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L'annuncio di Zingaretti:"Lo stillicidio non finisce. Mi vergogno che nel Pd, partito di cui sono segretario, da 20 giorni si parli solo di poltrone e primarie, quando in Italia sta esplodendo la terza ondata del Covid, c'è il problema del lavoro, degli investimenti e la necessità di ricostruire una speranza soprattutto per le nuove generazioni. Visto che il bersaglio sono io, per amore dell'Italia e del partito, non mi resta che fare l'ennesimo atto per sbloccare la situazione. Ora tutti dovranno assumersi le proprie responsabilita'. Nelle prossime ore scriverò alla Presidente del partito per dimettermi formalmente. L'Assemblea Nazionale farà le scelte più opportune e utili".
Me lo avevano anticipato ieri ma non ci avevo fatto troppo caso, invece avevano ragione.
Mossa prevedibile, dopo il terremoto dei sondaggi con Conte vertice del muovo M5S.
Di fatto ha distrutto il partito, condannandolo all'irrilevanza e alla subordinazione a Grillo, più abile e svelto dei Dem a cooptare Conte come Leader politico (che, abbiamo capito, si porta dietro un 6-10% dei voti).
Il problema grosso che sorge ora e che nessuno considera però è un altro: chi farà da federatore per l'alleanza elettorale PD-M5S?
Conte era spendibile perchè politicamente non impegnato, ora che è un uomo del M5S il PD non potrebbe digerire una candidatura politica non propria (e stesso vale per M5S).
Tocca trovare un "nuovo Conte" stile Prodi per federare le due parti, oppure ognuno per se (e il paese consegnato al CDX).
Si apre una fase nuova, e a dare le carte a sinistra è ancora una volta Matteo Renzi, forse ora pronto per rientrare alla base come "salvatore della patria" per il nuovo Pd "blairizzato".