Violenza sessuale senza consenso: primo sì alla Camera

Lineker10

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All'unanimità la Camera ha approvato la proposta di legge che prevede che qualunque atto sessuale posto in essere senza il consenso libero e attuale della persona coinvolta integra il delitto di violenza sessuale. Ora il testo passa al Senato.

Esulta anche l'opposizione. Schlein ha parlato di "Rivoluzione culturale", mentre la Boldrini ha dichiarato: "Oggi diciamo basta. Basta alle sentenze nei casi di stupro in cui l’accusato viene assolto perché lei ‘doveva sapere cosa aspettarsi’, perché lei aveva già avuto rapporti e quindi era ‘in condizione di immaginarsi i possibili sviluppi della situazione’. Basta a ‘se manca il dissenso non c’è violenza’. Basta a domande come ‘perché non sei scappata?‘, ‘perché non hai detto no?‘, ‘perché non hai reagito?’. Tutto questo si chiama paura, non consenso. Si chiama paralisi, non consenso. Si chiama momentanea incapacità di intendere, non consenso. Il consenso è un’altra cosa. E con l’approvazione alla Camera della legge sul consenso, mettiamo nero su bianco che solo sì è sì. Che il sesso senza consenso è stupro".

La legge non ha convinto però tutti, tra i sostenitori della maggioranza. Il giornalista Nicola Porro ci è andato giù duro e ha parlato di "mostruosità" aggiungendo "Cdx siete dei pazzi".
In vita mia ho sempre avuto ben chiaro se la ragazza che stavo approcciando volesse farlo o meno.
Quindi da uomo dico che chiunque lo sa benissimo se andare avanti con consenso o no. Assumendosi le responsabilità di quello che fa.
Per me su questo argomento si da sempre troppa responsabilità alla donna, soprattutto quando è chiaramente una vittima.

Nella sostanza la legge chiarisce un punto: la donna deve dire di si se vuole farlo, non dire di no se non vuole. E' una differenza che in un processo cambia abbastanza le dinamiche e le responsabilità.

Come campo di applicazione interviene in particolare nei casi, purtroppo in crescita, di stupri in casa, fatti da amici, parenti e conoscenti.
 
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Swaitak

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All'unanimità la Camera ha approvato la proposta di legge che prevede che qualunque atto sessuale posto in essere senza il consenso libero e attuale della persona coinvolta integra il delitto di violenza sessuale. Ora il testo passa al Senato.

Esulta anche l'opposizione. Schlein ha parlato di "Rivoluzione culturale", mentre la Boldrini ha dichiarato: "Oggi diciamo basta. Basta alle sentenze nei casi di stupro in cui l’accusato viene assolto perché lei ‘doveva sapere cosa aspettarsi’, perché lei aveva già avuto rapporti e quindi era ‘in condizione di immaginarsi i possibili sviluppi della situazione’. Basta a ‘se manca il dissenso non c’è violenza’. Basta a domande come ‘perché non sei scappata?‘, ‘perché non hai detto no?‘, ‘perché non hai reagito?’. Tutto questo si chiama paura, non consenso. Si chiama paralisi, non consenso. Si chiama momentanea incapacità di intendere, non consenso. Il consenso è un’altra cosa. E con l’approvazione alla Camera della legge sul consenso, mettiamo nero su bianco che solo sì è sì. Che il sesso senza consenso è stupro".

La legge non ha convinto però tutti, tra i sostenitori della maggioranza. Il giornalista Nicola Porro ci è andato giù duro e ha parlato di "mostruosità" aggiungendo "Cdx siete dei pazzi".
Perché sempre questo lei? L'uomo non deve dare consenso? E se sono 2 lesbiche come funziona?
 
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In vita mia ho sempre avuto ben chiaro se la ragazza che stavo approcciando volesse farlo o meno.
Quindi da uomo dico che chiunque lo sa benissimo se andare avanti con consenso o no. Assumendosi le responsabilità di quello che fa.
Per me su questo argomento si da sempre troppa responsabilità alla donna, soprattutto quando è chiaramente una vittima.

Nella sostanza la legge chiarisce un punto: la donna deve dire di si se vuole farlo, non dire di no se non vuole. E' una differenza che in un processo cambia abbastanza le dinamiche e le responsabilità.

Come campo di applicazione interviene in particolare nei casi, purtroppo in crescita, di stupri in casa, fatti da amici, parenti e conoscenti.
Avrebbe anche senso quello che dici, ma qui le dinamiche potrebbero cambiare non poco.
Se il rapporto è 1:1 sarà sempre la mia parola contro la tua. Nessuno mi assicura che domani, una ragazza perfettamente consensiente al momento dell'atto, decida di ritrattare (e ci sono già casi nella giurisprudenza simili prima che questa proposta di legge venisse approvata, non oso immaginare post).
Tutti stanno ironizzando su "moduli di consenso" nel thread, ma non la vedo mica come una cosa fuori dal mondo per tutelarsi...
 

Lineker10

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Avrebbe anche senso quello che dici, ma qui le dinamiche potrebbero cambiare non poco.
Se il rapporto è 1:1 sarà sempre la mia parola contro la tua. Nessuno mi assicura che domani, una ragazza perfettamente consensiente al momento dell'atto, decida di ritrattare (e ci sono già casi nella giurisprudenza simili prima che questa proposta di legge venisse approvata, non oso immaginare post).
Tutti stanno ironizzando su "moduli di consenso" nel thread, ma non la vedo mica come una cosa fuori dal mondo per tutelarsi...
Ironizzare ci sta sempre... è un altro discorso.

Pero se vogliamo affrontare il discorso piu seriamente, i contorni della legge sono questi:
Il primo comma individua tre diverse possibili condotte che, in assenza del consenso libero e attuale della persona, costituiscono il reato di violenza sessuale: il compiere atti sessuali su un'altra persona; il far compiere atti sessuali ad un'altra persona; il far subire atti sessuali ad un'altra persona. Il secondo comma ripropone invece, con lievi modifiche, le due fattispecie che attualmente integrano il delitto di violenza sessuale: ogni volta che si costringa qualcuno a compiere o a subire atti sessuali con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità; e ogni volta che si abusa delle condizioni di inferiorità fisica o psichica o di particolare vulnerabilità della persona offesa.

Quindi la legge interviene in casi specifici e chiarisce alcuni aspetti cruciali che oggi sono lasciati (troppo secondo me) alla discrezionalità dei giudici.

Sull'esempio che fai tu, ti assicuro che per quella ragazza è praticamente impossibile dimostrare l'assenza di consenso se non ci sono dinamiche chiare e dimostrabili in un processo. Ad oggi, anche con questa modifica alla legge, resta comunque alla vittima il carico (giudiziario ed emotivo) di dimostrare di esserlo stato/a. Se non ha prove chiare, non potrà ottenere molto neanche domani, con la nuova legge. Se era "perfettamente conseziente" come dici tu, sarà praticamente impossibile riuscire a dimostrare il contrario. Se ci riesce, è evidente che "perfettamente conseziente" non lo era.
 
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vicky3464

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Il cambiamento della norma mi pare recepisca quello che gia' da tempo la Corte Costutuzionale aveva stabilito. La parte interessante che modifica sostanzialmente le dinamiche nel caso piu' complicato, quello di freezing, per cui la vittima si "spegne" per una forma di autoprotezione. Con la nuova norma e' l'assenza di consenso a determinare la violenza, senza la necessita' di spiegare perche' non si e' reagito. Ma non mi e' chiaro come si sposa col principio sacrosanto di innocenza fino a prova contraria. Voglio dire, non credo che basti che una donna dica "non avevo dato il mio consenso" per essere condannato, e non capisco neppure se sia la donna, o le circostanze a dimostrare che non c'era consenso, o - come ho letto spero erroneamente - che sia il presunto autore della violenza a dover dimostrare che il consenso c'era, perche' in questo secondo caso mi pare una aberrazione: come posso dimostrare il consenso di qualcuno, che e' uno stato dell'animo?
 

Lineker10

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Il cambiamento della norma mi pare recepisca quello che gia' da tempo la Corte Costutuzionale aveva stabilito. La parte interessante che modifica sostanzialmente le dinamiche nel caso piu' complicato, quello di freezing, per cui la vittima si "spegne" per una forma di autoprotezione. Con la nuova norma e' l'assenza di consenso a determinare la violenza, senza la necessita' di spiegare perche' non si e' reagito. Ma non mi e' chiaro come si sposa col principio sacrosanto di innocenza fino a prova contraria. Voglio dire, non credo che basti che una donna dica "non avevo dato il mio consenso" per essere condannato, e non capisco neppure se sia la donna, o le circostanze a dimostrare che non c'era consenso, o - come ho letto spero erroneamente - che sia il presunto autore della violenza a dover dimostrare che il consenso c'era, perche' in questo secondo caso mi pare una aberrazione: come posso dimostrare il consenso di qualcuno, che e' uno stato dell'animo?
Interessante riflessione.
La legge chiarisce bene codesto punto, che secondo me è importante. La vittima adesso non deve reagire, scappare, ribellarsi per dimostrare il proprio dissenso. Ed è una cosa fondamentale nei casi di stupro da parte di colleghi, familiari, amici, conoscenti perchè spesso la dinamica è proprio quella del freezing.

Per il resto, nella pratica delle cose, alla fine saranno cruciali le circostanze per definire i dettagli in un processo, come lo era prima.
 
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