Violenza sessuale senza consenso: primo sì alla Camera

Toby rosso nero

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Vi cito un passaggio di quell'articolo a cui mi riferivo.
Questa è la seconda cosa che hanno introdotto, oltre alla storia del "consenso continuato":

L’altro elemento è la vittimizzazione secondaria, ovvero la violenza ulteriore a cui la donna stuprata è sottoposta nel corso del processo, quando i difensori dell’imputato, nel tentativo di guadagnare un’assoluzione o una pena meno severa, cercano di ricostruire i fatti con domande che spesso posso sembrare insinuanti o aggressive, comunque dolorose per chi deve rispondere. Non è una quisquilia. Ma la soluzione è brutale: quelle domande gli avvocati non potranno porle più. Non si chiede una continenza verbale, confini più ristretti, una tutela più presente da parte del giudice. No, vietato indugiare su qualsiasi dettaglio. In estrema sintesi: non si può parlare di quello che è successo. E come si fa a tenere un dibattimento se non si può parlare di quello che è successo?
Traduzione facile facile: saranno gli imputati a dover dimostrare la loro innocenza, anziché gli inquirenti a dover dimostrare la loro colpevolezza. È il ribaltamento dell’onere della prova o, per essere più chiari, il ribaltamento della dottrina costituzionale secondo cui siamo tutti innocenti fino a prova contraria: ce ne saranno alcuni che, fino a prova contraria, saranno considerati colpevoli.

Sono un ragazzo, ho una moto e qualcuno me la ruba. Denuncio. Non dovrò mica dimostrare il mio dissenso: è evidente visto che ho subito un furto”. Esempio perfetto: non bisogna più che gli inquirenti dimostrino se il furto c’è stato o no. Il furto c’è, il ladro pure, se è in grado di scagionarsi bene altrimenti fatti suoi.
 
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Vi cito un passaggio di quell'articolo a cui mi riferivo.
Questa è la seconda cosa che hanno introdotto, oltre alla storia del "consenso continuato":

L’altro elemento è la vittimizzazione secondaria, ovvero la violenza ulteriore a cui la donna stuprata è sottoposta nel corso del processo, quando i difensori dell’imputato, nel tentativo di guadagnare un’assoluzione o una pena meno severa, cercano di ricostruire i fatti con domande che spesso posso sembrare insinuanti o aggressive, comunque dolorose per chi deve rispondere. Non è una quisquilia. Ma la soluzione è brutale: quelle domande gli avvocati non potranno porle più. Non si chiede una continenza verbale, confini più ristretti, una tutela più presente da parte del giudice. No, vietato indugiare su qualsiasi dettaglio. In estrema sintesi: non si può parlare di quello che è successo. E come si fa a tenere un dibattimento se non si può parlare di quello che è successo?
Traduzione facile facile: saranno gli imputati a dover dimostrare la loro innocenza, anziché gli inquirenti a dover dimostrare la loro colpevolezza. È il ribaltamento dell’onere della prova o, per essere più chiari, il ribaltamento della dottrina costituzionale secondo cui siamo tutti innocenti fino a prova contraria: ce ne saranno alcuni che, fino a prova contraria, saranno considerati colpevoli.

Sono un ragazzo, ho una moto e qualcuno me la ruba. Denuncio. Non dovrò mica dimostrare il mio dissenso: è evidente visto che ho subito un furto”. Esempio perfetto: non bisogna più che gli inquirenti dimostrino se il furto c’è stato o no. Il furto c’è, il ladro pure, se è in grado di scagionarsi bene altrimenti fatti suoi.
Non ho mai assistito ad un processo per stupro o anche solo per molestie sessuali, quindi non so se gli avvocati difensori usino spesso queste tattiche, ma posso immaginare che sia così. Ed è vero che cercare di umiliare la vittima, costringendola a rivivere l'accaduto in aula in ogni dettaglio, in modo da scardinare il singolo istante per trovare qualcosa da poter usare a suo svantaggio è moralmente molto discutibile, se non addirittura brutale in certi casi. Ma è il giudice, e solo lui, che ha la facoltà e il dovere di opporsi ad ogni comportamento di chi dibatte in aula. E' il giudice che consente o limita la cosiddetta "latitudine" per l'interrogatorio degli imputati, delle vittime o dei testimoni. Un giudice di buon senso sa quando e come deve mettere in riga gli avvocati e non consentire di indugiare in modo morboso nei particolari. Sempre se è un buon giudice.
Ora invece è la legislazione che crea la "latitudine zero". Questo rende nulla la discrezionalità del giudice che non può nemmeno farsi un'idea dei fatti come si sono svolti, ed è costretto, immagino, a deliberare senza alcuna informazione rilevante. E' messo in una condizione di svantaggio gravissima e non vorrei essere nei suoi panni in certi casi.
 

davidsdave80

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Non cambia niente nei fatti, ma qualcosa nell'approccio giuridico agli eventi.
Poiché non esistono prove tangibili ma solo testimonianze, è sempre tutto a discrezione del giudice. Come altri hanno scritto, bisognerebbe registrare audio e video del rapporto completo, comprese le parti preliminari e forse anche quelle del corteggiamento. Ma questo ovviamente comporterebbe un altro tipo di reato. Il vero risultato però è quello di spostare la sopradetta discrezionalità del giudice in un terreno molto più repressivo. Il rischio di cadere in una brutta situazione anche in buona fede aumenta sensibilmente. Pertanto a mio parere l'unica cosa che si può fare è evitare qualsiasi rapporto occasionale, cercare e trovare la donna giusta se si è in età, e sperare che per qualche tipo di rancore o ritorsione non si trasformi mai in quella sbagliata.
AMEN. Per tutto il resto, c'e' mastercard
 
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All'unanimità la Camera ha approvato la proposta di legge che prevede che qualunque atto sessuale posto in essere senza il consenso libero e attuale della persona coinvolta integra il delitto di violenza sessuale. Ora il testo passa al Senato.

Esulta anche l'opposizione. Schlein ha parlato di "Rivoluzione culturale", mentre la Boldrini ha dichiarato: "Oggi diciamo basta. Basta alle sentenze nei casi di stupro in cui l’accusato viene assolto perché lei ‘doveva sapere cosa aspettarsi’, perché lei aveva già avuto rapporti e quindi era ‘in condizione di immaginarsi i possibili sviluppi della situazione’. Basta a ‘se manca il dissenso non c’è violenza’. Basta a domande come ‘perché non sei scappata?‘, ‘perché non hai detto no?‘, ‘perché non hai reagito?’. Tutto questo si chiama paura, non consenso. Si chiama paralisi, non consenso. Si chiama momentanea incapacità di intendere, non consenso. Il consenso è un’altra cosa. E con l’approvazione alla Camera della legge sul consenso, mettiamo nero su bianco che solo sì è sì. Che il sesso senza consenso è stupro".

La legge non ha convinto però tutti, tra i sostenitori della maggioranza. Il giornalista Nicola Porro ci è andato giù duro e ha parlato di "mostruosità" aggiungendo "Cdx siete dei pazzi".
bisogna far firmare il modulo o basta la sigla sul tablet? o si può usare lo spid?
 
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Il problema è che possono pure cambiare idea. Forse devi fermarti ogni 30 secondi per firmare una nuova pagina di consenso 🤣
Si potrebbe fare tipo contratto calcistico. 5 botte, con possibilità di proroga ed eventuale rinnovo delle 5 botte e così via :asd:
Ci stiamo avviando verso i caschetti tipo demolition man :facepalm:
 
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