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Sì assolutamente, l'ho inteso come forma di strumentalizzazione spudorata del politico che si rifugia dietro questo mantra. Per fortuna che siamo tutti innocenti fino a prova contraria, ma è un'assioma che permette al male di salvarsi. Peraltro non mi sembra neanche migliorabile, deve rimanere così coi suoi pregi e difetti.Quello della presunzione di innocenza non è una “frasina dei Berlusconi boys” ma principio cardine dello Stato di diritto liberale. Che poi venga utilizzato in maniera strumentale dalla classe politica come arma di propaganda è vero, ma eviterei di derubricarlo a “frasina”.
Detto questo, prescindendo dal caso concreto del quale non so nulla se non quanto riportato dai media, viviamo in un Paese in cui la forma mentis di una fetta non trascurabile della popolazione è predisposta alla violazione delle regole, non necessariamente penali, se da tale violazione ne deriva un vantaggio personale: dal parcheggiare nel posto dei disabili perché non ci sono posti al fruire illegalmente di contenuti multimediali, dall’evadere il canone Rai al non fare una fattura neanche sotto tortura e via dicendo.
Il politico di turno che ruba non è altro che l’espressione “più alta” di questo modo di pensare: se uno è disposto a violare la legge per inguattarsi a vario titolo qualche decina/centinaia di euro, posso solo immaginare quanti problemi possa farsi a mettere una firmettina in cambio di decine di migliaia di euro. Soprattutto visto il bassissimo rischio di essere beccati, l’ancora più bassissimo rischio di essere processati, l’ulteriormente bassissimo rischio di essere condannati in via definitiva e l’ulteriormente bassissimo rischio di finire in galera.
Sono d'accordo che in fondo il malaffare in politica venga dal basso, ma non per questo bisogna minimizzare il cancro della corruzione, specialmente quella che sposta gli equilibri di una nazione. Tutto quello che hai citato è un reato, così come sia il raffreddore sia i tumori sono malattie, ma ognuna ha un peso diverso, al punto che possiamo dire che si tratta di due campi da gioco differenti. Se non metto la cintura al massimo faccio del male a me, se sfreccio contromano ubriaco metto in pericolo la vita altrui. Con questo non giustifico chi non ha messo la cintura; semmai evidenzio ancor di più la gravità del secondo reato.
Più di tutti mi spaventa chi giustifica reati gravi e gravissimi per poter continuare a sostenere il partito del cuore. Non escludo si arriverà al giorno in cui la popolazione particolarmente schierata finirà per giustificare ambo i lati, così che ognuno possa tenersi stretto il proprio. Un po' come un interista che minimizza le vicende juventine e viceversa. L'esatto opposto (prendere le distanze in toto) mi sembra invece sia molto più faticoso per certa gente. Per restare nel calcio, quando mi sono aperto senza problemi alle recenti vicende milaniste pur essendo milanista, sperando in un reset globale pur di fare piazza pulita, al tavolo sia interisti che juventini stavano a testa bassa perché gli si romperebbe il giochino.
Anni fa ho conosciuto una signora di Bologna di circa 65 anni che mi disse chiaramente quanto le facesse ribrezzo l'attuale PD, ma che continuava sistematicamente a votarlo ad ogni occasione, perché di famiglia è nata a sinistra e deve morire a sinistra. Tutti la conoscono come sostenitrice PD, quindi la sua immagine è quella per sempre.
Evidentemente dopo che uno si spende personalmente per un dato partito/squadra/persona è come se quella cosa facesse parte di te; quindi non puoi più parlarne male perché pensi di perderci tu in prima persona (in coerenza, etc). L'unico evento contrario lo ricordo per l'ultimo Berlusconi in cui ci fu un distaccamento di massa o quasi (ma appunto fu una cosa di gruppo, quindi ci si sentiva bene a cambiare idea, tanto lo stavano facendo tutti).