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Una virologa di Honk Kong è scappata negli Stati Uniti dove può raccontare la sua versione finalmente senza temere ritorsioni.
Si chiama Li-Meng Yan ed è stata intervistata da Fox News:
"Se ne avessi parlato in Cina, mi avrebbero imprigionato o forse peggio
Sono venuta qui per raccontare la verità su come il Covid-19 è riuscito a espandersi nel mondo
Il 31 dicembre, dopo aver identificato un virus simile alla Sars a Wuhan, mi è stato chiesto di effettuare delle ricerche in segreto. Un mio amico che lavora al Cdc mi disse di aver individuato sintomi simili in altre persone, anche se il governo cinese aveva escluso la trasmissione tra esseri umani
Il contagio a Wuhan stava crescendo in fretta, così una volta terminate le ricerche ho fatto rapporto al mio capo dipartimento, il dottor Leo Poon
Lui mi ha chiesto di non dire nulla e di essere prudente
Molti di loro sono virologi e sapevano a quale catastrofe stavamo andando incontro. Avevano il dovere di fare qualcosa
Dopo sole quattro ore, è arrivata la prima risposta dal nostro governo: avevano cambiato il numero di casi da 60 a quasi 200. E hanno ammesso finalmente che il virus poteva essere trasmesso da uomo a uomo
Sapevo di essere in pericolo
Mio marito lavorava con me nel laboratorio. Quando gli ho chiesto di seguirmi, non ne ha voluto sapere. Era spaventato dalle ritorsioni del governo: diceva che ci avrebbero ucciso per colpa mia
Poche ore dopo la mia partenza, la polizia è piombata a casa mia. Hanno messo a soqquadro l'appartamento in cerca di prove, hanno interrogato la mia famiglia e hanno cancellato il mio account lavorativo"
Nei mesi successivi, la dottoressa è stata anche vittima di cyber attacchi: su Facebook sono comparsi profili a suo nome in cui veniva etichettata come affetta da disturbi mentali.
L'Università di Hong Kong ha reso noto soltanto che la donna "non fa più parte del loro staff"
Si chiama Li-Meng Yan ed è stata intervistata da Fox News:
"Se ne avessi parlato in Cina, mi avrebbero imprigionato o forse peggio
Sono venuta qui per raccontare la verità su come il Covid-19 è riuscito a espandersi nel mondo
Il 31 dicembre, dopo aver identificato un virus simile alla Sars a Wuhan, mi è stato chiesto di effettuare delle ricerche in segreto. Un mio amico che lavora al Cdc mi disse di aver individuato sintomi simili in altre persone, anche se il governo cinese aveva escluso la trasmissione tra esseri umani
Il contagio a Wuhan stava crescendo in fretta, così una volta terminate le ricerche ho fatto rapporto al mio capo dipartimento, il dottor Leo Poon
Lui mi ha chiesto di non dire nulla e di essere prudente
Molti di loro sono virologi e sapevano a quale catastrofe stavamo andando incontro. Avevano il dovere di fare qualcosa
Dopo sole quattro ore, è arrivata la prima risposta dal nostro governo: avevano cambiato il numero di casi da 60 a quasi 200. E hanno ammesso finalmente che il virus poteva essere trasmesso da uomo a uomo
Sapevo di essere in pericolo
Mio marito lavorava con me nel laboratorio. Quando gli ho chiesto di seguirmi, non ne ha voluto sapere. Era spaventato dalle ritorsioni del governo: diceva che ci avrebbero ucciso per colpa mia
Poche ore dopo la mia partenza, la polizia è piombata a casa mia. Hanno messo a soqquadro l'appartamento in cerca di prove, hanno interrogato la mia famiglia e hanno cancellato il mio account lavorativo"
Nei mesi successivi, la dottoressa è stata anche vittima di cyber attacchi: su Facebook sono comparsi profili a suo nome in cui veniva etichettata come affetta da disturbi mentali.
L'Università di Hong Kong ha reso noto soltanto che la donna "non fa più parte del loro staff"