Il pirata probabilmente vince il duello e rimane in vita, ma non è degno di esserlo.
E questo per la semplice ragione che possiede un'arma che altri hanno costruito per lui. Il pirata la usa e basta, senza sapere quanto ingegno c'è voluto, magari non sa nemmeno quali fenomeni accadono per far sì che il proiettile parta. Il pirata difficilmente costruirà un'arma migliore e non ti insegnerà mai niente se è ubriaco.
Anche il samurai ha un'arma, ma è molto meno sofisticata, non ti permette di colpire a distanza, ed inoltre deve impegnarsi gestendo il suo corpo e la sua intelligenza per renderla efficace. Il samurai può insegnarti molte cose, per esempio ad allenarti e tenerti in forma.
Il pirata sopravvive ma questo non fa di lui una persona migliore.
Spero che il messaggio sia chiaro.
Rispondo in parte anche a
@galianivatene ma ragazzi servirebbero delle birre e una serata libera per parlare di questi argomenti.
Ti ho fatto l'esempio del pirata per dire che pure l'ultimo degli stronxi oggi come oggi sta meglio e ha più possibilità del suo antenato di accedere al benessere. Nulla comunque esclude che la pistola la possa impugnare non un pirata ubriaco ma bensì un cecchino. Anche al giorno d'oggi ci sono individualità geniali, è semplicemente cambiata la richiesta: l'ingegneria se vogliamo è forse la suprema forma d'arte, dal punto di vista concettuale.
Personalmente amo la storia, la letteratura, l'arte e la filosofia e provo anche io sofferenza quando penso al punto in cui siamo nell'evoluzione culturale. Rispondere a una domanda come quella del post originale non è facile, a meno di usare dati oggettivi. C'è anche da dire che fino al 1850 in Italia c'era il 90% di analfabetismo, una condizione che per ovvi motivi incatena pesantemente. C'era sicuramente moltissima più intelligenza pratica e meno voglia (e possibilità) di pensare a questioni di lana caprina.
Il tema interessante secondo me è: come stiamo sfruttando il benessere economico che abbiamo raggiunto? Chiaramente l'interesse oggi, almeno in occidente, è rivolto prevalentemente alla soddisfazione di bisogni effimeri individuali. Siamo palesemente vittime del Consumismo di ogni tipo. La storia ci sta insegnando che quando l'essere umano sopravvive senza fatica, se ne sbatte degli altri. In questo senso non sono d'accordo con chi auspica la sparizione della religione, che nasce da atavici sentimenti apotropaici e che ha sempre portato l'uomo a riflettere e acquisire maggiore coscienza di sé e del mondo che lo circonda.