- Registrato
- 6 Agosto 2012
- Messaggi
- 241,219
- Reaction score
- 44,721
Come riportato da Tuttosport in edicola oggi, 17 ottobre, nella giornata odierna nuovo round in Comune sulla questione stadio. Ci saranno i dirigenti di Milan e Inter che si occupano della questione e risponderanno alle domande dei consiglieri comunali. In particolare, sulla reale difficoltà di ristrutturare San Siro. Le risposte potrebbero influenzare il voto dei consiglieri sulla pubblica utilità, a fine mese. Perplessiva sui costi di 8.400 euro a seggiolino. Il doppio rispetto allo stadio della Juve.
Intanto Sala frena:"Ribadisco che se si trova una formula per non buttare giù San Siro, sarebbe estremamente importante. Noi stiamo affidando alle squadre un progetto, che non è quel- lo di un nuovo stadio, ma un progetto di ripensamento di un quartiere che richiederà degli anni. Allora il problema è come avere la garanzia che questo percorso non si interrompa, ciòè trovare una formula che ci garantisca che se si parte, poi si arriva alla fine. Altrimenti sarebbe un disastro per chi lì ci abita. Le società di calcio non sono più gestite da patron che lo fanno per passione ma sono business, quindi la cessione di una o di tutte e due prima della fine dei lavori ci sta e bisogna pensare poi a quale sia la garanzia che noi potremmo avere che non si rimanga con il cerino in mano. Sarebbe importante che lo stadio rimanesse a San Siro, perché è dotato di infrastrutture di mobilità tali per cui ci si arriva con i mezzi e quindi si utilizzano meno macchine. Poi do per scontato che queste nuove costruzioni che si faranno debbano avere una impronta ecologia straordinaria, non possano inquinare e debbano avere sistemi adeguati. Il vero punto è quanto e cosa costituire lì, non nascondiamoci: lo stadio in sé non fa ritornare l’investimento alle squadre che hanno bisogno di altro e questo è il dibattito politico che stiamo affrontando".
Intanto Sala frena:"Ribadisco che se si trova una formula per non buttare giù San Siro, sarebbe estremamente importante. Noi stiamo affidando alle squadre un progetto, che non è quel- lo di un nuovo stadio, ma un progetto di ripensamento di un quartiere che richiederà degli anni. Allora il problema è come avere la garanzia che questo percorso non si interrompa, ciòè trovare una formula che ci garantisca che se si parte, poi si arriva alla fine. Altrimenti sarebbe un disastro per chi lì ci abita. Le società di calcio non sono più gestite da patron che lo fanno per passione ma sono business, quindi la cessione di una o di tutte e due prima della fine dei lavori ci sta e bisogna pensare poi a quale sia la garanzia che noi potremmo avere che non si rimanga con il cerino in mano. Sarebbe importante che lo stadio rimanesse a San Siro, perché è dotato di infrastrutture di mobilità tali per cui ci si arriva con i mezzi e quindi si utilizzano meno macchine. Poi do per scontato che queste nuove costruzioni che si faranno debbano avere una impronta ecologia straordinaria, non possano inquinare e debbano avere sistemi adeguati. Il vero punto è quanto e cosa costituire lì, non nascondiamoci: lo stadio in sé non fa ritornare l’investimento alle squadre che hanno bisogno di altro e questo è il dibattito politico che stiamo affrontando".