Splendidi Incisivi
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Come già promesso nell'articolo sulla Mitropa Cup, oggi parleremo dell'epopea del grande Bologna che durò più o meno per tutti gli anni '30 del secolo scorso, tuttavia sarà necessario analizzare questo decennio nella sua prima e seconda metà.
Nel primo lustro, infatti, il Bologna non ottiene nessun successo nazionale, disputa però degli ottimi campionati ottenendo un quarto posto, un terzo posto e due secondi posto, ogni volta guardando la Juventus arrivare al titolo, una Juventus capace di inanellare in questo primo lustro un ciclo di cinque scudetti consecutivi, serie tutt'oggi imbattuta; il Bologna, tuttavia, si fa conoscere a livello europeo grazie ai due successi in Mitropa Cup nel 1932 e nel 1934.
Dunque sarà soltanto il secondo lustro a decretare la nascita del grande Bologna e il cambio di testimone tra la Juventus di Carcano e il Bologna di Weisz/Felsner. Il Bologna, dopo aver portato a casa le due Mitropa Cup, vincerà rispettivamente i campionati italiani del 1935-1936, 1936-1937, 1938-1939 e 1940-1941, con un paio di intervalli causa "interferenze" dell'Ambrosiana-Inter.
Il Bologna in questo periodo oltre a portare a casa quattro titoli nazionali, riuscirà anche a vincere il "Torneo internazionale dell'Expo Universale di Parigi 1937". Questa competizione rientra ancora in quell'ordine d'idee che vuole le competizioni internazionali organizzate soltanto da alcuni paesi, si veda la stessa Mitropa Cup o successivamente la Coppa Latina, vero è che i paesi organizzatori di simili manifestazioni rappresentarono sempre l'èlite del calcio europeo dell'epoca ma quel vasto respiro internazionale che si riuscirà ad avere soltanto con l'istituzione della Coppa dei Campioni è ancora un embrione d'idea in quest'epoca, un embrione di proprietà di un certo signore: Monsieur Gabriel Hanot.
Invito tutti i lettori a ricordare questo nome che incrocerà la sua strada con quella del grande Bologna e che sarà protagonista del prossimo articolo riguardo la succitata Coppa Latina.
Ad ogni modo siamo al torneo de l'Exposition international 'Arts et Techniques dans la Vie moderne' al quale presero parte il Bologna campione d'Italia, l'Austria Vienna seconda in Austria e vincitrice della Mitropa Cup del '37, club europeo nobile tanto quanto lo Slavia Praga campione di Cecoslovacchia, anch'essa partecipante alla competizione, quindi il Phobus Budapest come rappresentativa ungherese, il Lipsia vincitore della coppa di Germania, due rappresentati della nazione ospitante, cioè il Marsiglia campione di Francia e il Sochaux vincitore della coppa nazionale e infine, sorpresa tra le sorprese, il Chelsea. Per la prima volta gl'impettiti britannici inviarono fuori dai loro confini un loro messo esportatore di calcio, nella fattispecie i Blues, team d'alto rango ma che veniva da un ottavo e un tredicesimo posto. Vengono sorteggiate le gare e il nostro Bologna si trova contro i padroni di casa del Sochaux, schiantati col risultato di 4-1, le altre tre squadre approdate in semifinale saranno l'Austria Vienna vincitore per 2-0 sul Lipsia, quindi lo Slavia Praga vincitore per 2-1 sul Phobus e infine il Chelsea che dopo il pareggio per 1-1 con i marsigliesi supererà il turno per sorteggio.
Nelle semifinali il Chelsea supererà l'Austria Vienna con un 2-0, nell'altra semifinale, in un affascinante Bologna-Slavia Praga, i nostri connazionali supereranno i cecoslovacchi con lo stesso risultato dell'altra semifinale. Siamo giunti alla finalissima contro gli arroganti inglesi, i quali si vedranno seppelliti col risultato di 4-1, in goal Schiavio, Busoni e Reguzzoni con una doppietta.
Abbiamo fatto il nome di Monsieur Gabriel Hanot, cosa c'entra in tutto questo? Hanot era, all'epoca, un giornalista sportivo di fama internazionale che assunse l'onere di scrivere un pezzo sui nostri felsinei dopo la vittoria in finale contro il Chelsea. Hanot difese la vittoria italiana, non allineandosi a coloro che giustificarono la sconfitta inglese per la lunga stagione, la tournée europea, il caldo e gli infortuni, dal momento che gli stessi italiani avrebbero potuto addurre argomenti simili. Hanot analizza la sconfitta del Chelsea che si apre con l'errore grossolano dell'infortunato terzino inglese Barkas il quale regalerà palla al grande Angelino Schiavio che a sua volta aprirà le danze al 15'. Al 20' il goal di Busoni, quindi Reguzzoni al 30' e poi al 65', prima del goal della bandiera di Weawer. Hanot dunque farà muso duro contro gli inglesi, un atteggiamento e una battaglia che porterà ancora avanti ma questa è un'altra storia che vedremo soltanto nel prossimo articolo.
Gabriel Hanot elogerà molto il trittico uruguagio schierato dal Bologna, spina dorsale dei felsinei e al quale voglio dedicare l'ultimo scorcio del nostro articolo. Il trio era formato dagli uruguaiani naturalizzati italiani Michele Andreolo, Raffaele Sansone e Francisco Fedulo, in verità il blocco uruguagio non fu un trittico ma un quartetto, non nell'Expo del '37 però dove Angelino Schiavio ancora reggeva l'attacco bolognese, cosa che non riuscirà a fare più negli ultimi due campioni di serie A, venendo rimpiazzato prima da Busoni, e male, dopo, e meglio, da Hector Puricelli.
Ricordiamo che l'Uruguay fu campione del mondo nel 1930, per poi tornare ad esserlo nel 1950, quindi durante questi vent'anni sarà uno dei più importanti movimenti calcistici dell'epoca.
Prima di inquadrare singolarmente questi calciatori anticipiamo che il Bologna, proprio come la Juve di Carcano giocava con il Modulo ideato da Pozzo e Meisl, quindi con due terzini, una linea a tre davanti alla difesa formata dal cosiddetto 'centromediano metodista' e da due mediani laterali, quindi due giocatori nel mezzo del centrocampo e infine il tridente offensivo.
Michele Andreolo fu l'insostituibile centromediano felsineo durante tutti e quattro i campionati conquistati dal Bologna, capace di impostare ma anche di rubare palla, straordinario tiratore, era uno specialista dei calci piazzati.
Giocatore dalle innegabili qualità che di fatto sostituirà nel mondiale del 1938, con l'Italia(Andreolo giocherà soltanto 5 partite con l'Uruguay), Luisito Monti, centromediano dei bianconeri di Carcano oltre che della nazionale campione del mondo nel 1934. Di seguito in foto:
In mezzo al campo invece onnipresente la coppia Fedulo-Sansone, entrambi dotati di grande tecnica, fini registi di centrocampo, dalla buona fisicità e come il compagno Andreolo capaci di timbrare il cartellino dei marcatori più volte, forse Fedulo in questo più pronto ed efficace.
Infine abbiamo l'incredibile bomber Hector Puricelli, degno sostituto dell'immortale Angelino Schiavio, campione del mondo del 1934.
Puricelli verrà soprannominato "testina d'oro" per le sue proverbiali incornate, imbeccato dai suoi compaesani ma soprattutto dall'esterno destro Amedeo Biavati, protagonista di tre dei quattro scudetti bolognesi, e dall'esterno sinistro Carlo Reguzzoni, padrone della fascia sinistra in tutti e quattro i successi bolognesi oltre che protagonista nella finale dell'Expo.
Puricelli segnerà 80 goal in 133 partite per poi deliziare noi tifosi rossoneri qualche anno dopo con una cinquantina di reti in oltre centodieci partite.
Nel primo lustro, infatti, il Bologna non ottiene nessun successo nazionale, disputa però degli ottimi campionati ottenendo un quarto posto, un terzo posto e due secondi posto, ogni volta guardando la Juventus arrivare al titolo, una Juventus capace di inanellare in questo primo lustro un ciclo di cinque scudetti consecutivi, serie tutt'oggi imbattuta; il Bologna, tuttavia, si fa conoscere a livello europeo grazie ai due successi in Mitropa Cup nel 1932 e nel 1934.
Dunque sarà soltanto il secondo lustro a decretare la nascita del grande Bologna e il cambio di testimone tra la Juventus di Carcano e il Bologna di Weisz/Felsner. Il Bologna, dopo aver portato a casa le due Mitropa Cup, vincerà rispettivamente i campionati italiani del 1935-1936, 1936-1937, 1938-1939 e 1940-1941, con un paio di intervalli causa "interferenze" dell'Ambrosiana-Inter.
Il Bologna in questo periodo oltre a portare a casa quattro titoli nazionali, riuscirà anche a vincere il "Torneo internazionale dell'Expo Universale di Parigi 1937". Questa competizione rientra ancora in quell'ordine d'idee che vuole le competizioni internazionali organizzate soltanto da alcuni paesi, si veda la stessa Mitropa Cup o successivamente la Coppa Latina, vero è che i paesi organizzatori di simili manifestazioni rappresentarono sempre l'èlite del calcio europeo dell'epoca ma quel vasto respiro internazionale che si riuscirà ad avere soltanto con l'istituzione della Coppa dei Campioni è ancora un embrione d'idea in quest'epoca, un embrione di proprietà di un certo signore: Monsieur Gabriel Hanot.
Invito tutti i lettori a ricordare questo nome che incrocerà la sua strada con quella del grande Bologna e che sarà protagonista del prossimo articolo riguardo la succitata Coppa Latina.
Ad ogni modo siamo al torneo de l'Exposition international 'Arts et Techniques dans la Vie moderne' al quale presero parte il Bologna campione d'Italia, l'Austria Vienna seconda in Austria e vincitrice della Mitropa Cup del '37, club europeo nobile tanto quanto lo Slavia Praga campione di Cecoslovacchia, anch'essa partecipante alla competizione, quindi il Phobus Budapest come rappresentativa ungherese, il Lipsia vincitore della coppa di Germania, due rappresentati della nazione ospitante, cioè il Marsiglia campione di Francia e il Sochaux vincitore della coppa nazionale e infine, sorpresa tra le sorprese, il Chelsea. Per la prima volta gl'impettiti britannici inviarono fuori dai loro confini un loro messo esportatore di calcio, nella fattispecie i Blues, team d'alto rango ma che veniva da un ottavo e un tredicesimo posto. Vengono sorteggiate le gare e il nostro Bologna si trova contro i padroni di casa del Sochaux, schiantati col risultato di 4-1, le altre tre squadre approdate in semifinale saranno l'Austria Vienna vincitore per 2-0 sul Lipsia, quindi lo Slavia Praga vincitore per 2-1 sul Phobus e infine il Chelsea che dopo il pareggio per 1-1 con i marsigliesi supererà il turno per sorteggio.
Nelle semifinali il Chelsea supererà l'Austria Vienna con un 2-0, nell'altra semifinale, in un affascinante Bologna-Slavia Praga, i nostri connazionali supereranno i cecoslovacchi con lo stesso risultato dell'altra semifinale. Siamo giunti alla finalissima contro gli arroganti inglesi, i quali si vedranno seppelliti col risultato di 4-1, in goal Schiavio, Busoni e Reguzzoni con una doppietta.
Abbiamo fatto il nome di Monsieur Gabriel Hanot, cosa c'entra in tutto questo? Hanot era, all'epoca, un giornalista sportivo di fama internazionale che assunse l'onere di scrivere un pezzo sui nostri felsinei dopo la vittoria in finale contro il Chelsea. Hanot difese la vittoria italiana, non allineandosi a coloro che giustificarono la sconfitta inglese per la lunga stagione, la tournée europea, il caldo e gli infortuni, dal momento che gli stessi italiani avrebbero potuto addurre argomenti simili. Hanot analizza la sconfitta del Chelsea che si apre con l'errore grossolano dell'infortunato terzino inglese Barkas il quale regalerà palla al grande Angelino Schiavio che a sua volta aprirà le danze al 15'. Al 20' il goal di Busoni, quindi Reguzzoni al 30' e poi al 65', prima del goal della bandiera di Weawer. Hanot dunque farà muso duro contro gli inglesi, un atteggiamento e una battaglia che porterà ancora avanti ma questa è un'altra storia che vedremo soltanto nel prossimo articolo.
Gabriel Hanot elogerà molto il trittico uruguagio schierato dal Bologna, spina dorsale dei felsinei e al quale voglio dedicare l'ultimo scorcio del nostro articolo. Il trio era formato dagli uruguaiani naturalizzati italiani Michele Andreolo, Raffaele Sansone e Francisco Fedulo, in verità il blocco uruguagio non fu un trittico ma un quartetto, non nell'Expo del '37 però dove Angelino Schiavio ancora reggeva l'attacco bolognese, cosa che non riuscirà a fare più negli ultimi due campioni di serie A, venendo rimpiazzato prima da Busoni, e male, dopo, e meglio, da Hector Puricelli.
Ricordiamo che l'Uruguay fu campione del mondo nel 1930, per poi tornare ad esserlo nel 1950, quindi durante questi vent'anni sarà uno dei più importanti movimenti calcistici dell'epoca.
Prima di inquadrare singolarmente questi calciatori anticipiamo che il Bologna, proprio come la Juve di Carcano giocava con il Modulo ideato da Pozzo e Meisl, quindi con due terzini, una linea a tre davanti alla difesa formata dal cosiddetto 'centromediano metodista' e da due mediani laterali, quindi due giocatori nel mezzo del centrocampo e infine il tridente offensivo.
Michele Andreolo fu l'insostituibile centromediano felsineo durante tutti e quattro i campionati conquistati dal Bologna, capace di impostare ma anche di rubare palla, straordinario tiratore, era uno specialista dei calci piazzati.
Giocatore dalle innegabili qualità che di fatto sostituirà nel mondiale del 1938, con l'Italia(Andreolo giocherà soltanto 5 partite con l'Uruguay), Luisito Monti, centromediano dei bianconeri di Carcano oltre che della nazionale campione del mondo nel 1934. Di seguito in foto:

In mezzo al campo invece onnipresente la coppia Fedulo-Sansone, entrambi dotati di grande tecnica, fini registi di centrocampo, dalla buona fisicità e come il compagno Andreolo capaci di timbrare il cartellino dei marcatori più volte, forse Fedulo in questo più pronto ed efficace.


Infine abbiamo l'incredibile bomber Hector Puricelli, degno sostituto dell'immortale Angelino Schiavio, campione del mondo del 1934.
Puricelli verrà soprannominato "testina d'oro" per le sue proverbiali incornate, imbeccato dai suoi compaesani ma soprattutto dall'esterno destro Amedeo Biavati, protagonista di tre dei quattro scudetti bolognesi, e dall'esterno sinistro Carlo Reguzzoni, padrone della fascia sinistra in tutti e quattro i successi bolognesi oltre che protagonista nella finale dell'Expo.
Puricelli segnerà 80 goal in 133 partite per poi deliziare noi tifosi rossoneri qualche anno dopo con una cinquantina di reti in oltre centodieci partite.
