- Registrato
- 6 Agosto 2012
- Messaggi
- 235,224
- Reaction score
- 41,436
GDS in edicola: un investimento su Zaniolo (se ne parla a parte NDR) nell’ordine dei 30 milioni, per la proprietà comporterebbe probabilmente rischi troppo alti. Sullo sfondo, ma non troppo, naturalmente resta il tema dei rapporti tra RedBird e Maldini - che ieri ha sentito il manager dell’attaccante – con l’autonomia dell’area tecnica fissata dal rinnovo di contratto del primo luglio. Un accordo arrivato dopo giorni di tensioni, più che sulla spinta di un rapporto fiduciario convinto. RedBird ha garantito per il mercato estivo una cifra che comprende i circa 45 milioni spesi per i cartellini degli acquisti e i riscatti di Messias e Florenzi, oltre alle somme per gli ingaggi. A gennaio, quindi, il Milan può investire qualche milione, magari quelli garantiti dalla qualificazione agli ottavi di Champions, ma non stravolgere il suo piano di investimenti.
Tuttosport: arriva lo stop di Cardinale e Maldini perde Zaniolo. Tensioni con la proprietà dopo il no a nuovi soldi per accontentare la Roma. Il “no” ricevuto da Cardinale all’operazione Zaniolo ha creato un clima di tensione tra New York e Milano. Pare che Maldini non abbia preso bene la scelta del suo capo, con le acque che si sarebbero nuovamente intorbidite dopo le intese pubbliche sulla strategia della sostenibilità. La proprietà americana sosterrebbe come sia utile rispolverare i contatti con il Chelsea per il prestito di Hakim Ziyech piuttosto che andare a togliere un problema tecnico e ambientale alla Roma, che viene vista come una diretta rivale per un posto in Champions League. Ma non è il momento di nuove guerre intestine, visto che il bene del Milan deve fare essere anteposto ai protagonismi individuali e con la squadra in difficoltà tecnica e mentale, uno scontro pubblico tra componenti interne potrebbe far detonare tutto, peggiorando la situazione attorno ai giocatori e a Stefano Pioli.
CorSport: la proprietà americana non ritiene lineare parlare di risorse extra (per Zaniolo) per riparare potenziali errori di mercato perché il principio di responsabilità è chiaro: ottenere un budget significa rispettarlo, facendo fruttare le risorse destinate. L’area tecnica è consapevole della difficoltà di avanzare richieste nuove perciò l’operazione è difficilissima. L’alternativa è Ziyech, gradito ai vertici perché giocatore più pronto, proveniente dalla Premier, con esperienza internazionale e costo del cartel- lino contenuto. L’ostacolo sarebbe semmai l’ingaggio (6 milioni) che usufruirebbe però del decreto crescita. Le disfunzioni organizzative del Milan sono alla base del calo di una squadra che ha affrontato tutti gli impegni post-Mondiale con gli stessi giocatori dell’anno scorso (tranne Dest, titolare con la Lazio per l’assenza di Hernandez). Nessuno dei nuovi ha saputo guadagnarsi una maglia da titolare, segno di un mercato incapace di rafforzare la rosa e di ampliarla, soprattutto nei ruoli ritenuti più deboli. Negli ultimi tre anni il Milan rappresentava una notevole eccezione per il calcio italiano. Non solo per la capacità di resistere alle pressioni di giocatori e procuratori, imponendo disciplina nelle decisioni economiche. La novità era pure nel metodo, basato su un team in cui la selezione dei prospetti era condivisa, collegiale ma soprattutto orientata al rendimento sull’investimento. Un comitato in cui sedevano responsabili dell’area tecnica, scouting e finanza oltre al top management. Quel percorso di crescita si è interrotto. Per il primo anno il Milan non inserisce giocatori nuovi in prima squadra e non valorizza il talento della sua rosa. Il nodo del rinnovo di Maldini-Massara ha prodotto la concessione all’area tecnica di un’enorme autonomia decisionale all’interno di budget fissati dalla programmazione finanziaria. Sostituire un metodo con le capacità individuali è sempre molto rischioso. Nessuna azienda può prescindere da meccanismi direzionali oggettivi e finanche i manager preferiscono, di solito, strutture in cui le decisioni individuali vengono protette dalla condivisione. Avanzare richieste di poteri assoluti dà ebrezza ma denota poca malizia, esponendo inevitabilmente al rischio di personalizzare i passi falsi, sempre possibili in un business incerto come il calcio. Uscire dall’impasse non è facile. Per cultura, gli investitori americani sono avvezzi a consuntivi ravvicinati, perciò a fine stagione, se i risultati saranno deludenti non solo in termini sportivi ma soprattutto di crescita qualitativa, la struttura sarà rivista.
L'inchiesta sul Milan e le accuse degli ex soci QUI -) Inchiesta su Milan. Ex soci:"Danni per 100 mln". Elliott...
Tuttosport: arriva lo stop di Cardinale e Maldini perde Zaniolo. Tensioni con la proprietà dopo il no a nuovi soldi per accontentare la Roma. Il “no” ricevuto da Cardinale all’operazione Zaniolo ha creato un clima di tensione tra New York e Milano. Pare che Maldini non abbia preso bene la scelta del suo capo, con le acque che si sarebbero nuovamente intorbidite dopo le intese pubbliche sulla strategia della sostenibilità. La proprietà americana sosterrebbe come sia utile rispolverare i contatti con il Chelsea per il prestito di Hakim Ziyech piuttosto che andare a togliere un problema tecnico e ambientale alla Roma, che viene vista come una diretta rivale per un posto in Champions League. Ma non è il momento di nuove guerre intestine, visto che il bene del Milan deve fare essere anteposto ai protagonismi individuali e con la squadra in difficoltà tecnica e mentale, uno scontro pubblico tra componenti interne potrebbe far detonare tutto, peggiorando la situazione attorno ai giocatori e a Stefano Pioli.
CorSport: la proprietà americana non ritiene lineare parlare di risorse extra (per Zaniolo) per riparare potenziali errori di mercato perché il principio di responsabilità è chiaro: ottenere un budget significa rispettarlo, facendo fruttare le risorse destinate. L’area tecnica è consapevole della difficoltà di avanzare richieste nuove perciò l’operazione è difficilissima. L’alternativa è Ziyech, gradito ai vertici perché giocatore più pronto, proveniente dalla Premier, con esperienza internazionale e costo del cartel- lino contenuto. L’ostacolo sarebbe semmai l’ingaggio (6 milioni) che usufruirebbe però del decreto crescita. Le disfunzioni organizzative del Milan sono alla base del calo di una squadra che ha affrontato tutti gli impegni post-Mondiale con gli stessi giocatori dell’anno scorso (tranne Dest, titolare con la Lazio per l’assenza di Hernandez). Nessuno dei nuovi ha saputo guadagnarsi una maglia da titolare, segno di un mercato incapace di rafforzare la rosa e di ampliarla, soprattutto nei ruoli ritenuti più deboli. Negli ultimi tre anni il Milan rappresentava una notevole eccezione per il calcio italiano. Non solo per la capacità di resistere alle pressioni di giocatori e procuratori, imponendo disciplina nelle decisioni economiche. La novità era pure nel metodo, basato su un team in cui la selezione dei prospetti era condivisa, collegiale ma soprattutto orientata al rendimento sull’investimento. Un comitato in cui sedevano responsabili dell’area tecnica, scouting e finanza oltre al top management. Quel percorso di crescita si è interrotto. Per il primo anno il Milan non inserisce giocatori nuovi in prima squadra e non valorizza il talento della sua rosa. Il nodo del rinnovo di Maldini-Massara ha prodotto la concessione all’area tecnica di un’enorme autonomia decisionale all’interno di budget fissati dalla programmazione finanziaria. Sostituire un metodo con le capacità individuali è sempre molto rischioso. Nessuna azienda può prescindere da meccanismi direzionali oggettivi e finanche i manager preferiscono, di solito, strutture in cui le decisioni individuali vengono protette dalla condivisione. Avanzare richieste di poteri assoluti dà ebrezza ma denota poca malizia, esponendo inevitabilmente al rischio di personalizzare i passi falsi, sempre possibili in un business incerto come il calcio. Uscire dall’impasse non è facile. Per cultura, gli investitori americani sono avvezzi a consuntivi ravvicinati, perciò a fine stagione, se i risultati saranno deludenti non solo in termini sportivi ma soprattutto di crescita qualitativa, la struttura sarà rivista.
L'inchiesta sul Milan e le accuse degli ex soci QUI -) Inchiesta su Milan. Ex soci:"Danni per 100 mln". Elliott...
Ultima modifica: