Visnadi:"Milan, i silenzi di Maldini e Cardinale assente".

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Gianni Visnadi a calciomercato.com sulla crisi del Milan

Della partita ha già detto tutto Giancarlo Padovan, con la consueta lucidità e capacità di analisi. A chi interessa, c’è il parere di Arrigo Sacchi, uno dei massimo estimatori di Stefano Pioli: anni di lavoro cancellati in poche settimane. Scellerate le scelte anti-Inter. E poi il derby l’abbiamo visto tutti: primo tempo più modesto, triste, piccolo non riusciamo a ricordarlo. Perché il derby si può perdere anche 3 o 4 a zero, ma bisogna giocarlo e provare a vincerlo. Giocando da piccola, Pioli ha scelto di perderlo a poco, è questa è la sua colpa più grande.

Una settimana e una sconfitta dopo, la quinta del 2023, la quarta consecutiva, a fronte di una sola vittoria, adesso che i “parametri” sono temporaneamente saltati, con la prospettiva di cambiare a breve l’avverbio, trasformandone il tempo, siamo nuovamente tutti a chiederci perché e cosa sia successo dai gol di Ibanez e Abraham in avanti, ma forse è proprio quello il primo errore, il più grande di tutti. non solo nostro, ma del Milan stesso. Perché non guardare allo 0-0 con la Cremonese (37 gol subiti), alla sconfitta di Torino, alle vittorie al fotofinish con Spezia e Fiorentina? E le amichevoli a cavallo di Natale? Tre partite e tre sconfitte, addirittura con l’esperimento di cambiare il portiere. Il primo tempo di Salerno è l’eccezione, il resto è aria fritta.

Il Milan è malato da tempo, vittima di superbia e presunzione. Pensare di poter rinunciare a Leao è un atto di alta presunzione, non un basso modo per difendersi meglio. Palla a Leao, è stato lo schema scudetto. Che non vuole dire che il Milan un anno fa fosse solo Leao, ma sottraendolo a quella squadra, lo scudetto sarebbe stato comodamente dell’Inter. Male Pioli, ma peggio chi accanto a lui non ne condivide le responsabilità. Il disastroso mercato estivo, disconosciuto dal tecnico ogni volta che schiera una formazione, cui si somma lo zero del mercato invernale. Serve dirlo un’altra volta, adesso che è partita la gara dell’io l’avevo detto, anche per chi faceva di CDK una via di mezzo fra Rivera e Kakà? Rivera. Kakà. Ma per favore, su.

Maldini ha parlato una volta in un mese e fra 5 sconfitte, giusto per ricordarci i “parametri” e che tutto o quasi andava bene. Il presidente Scaroni aspetta il giorno giusto per ribadire che se non si abbatte San Siro, il Milan non tornerà più competitivo. Di Giorgio Furlani, che ha preso il posto di Gazidis, non si riconosce ancora il volto. Pare che dovesse parlare dopo il mercato, poi non l’ha fatto (il mercato, ma nemmeno ha parlato). Se più tardi passasse un messaggio più o meno rassicurante attraverso i canali del club, ci sarebbe da attribuirgli il valore che ha, al momento contano solo i risultati.

E poi c’è Gerald Cardinale, il nuovo proprietario. Che del Milan gl’importi solo il business, è chiaro. Proverà ad aumentare il valore del brand e poi venderà anche lui, meglio se con lo stadio, costruito o a progetto. Oppure renderà a Elliott, che è rimasto in società. Ma non è questo il punto, non ora. Quello dei fondi d’investimento è un mondo lontano dal calcio con cui siamo cresciuti, qui tifosi non ce ne sono, nonostante gli sforzi e photoshop.

Cardinale è atteso per il 14 febbraio a San Siro, quando arriverà il Tottenham, speriamo con anche il ristabilito Antonio Conte in panchina. Cardinale pare si sia fatto prestare 600 milioni da Elliott che gli vendeva il Milan. Al 7% sono 42 milioni di interessi l’anno e già solo per questo si capisce perché Elliott abbia preferito RedBird a InvestCorp. Ma il Milan era suo ed era suo diritto cederlo a chi preferiva e nel modo che preferiva.

Non serviva molto al Milan campione d’Italia per aprire un ciclo che invece s’è già chiuso, alla prima vittoria. Adesso ci sono i “parametri” che significano quarto posto e un nuovo gettone per la Champions, che per la proprietà vale quanto o più dello scudetto. E' improbabile che Leao firmi il rinnovo, perché dovrebbe?. E sarà un altro passo indietro. Bene che vada, Maldini riuscirà a venderlo al meglio in estate, e poi non dovrà sbagliare un’altra volta gli acquisti. Obiettivo Champions, ma l’importante ormai è partecipare.
 
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Gamma

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Gianni Visnadi a calciomercato.com sulla crisi del Milan

Della partita ha già detto tutto Giancarlo Padovan, con la consueta lucidità e capacità di analisi. A chi interessa, c’è il parere di Arrigo Sacchi, uno dei massimo estimatori di Stefano Pioli: anni di lavoro cancellati in poche settimane. Scellerate le scelte anti-Inter. E poi il derby l’abbiamo visto tutti: primo tempo più modesto, triste, piccolo non riusciamo a ricordarlo. Perché il derby si può perdere anche 3 o 4 a zero, ma bisogna giocarlo e provare a vincerlo. Giocando da piccola, Pioli ha scelto di perderlo a poco, è questa è la sua colpa più grande.

Una settimana e una sconfitta dopo, la quinta del 2023, la quarta consecutiva, a fronte di una sola vittoria, adesso che i “parametri” sono temporaneamente saltati, con la prospettiva di cambiare a breve l’avverbio, trasformandone il tempo, siamo nuovamente tutti a chiederci perché e cosa sia successo dai gol di Ibanez e Abraham in avanti, ma forse è proprio quello il primo errore, il più grande di tutti. non solo nostro, ma del Milan stesso. Perché non guardare allo 0-0 con la Cremonese (37 gol subiti), alla sconfitta di Torino, alle vittorie al fotofinish con Spezia e Fiorentina? E le amichevoli a cavallo di Natale? Tre partite e tre sconfitte, addirittura con l’esperimento di cambiare il portiere. Il primo tempo di Salerno è l’eccezione, il resto è aria fritta.

Il Milan è malato da tempo, vittima di superbia e presunzione. Pensare di poter rinunciare a Leao è un atto di alta presunzione, non un basso modo per difendersi meglio. Palla a Leao, è stato lo schema scudetto. Che non vuole dire che il Milan un anno fa fosse solo Leao, ma sottraendolo a quella squadra, lo scudetto sarebbe stato comodamente dell’Inter. Male Pioli, ma peggio chi accanto a lui non ne condivide le responsabilità. Il disastroso mercato estivo, disconosciuto dal tecnico ogni volta che schiera una formazione, cui si somma lo zero del mercato invernale. Serve dirlo un’altra volta, adesso che è partita la gara dell’io l’avevo detto, anche per chi faceva di CDK una via di mezzo fra Rivera e Kakà? Rivera. Kakà. Ma per favore, su.

Maldini ha parlato una volta in un mese e fra 5 sconfitte, giusto per ricordarci i “parametri” e che tutto o quasi andava bene. Il presidente Scaroni aspetta il giorno giusto per ribadire che se non si abbatte San Siro, il Milan non tornerà più competitivo. Di Giorgio Furlani, che ha preso il posto di Gazidis, non si riconosce ancora il volto. Pare che dovesse parlare dopo il mercato, poi non l’ha fatto (il mercato, ma nemmeno ha parlato). Se più tardi passasse un messaggio più o meno rassicurante attraverso i canali del club, ci sarebbe da attribuirgli il valore che ha, al momento contano solo i risultati.

E poi c’è Gerald Cardinale, il nuovo proprietario. Che del Milan gl’importi solo il business, è chiaro. Proverà ad aumentare il valore del brand e poi venderà anche lui, meglio se con lo stadio, costruito o a progetto. Oppure renderà a Elliott, che è rimasto in società. Ma non è questo il punto, non ora. Quello dei fondi d’investimento è un mondo lontano dal calcio con cui siamo cresciuti, qui tifosi non ce ne sono, nonostante gli sforzi e photoshop.

Cardinale è atteso per il 14 febbraio a San Siro, quando arriverà il Tottenham, speriamo con anche il ristabilito Antonio Conte in panchina. Cardinale pare si sia fatto prestare 600 milioni da Elliott che gli vendeva il Milan. Al 7% sono 42 milioni di interessi l’anno e già solo per questo si capisce perché Elliott abbia preferito RedBird a InvestCorp. Ma il Milan era suo ed era suo diritto cederlo a chi preferiva e nel modo che preferiva.

Non serviva molto al Milan campione d’Italia per aprire un ciclo che invece s’è già chiuso, alla prima vittoria. Adesso ci sono i “parametri” che significano quarto posto e un nuovo gettone per la Champions, che per la proprietà vale quanto o più dello scudetto. E' improbabile che Leao firmi il rinnovo, perché dovrebbe?. E sarà un altro passo indietro. Bene che vada, Maldini riuscirà a venderlo al meglio in estate, e poi non dovrà sbagliare un’altra volta gli acquisti. Obiettivo Champions, ma l’importante ormai è partecipare.
Nulla da aggiungere.

Inutile cercare modi per giustificare Pioli o Maldini arrivati a questo punto. Le scelte del primo e le dichiarazioni del secondo meritano una condanna sportiva ed il mancato consenso dei tifosi.
 

Lorenzo 89

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Cose risapute che diciamo da mesi, questi giornalisti sono anch'essi responsabili dello scempio odierno, fino a poco tempo fa tutti ad elogiare il mirabolante mercato estivo con voti altisonanti, ora è troppo facile parlare.
Dovevano denunciare questi fatti mesi fa, e non a cose fatte quando anche mio nipote di 7 anni si è accorto che le cose stanno andando a rotoli, non ci vuole il titolo di giornalista per affermare l'ovvio.
 
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Spiace dirlo ma, a giudicare dall'ultima intervista, anche Paolo sembra in confusione... forse i silenzi di Maldini non sono poi così male in questo momento...
 

Chrissonero

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vabbe la proprieta e una autentica m***a solo interessata al bussines lo sappiamo tutti da mesi... ma quello che non riesco a digerire è la mancanza di atteggiamento e di REAZIONE di tanti che sono nel Milan oggi, a partire da Paolo Maldini, giocatori e logicamente Pioli ormai in totale confusione... incredibile ma sembrano vittime sacrifica li... GENTE SENZA PALLE.
 

Swaitak

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Gianni Visnadi a calciomercato.com sulla crisi del Milan

Della partita ha già detto tutto Giancarlo Padovan, con la consueta lucidità e capacità di analisi. A chi interessa, c’è il parere di Arrigo Sacchi, uno dei massimo estimatori di Stefano Pioli: anni di lavoro cancellati in poche settimane. Scellerate le scelte anti-Inter. E poi il derby l’abbiamo visto tutti: primo tempo più modesto, triste, piccolo non riusciamo a ricordarlo. Perché il derby si può perdere anche 3 o 4 a zero, ma bisogna giocarlo e provare a vincerlo. Giocando da piccola, Pioli ha scelto di perderlo a poco, è questa è la sua colpa più grande.

Una settimana e una sconfitta dopo, la quinta del 2023, la quarta consecutiva, a fronte di una sola vittoria, adesso che i “parametri” sono temporaneamente saltati, con la prospettiva di cambiare a breve l’avverbio, trasformandone il tempo, siamo nuovamente tutti a chiederci perché e cosa sia successo dai gol di Ibanez e Abraham in avanti, ma forse è proprio quello il primo errore, il più grande di tutti. non solo nostro, ma del Milan stesso. Perché non guardare allo 0-0 con la Cremonese (37 gol subiti), alla sconfitta di Torino, alle vittorie al fotofinish con Spezia e Fiorentina? E le amichevoli a cavallo di Natale? Tre partite e tre sconfitte, addirittura con l’esperimento di cambiare il portiere. Il primo tempo di Salerno è l’eccezione, il resto è aria fritta.

Il Milan è malato da tempo, vittima di superbia e presunzione. Pensare di poter rinunciare a Leao è un atto di alta presunzione, non un basso modo per difendersi meglio. Palla a Leao, è stato lo schema scudetto. Che non vuole dire che il Milan un anno fa fosse solo Leao, ma sottraendolo a quella squadra, lo scudetto sarebbe stato comodamente dell’Inter. Male Pioli, ma peggio chi accanto a lui non ne condivide le responsabilità. Il disastroso mercato estivo, disconosciuto dal tecnico ogni volta che schiera una formazione, cui si somma lo zero del mercato invernale. Serve dirlo un’altra volta, adesso che è partita la gara dell’io l’avevo detto, anche per chi faceva di CDK una via di mezzo fra Rivera e Kakà? Rivera. Kakà. Ma per favore, su.

Maldini ha parlato una volta in un mese e fra 5 sconfitte, giusto per ricordarci i “parametri” e che tutto o quasi andava bene. Il presidente Scaroni aspetta il giorno giusto per ribadire che se non si abbatte San Siro, il Milan non tornerà più competitivo. Di Giorgio Furlani, che ha preso il posto di Gazidis, non si riconosce ancora il volto. Pare che dovesse parlare dopo il mercato, poi non l’ha fatto (il mercato, ma nemmeno ha parlato). Se più tardi passasse un messaggio più o meno rassicurante attraverso i canali del club, ci sarebbe da attribuirgli il valore che ha, al momento contano solo i risultati.

E poi c’è Gerald Cardinale, il nuovo proprietario. Che del Milan gl’importi solo il business, è chiaro. Proverà ad aumentare il valore del brand e poi venderà anche lui, meglio se con lo stadio, costruito o a progetto. Oppure renderà a Elliott, che è rimasto in società. Ma non è questo il punto, non ora. Quello dei fondi d’investimento è un mondo lontano dal calcio con cui siamo cresciuti, qui tifosi non ce ne sono, nonostante gli sforzi e photoshop.

Cardinale è atteso per il 14 febbraio a San Siro, quando arriverà il Tottenham, speriamo con anche il ristabilito Antonio Conte in panchina. Cardinale pare si sia fatto prestare 600 milioni da Elliott che gli vendeva il Milan. Al 7% sono 42 milioni di interessi l’anno e già solo per questo si capisce perché Elliott abbia preferito RedBird a InvestCorp. Ma il Milan era suo ed era suo diritto cederlo a chi preferiva e nel modo che preferiva.

Non serviva molto al Milan campione d’Italia per aprire un ciclo che invece s’è già chiuso, alla prima vittoria. Adesso ci sono i “parametri” che significano quarto posto e un nuovo gettone per la Champions, che per la proprietà vale quanto o più dello scudetto. E' improbabile che Leao firmi il rinnovo, perché dovrebbe?. E sarà un altro passo indietro. Bene che vada, Maldini riuscirà a venderlo al meglio in estate, e poi non dovrà sbagliare un’altra volta gli acquisti. Obiettivo Champions, ma l’importante ormai è partecipare.
Complimenti a Visnaldi è il primo, dal mondo fatato, che dice le cose come stanno
 

Antokkmilan

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Visnadi il Milan pre Roma, vinceva anche con i fantasmi in tribuna quindi per me se la società è presente o meno cambia poco. L’anno scorso uguale, la società era assente e il Milan ha vinto lo stesso quindi non è colpa della società( la società ha colpe sia chiaro ma non in questo contesto).

I problemi di questa squadra sono molteplici, ma sono problemi che tutte le squadre almeno una volta nel arco della stagione devono affrontare.
 

Milanoide

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Gianni Visnadi a calciomercato.com sulla crisi del Milan

Della partita ha già detto tutto Giancarlo Padovan, con la consueta lucidità e capacità di analisi. A chi interessa, c’è il parere di Arrigo Sacchi, uno dei massimo estimatori di Stefano Pioli: anni di lavoro cancellati in poche settimane. Scellerate le scelte anti-Inter. E poi il derby l’abbiamo visto tutti: primo tempo più modesto, triste, piccolo non riusciamo a ricordarlo. Perché il derby si può perdere anche 3 o 4 a zero, ma bisogna giocarlo e provare a vincerlo. Giocando da piccola, Pioli ha scelto di perderlo a poco, è questa è la sua colpa più grande.

Una settimana e una sconfitta dopo, la quinta del 2023, la quarta consecutiva, a fronte di una sola vittoria, adesso che i “parametri” sono temporaneamente saltati, con la prospettiva di cambiare a breve l’avverbio, trasformandone il tempo, siamo nuovamente tutti a chiederci perché e cosa sia successo dai gol di Ibanez e Abraham in avanti, ma forse è proprio quello il primo errore, il più grande di tutti. non solo nostro, ma del Milan stesso. Perché non guardare allo 0-0 con la Cremonese (37 gol subiti), alla sconfitta di Torino, alle vittorie al fotofinish con Spezia e Fiorentina? E le amichevoli a cavallo di Natale? Tre partite e tre sconfitte, addirittura con l’esperimento di cambiare il portiere. Il primo tempo di Salerno è l’eccezione, il resto è aria fritta.

Il Milan è malato da tempo, vittima di superbia e presunzione. Pensare di poter rinunciare a Leao è un atto di alta presunzione, non un basso modo per difendersi meglio. Palla a Leao, è stato lo schema scudetto. Che non vuole dire che il Milan un anno fa fosse solo Leao, ma sottraendolo a quella squadra, lo scudetto sarebbe stato comodamente dell’Inter. Male Pioli, ma peggio chi accanto a lui non ne condivide le responsabilità. Il disastroso mercato estivo, disconosciuto dal tecnico ogni volta che schiera una formazione, cui si somma lo zero del mercato invernale. Serve dirlo un’altra volta, adesso che è partita la gara dell’io l’avevo detto, anche per chi faceva di CDK una via di mezzo fra Rivera e Kakà? Rivera. Kakà. Ma per favore, su.

Maldini ha parlato una volta in un mese e fra 5 sconfitte, giusto per ricordarci i “parametri” e che tutto o quasi andava bene. Il presidente Scaroni aspetta il giorno giusto per ribadire che se non si abbatte San Siro, il Milan non tornerà più competitivo. Di Giorgio Furlani, che ha preso il posto di Gazidis, non si riconosce ancora il volto. Pare che dovesse parlare dopo il mercato, poi non l’ha fatto (il mercato, ma nemmeno ha parlato). Se più tardi passasse un messaggio più o meno rassicurante attraverso i canali del club, ci sarebbe da attribuirgli il valore che ha, al momento contano solo i risultati.

E poi c’è Gerald Cardinale, il nuovo proprietario. Che del Milan gl’importi solo il business, è chiaro. Proverà ad aumentare il valore del brand e poi venderà anche lui, meglio se con lo stadio, costruito o a progetto. Oppure renderà a Elliott, che è rimasto in società. Ma non è questo il punto, non ora. Quello dei fondi d’investimento è un mondo lontano dal calcio con cui siamo cresciuti, qui tifosi non ce ne sono, nonostante gli sforzi e photoshop.

Cardinale è atteso per il 14 febbraio a San Siro, quando arriverà il Tottenham, speriamo con anche il ristabilito Antonio Conte in panchina. Cardinale pare si sia fatto prestare 600 milioni da Elliott che gli vendeva il Milan. Al 7% sono 42 milioni di interessi l’anno e già solo per questo si capisce perché Elliott abbia preferito RedBird a InvestCorp. Ma il Milan era suo ed era suo diritto cederlo a chi preferiva e nel modo che preferiva.

Non serviva molto al Milan campione d’Italia per aprire un ciclo che invece s’è già chiuso, alla prima vittoria. Adesso ci sono i “parametri” che significano quarto posto e un nuovo gettone per la Champions, che per la proprietà vale quanto o più dello scudetto. E' improbabile che Leao firmi il rinnovo, perché dovrebbe?. E sarà un altro passo indietro. Bene che vada, Maldini riuscirà a venderlo al meglio in estate, e poi non dovrà sbagliare un’altra volta gli acquisti. Obiettivo Champions, ma l’importante ormai è partecipare.
Per le vicende prettamente tattiche sento odore di chi fa il frocione con il **** degli altri, ooops nostro.
Avessimo preso l'ennesima imbarcata, oggi tutti a dire che doveva giocare coperto e cambiare modulo (come ha fatto).
 

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