Ragazzi scusate ma nelle risposte c'è un sacco di pseudoscienza e propaganda prolobbystica, i dati sono accessibili a tutti:
Durante l’estinzione di massa peggiore del pianeta nel Permiano, avvenuta circa 252 milioni di anni fa, le temperature globali aumentarono di circa 10 °C nell’arco di 60.000 anni a causa dell’innalzamento dei livelli (ppm) di CO₂ provocato da massicce eruzioni vulcaniche. Questo evento portò all’estinzione di circa il 90% delle specie marine e terrestri. L’aumento medio della CO₂ in quell’episodio fu di appena 0,00015 ppm all’anno e spalmato su molti millenni. Oggi, dall’inizio dell’era industriale, cioè da quando abbiamo cominciato a estrarre carbonio fossile e rilasciarlo nell’atmosfera, stiamo registrando un incremento superiore a 2,5 ppm all’anno, un ritmo oltre 15.000 volte più rapido. La concentrazione atmosferica di CO₂ è passata da circa 280 ppm in epoca preindustriale — un valore stabile per millenni — a oltre 420 ppm oggi.
Ogni aumento di 100 ppm di CO₂ corrisponde a un incremento di circa 1 grado Celsius della temperatura globale. Questo riscaldamento innesca effetti che si autoalimentano, come il rilascio di gas serra da permafrost e oceani, aggravando ulteriormente la crisi climatica. Per ogni grado in più, assistiamo al collasso di ecosistemi chiave, meno acqua dolce disponibile perchè a temperature più alte si concentra nell'atmosfera, e a una diminuzione stimata del 10-15% della produzione agricola globale, con impatti diretti sulla sicurezza alimentare mondiale. Per-ogni-grado. Basta guardare i ghiacciai sulle Alpi o farsi un giro in un bosco, se avete più di 30 anni
Il problema non è il cambiamento climatico in sé, che è sempre esistito, ma la sua velocità vertiginosa, senza precedenti nella storia del pianeta, che impedisce agli ecosistemi e alle società umane di adattarsi in tempo, ed è legato per il 70% a utilizzo di energia fossile. Questo è il grande filtro (paradosso di Fermi) per arrivare a specie di tipo 1, e non lo passeremo principalmente per il nostro sistema economico e i decision makers tenuti per le palle dalle lobby