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Un nuovo studio internazionale, condotto su topi e pubblicato su Pnas, suggerisce che i tatuaggi possono indebolire il sistema immunitario per anni. I pigmenti colorati più comuni (nero, rosso e verde) non rimangono solo nella pelle, ma si accumulano rapidamente e in grandi quantità nei linfonodi, organi cruciali per la risposta immunitaria.
Questa migrazione innesca un'infiammazione in due fasi: una acuta e una cronica, che può durare anni. Durante la fase cronica, le cellule immunitarie (macrofagi) assorbono l'inchiostro ma non riescono a digerirlo, portando alla loro morte. Questo fenomeno, più evidente con gli inchiostri rosso e nero, compromette progressivamente la capacità di difesa dell'organismo e, secondo lo studio, potrebbe anche indurre una minore efficacia dei vaccini. Questi risultati sollevano seri interrogativi sulla sicurezza dei tatuaggi, spingendo alla ricerca di procedure e pigmenti più sicuri.
Un bel vaggino Pizzer o AstraZecca e riacquisti l'immunità perduta. Dice funzionano bene e rendono immuni anche a certe malattie della sfera nervosa tipo la anti-UEite e la anti-PDite.