliola in gita a Milano che va in zona stadio, pranza/cena nei ristoranti, fa acquisti nei negozi, si fa un giro al museo e poi si va a vedere la partita.
Ma è quello il termometro del Milan.
È tutto uno show e chi lo alimenta fa innalzare la temperatura.

Ti faccio un altro esempio: io sono sul gruppo whatsapp ufficiale del Milan.
Quando mi arrivano quelle notifiche pre ,durante e post match di un insignificante Milan-Cagliari, dopo questa stagione, come se fosse una finale di Champions, io provo fastidio.
E provo fastidio non perché vacilla il mio amore per il Milan ma perché non voglio stare sul carro di un intrattenimento deviato.
Forse sono un tifoso sbagliato io, per carità, ma il tifo come evento di teatro non lo condivido perché porta alla mediocrità.
Una americanata.
 
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