Possiamo anche soprassedere sulle capacità di insegnamento e le intuizioni, ma l'allenatore di successo deve essere un "maniaco", un uomo ossessionato dal calcio e dalla vittoria, uno che lavora e studia 20 ore al giorno, uno che per il calcio sta male. Uno che pretenda intensità e concentrazione massime negli allenamenti.
Sacchi, Capello, Lippi, Conte, Mourinho - devo andare avanti?
Questo qui fa passeggiare le squadre dal lunedì al sabato, e i risultati si vedono: le sue squadre passeggiano, non corrono. Non c'entra niente il tiki taka, perché il Barca lo giocava con pressing e intensità mostruose per 90 minuti; le squadre di Montella camminano e giocano col passaggino laterale o all'indietro tutto il tempo.
E la rabbia? La voglia? L'intensità? Questo qui ridacchia sempre, che si vinca o che si perda, che si sia primi in classifica o decimi. È preoccupato solo delle sciarpette, delle camicie, del giacchettino firmato. Fa l'allenatore per hobby, non per vocazione. Per lui è un passatempo, si diverte, vivacchia.
Cos'ha del grande allenatore, questo qui? Dove vogliamo andare, con uno così?
L'obiettivo è il quarto posto? Arriveremo quinti, se andrà bene. Se l'obiettivo fosse il decimo posto, arriveremmo undicesimi. E non tirate fuori la storia del posto in Europa League, palesemente regalatogli dall'Inter.
Errore madornale aver affidato un progetto da centinaia di milioni ad un incapace totale e per di più disinteressato e demotivato. Che intervengano ora, con 35 partite ancora da giocare e la Roma che ha anch'essa problemi. Già aspettare la prossima pausa per le nazionali, sarebbe troppo tardi.
Questo qui affossa la stagione coi suoi allenamenti all'acqua di rose che tolgono qualsiasi vitalità ai giocatori. Ma mo vedete Kessie? Passeggia, sembra abbia davvero 50 anni. Guardatevi qualche video dell'anno scorso all'Atalanta, o ricordatevi delle sue prime due o tre partite in estate, senza l'effetto "Vincenzino".
Intervenire ora, subito!