Aborto: cosa ne pensate?

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A.C Milan 1899

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A me pare che tu e altri non focalizziate la questione,

ripeto io sono contrario all'aborto, a parte forse casi eccezionali, condanno moralmente chi lo applica, sicuramente non è una via cristiana, ma anche per chi ha una morale non religiosa non lo trovo giustificabile,

ma non puoi andare da una donna e dirgli tu non abortisci perchè l'ho deciso io, semplicemente non ne abbiamo il diritto.

L’aborto ci sarebbe sempre, c’era quando era illegale e continuerebbe ad esserci, purtroppo.

Dico solo che:

1. Non è giusto che si possa farlo essendo tutelati dalla Legge.

2. Non è giusto che si costringa anche chi è fermamente contrario a sovvenzionare questa pratica (che per me non ha nulla di diverso dalle pratiche spartane, infatti nei paesi scandinavi l’aborto è stato talmente tanto usato per fini eugenetici che i down non esistono più, in pratica), e quindi ad esserne seppur in una certa misura complice. Chi è favorevole a questa atrocità la paghi di tasca sua, non costringa me a fare lo stesso.
 

Ema2000

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La cosa che non mi va giù dell'aborto sono le conseguenze per la controparte maschile. Tu vuoi il figlio e lei no? Lei può abortire e tu non conti nulla. Tu non vuoi il figlio e lei si? Lei lo tiene e tu non conti nulla uguale e sei obbligato a far fronte a obblighi per legge.

Che dire? osservazione tutt'altro che banale,
in questo caso la natura non è giusta verso l'uomo,
ma ovviamente prevale sempre il principio che il suo corpo appartiene esclusivamente alla donna.
 

A.C Milan 1899

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Che dire? osservazione tutt'altro che banale,
in questo caso la natura non è giusta verso l'uomo,
ma ovviamente prevale sempre il principio che il suo corpo appartiene esclusivamente alla donna.

E torniamo sempre lì: se fosse solo il corpo della donna in gioco, il discorso sarebbe diverso. Il punto è che c’è un’altra persona di mezzo, quindi non si può ridurre il tutto a “è il suo corpo”, come se il bambino ne fosse una semplice appendice e non un individuo a se stante, seppur bisognoso della madre per sopravvivere.

A me la legalizzazione dell’aborto pare solo una esaltazione della legge del più forte, della legge di natura più spietata.

Un passo indietro enorme verso una umanità più umana e meno bestiale.
 

Ema2000

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L’aborto ci sarebbe sempre, c’era quando era illegale e continuerebbe ad esserci, purtroppo.

Dico solo che:

1. Non è giusto che si possa farlo essendo tutelati dalla Legge.

2. Non è giusto che si costringa anche chi è fermamente contrario a sovvenzionare questa pratica (che per me non ha nulla di diverso dalle pratiche spartane, infatti nei paesi scandinavi l’aborto è stato talmente tanto usato per fini eugenetici che i down non esistono più, in pratica), e quindi ad esserne seppur in una certa misura complice. Chi è favorevole a questa atrocità la paghi di tasca sua, non costringa me a fare lo stesso.

Questo è un tuo pensiero, che posso comprendere,
ma non funziona così,
lo stato non è autorizzato a intromettersi sulle scelte etiche individuali delle persone,
ma è obbligato a tutelare sempre lo stato di salute dei suoi cittadini, ciascuno dei quali paga le tue stesse tasse,

Dal momento che una donna decide per il parto è civilmente e anche cristianamente doveroso metterla nella condizione sanitaria migliore.

Sarebbe come chiedere che chi si ammali di cancro al polmone perchè fumatore non venga curato,
idem per gli alcolisti o per chi prende malattie veneree,
o anche estremizzando per chi si ferisce in un incidente stradale perchè non ha seguito il codice della strada,
non ha semplicemente logica dal punto di vista civilistico.
 
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Io ho semplicemente detto che uccidere dovrebbe portare a conseguenze, tutto lì. Il libero arbitrio implica anche il pagare le conseguenze delle azioni che si sceglie di compiere. Tra libero arbitrio e rispetto della vita il buon senso dice che la propria libertà finisce dove inizia quella altrui, e questo è il caso visto che vi è di mezzo un’altra persona, cioè il bambino.

Anche perché pure il discorso “priorità alle vite che già esistono” non regge, prima di tutto perché l’aborto è legale anche per futili motivi, una può abortire anche semplicemente perché non ha voglia di mettere su peso e poi dover dimagrire (estremizzo ma è così, volendo una può farlo), in secondo luogo una vita esiste fin dal concepimento, fin dal concepimento c’è un nuovo individuo con un DNA unico e irripetibile.




Se uno “ama il prossimo suo come se stesso” non uccide un essere umano indifeso come un bambino.

Un bambino? Un feto almeno fino a una certa fase non è un bambino. Quale fase? Certamente non è un bambino appena dopo il concepimento (altrimenti si può arrivare fino a tesi come quelle della "dispersione del seme è un grave peccato": se girate un po' per siti "cristiani" c'è da divertirsi). L'aborto è legale nei primi tre mesi.
 

Cantastorie

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Perché il bambino viene considerato quasi (anzi, senza il quasi) una non-persona, una specie di appendice del corpo femminile invece che una vita a se stante, e secondo questa distorta visione è facile capire perché il padre non debba avere voce in capitolo.

Del resto la de-umanizzazione del feto è l’unico modo col quale far passare la liceità dell’aborto e soprattutto inculcarla nelle menti delle persone.



Un problema psicologico (come se le madri che abortiscono non ne avessero, come no. Spesso sono quelle che ne hanno di più dopo, perché la coscienza si fa sentire) è risolvibile, spesso, uccidere un bambino invece è una cosa irrimediabile, una volta fatta.

Guarda che non intendevo problemi psicologici "base". Guarda che c'è chi si è ucciso per una gravidanza indesiderata, come c'è chi, in caso non si potesse abortire, probabilmente si suiciderebbe con il feto in grembo. Ma anche tralasciando questo, parlavi di libertà, bene. Un uomo stupra una donna, da questo stupro rimane incinta. Non potrebbe neanche avere la libertà di abortire, perché qualcuno ha deciso per lei che non può farlo e qualcuno, Violando la sua libertà, la ha pure ingravidata e quindi si troverebbe a dover per forza mettere al mondo un figlio, frutto dell'amore di nessuno. Poi dovrebbe gestirsi tutte le complicazioni del dopo. Il figlio poi... Sicuramente un bijoux. Dato in adozione nella speranza che qualcuno poi lo prenda (non è automatico, non è veloce) crescendo con tutti i problemi del caso. Mi fermo, tanto so che chi è contro non cambia idea. Chiediti però cosa penseresti se fossi una donna violentata (tanto risponderai che la penseresti uguale, ma almeno pensaci).
 

Ema2000

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E torniamo sempre lì: se fosse solo il corpo della donna in gioco, il discorso sarebbe diverso. Il punto è che c’è un’altra persona di mezzo, quindi non si può ridurre il tutto a “è il suo corpo”, come se il bambino ne fosse una semplice appendice e non un individuo a se stante, seppur bisognoso della madre per sopravvivere.

A me la legalizzazione dell’aborto pare solo una esaltazione della legge del più forte, della legge di natura più spietata.

Un passo indietro enorme verso una umanità più umana e meno bestiale.

Continui a girarci intorno, ma non se ne esce,
io condivido che parli di bambino e non di feto, visto che alcuni abortisti lo usano come giustificazione,
ma la questione non cambia, il portare avanti o meno una gravidanza rientra nei diritti fondamentali di una donna, non può essere altrimenti.
 

A.C Milan 1899

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Questo è un tuo pensiero, che posso comprendere,
ma non funziona così,
lo stato non è autorizzato a intromettersi sulle scelte etiche individuali delle persone,
ma è obbligato a tutelare sempre lo stato di salute dei suoi cittadini, ciascuno dei quali paga le tue stesse tasse,

Dal momento che una donna decide per il parto è civilmente e anche cristianamente doveroso metterla nella condizione sanitaria migliore.

Sarebbe come chiedere che chi si ammali di cancro al polmone perchè fumatore non venga curato,
idem per gli alcolisti o per chi prende malattie veneree,
o anche estremizzando per chi si ferisce in un incidente stradale perchè non ha seguito il codice della strada,
non ha semplicemente logica dal punto di vista civilistico.

Non credo a quello che leggo, un figlio paragonato ad un tumore o ad un incidente stradale. Pazzesco.

Se vogliamo ragionare seriamente, non può esistere nessun dovere etico da parte dello Stato e della comunità di favorire l’omicidio di una persona indifesa.

E anche dire che lo Stato non può intromettersi nelle scelte etiche è assurdo, sanzionare penalmente un omicidio o altre atrocità viene già fatto, anche sull’aborto non è che puoi abortire fino al nono mese, proprio perché quello è considerato omicidio anche dallo Stato. Semplicemente ci si è inventati la scappatoia del non voler considerare una persona il feto fino ad un certo punto dello sviluppo, ma ciò non regge, è una scappatoia ipocrita e basta:

1. Prof. Micheline Matthews-Roth, Harvard University Medical School: «Non è corretto dire che i dati biologici non sono decisivi. E’ scientificamente corretto dire che una singola vita umana inizia dal concepimento».


2. Dr. Alfred M. Bongioanni, University of Pennsylvania: «Ho imparato dai miei primi studi di formazione medica che la vita umana inizia al momento del concepimento».

3. Dr. Jerome LeJeune, University of Descartes: «Dopo la fecondazione ha avuto luogo un nuovo essere umano è vnuto in essere. Non è una questione di gusto o di opinione, questo è chiaro dall’evidenza sperimentale. Ogni individuo ha un inizio molto ordinato, al momento del concepimento».

4. Prof. Hymie Gordon, Mayo Clinic: «Da tutti i criteri della biologia molecolare moderna, la vita è presente dal momento del concepimento».

Per me è inconcepibile dire che sia dovere dello Stato e della comunità il mettere chi vuole spezzare una vita umana innocente in condizione di farlo impunemente e senza rischi, non esiste proprio, e chiudo qui il discorso.

Continui a girarci intorno, ma non se ne esce,
io condivido che parli di bambino e non di feto, visto che alcuni abortisti lo usano come giustificazione,
ma la questione non cambia, il portare avanti o meno una gravidanza rientra nei diritti fondamentali di una donna, non può essere altrimenti.

E invece no, visto che non c’è solo lei ma anche un’altra persona di mezzo, non può esistere nessun diritto naturale ad uccidere un innocente, tale “diritto” è solo un’invenzione artificiale.

Ma è inutile parlarne.

Guarda che non intendevo problemi psicologici "base". Guarda che c'è chi si è ucciso per una gravidanza indesiderata, come c'è chi, in caso non si potesse abortire, probabilmente si suiciderebbe con il feto in grembo. Ma anche tralasciando questo, parlavi di libertà, bene. Un uomo stupra una donna, da questo stupro rimane incinta. Non potrebbe neanche avere la libertà di abortire, perché qualcuno ha deciso per lei che non può farlo e qualcuno, Violando la sua libertà, la ha pure ingravidata e quindi si troverebbe a dover per forza mettere al mondo un figlio, frutto dell'amore di nessuno. Poi dovrebbe gestirsi tutte le complicazioni del dopo. Il figlio poi... Sicuramente un bijoux. Dato in adozione nella speranza che qualcuno poi lo prenda (non è automatico, non è veloce) crescendo con tutti i problemi del caso. Mi fermo, tanto so che chi è contro non cambia idea. Chiediti però cosa penseresti se fossi una donna violentata (tanto risponderai che la penseresti uguale, ma almeno pensaci).

Questa qui è la tattica dei radicali, quella del “caso pietoso”. Tale tattica è stata usata per legalizzare le peggiori storture, e oggi una può abortire anche per non perdersi la vacanza a Forte dei Marmi, se le va. Perciò legalizzare basandosi su alcuni casi pietosi è la cosa più sbagliata che si possa fare, lo insegna la storia. Ma ora la chiudo qui davvero, tanto so per esperienza che non se ne esce.

Un bambino? Un feto almeno fino a una certa fase non è un bambino. Quale fase? Certamente non è un bambino appena dopo il concepimento (altrimenti si può arrivare fino a tesi come quelle della "dispersione del seme è un grave peccato": se girate un po' per siti "cristiani" c'è da divertirsi). L'aborto è legale nei primi tre mesi.

“En una entrevista en Atlántico Diario, Javier Valdés, ginecólogo que practica abortos en Vigo, no tiene reparos en reconocer la verdad de los ejecutados por el aborto, pero restando importancia a lo que él llama 'casos puntuales'.

REDACCIÓN HO.- Javier Valdés, que trabaja en el Centro de Orientación Familiar del Complejo Hospitalario de Vigo y es presidente de la Sociedad Gallega de Contracepción, responde así a su entrevistador que le cuestiona si el feto es un ser humano: "Sí, como también lo son a los que meten en la silla eléctrica, pero son casos muy puntuales (569 en un área de medio millón de habitantes), y hay que pensar en la vida de la madre".”

In pratica il medico (non metto il link ma la fonte è facilmente trovabile, basta mettere il virgolettato sopra di Google), alla domanda dell’intervistatore se il feto è una persona, ha risposto: «Sì, lo sono anche quelli che si trovano sulla sedia elettrica, ma sono casi molto specifici (569 in un’area di mezzo milione di abitanti [a Vigo]) e si deve pensare alla vita della madre».

I medici abortisti sono i primi a saperlo, chi vuole credere alla favoletta che al, tipo, 92esimo giorno siamo di fronte ad una persona la cui vita è inviolabile mentre all’82esimo siamo di fronte ad un grumo di cellule che non si può nemmeno chiamare bambino lo faccia pure, io me ne tiro fuori.
 
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