Aggiornamenti dalla GDS in edicola sulla questione stadio dopo le parole di Scaroni di ieri che ha aperto anche ad una possibile soluzione in solitaria per il Milan.
Il nuovo stadio di Milano, un’idea su cui i club lavorano da tre anni, assume contorni sempre più concreti. Non ancora tangibili (i cantieri potrebbero aprire solo nel 2024) ma quasi interamente definiti. Il quasi è legato al dibattito pubblico, giunto ai due terzi del percorso: si sono già svolti 8 incontri, altri quattro ne mancano altraguardo del 18 novembre. Un impianto moderno, multifunzionale, e soprattutto di proprietà, resta fondamentale per la crescita del club: la Champions, attuale di questi tempi, ne ha ribadito la necessità. Un nuovo stadio per aumentare i ricavi e dove vivere altri grandi notti d’Europa: l’obiettivo è lo stesso, dare concretezza ai sogni. Le tappe A conclusione del dibattito pubblico il coordinatore Pillon consegnerà la relazione al Comune di Milano, che si prenderà qualche altra settimana per valutarla prima di inoltrarla ai dueclubconeventualiindicazioni e suggerimenti aggiuntivi. Le società valuteranno a loro volta se accoglierli o meno. Se ci saranno istanze migliorative, i club le seguiranno. Dovessero richiedere correzioni più laboriose, con la fase esecutiva che slitterebbe ancora,magarino.Così come eventuali opposizioni potrebbero portare a ricorsi al Tar: in attesa dei pronunciamenti itempi si allungherebbero. Per questo ogni opzione è ancora sultavolo. Per il Milan la posizione è chiarissima dalle parole del presidente Paolo Scaroni, da sempre in prima linea sul tema: «E’ in corso il dibattito pubblico, una procedura che viene applicata per i progetti che si fanno su suolo pubblico e per investimenti sopra i 300 milioni di euro. Mi sembra che stia procedendo abbastanza bene, ci sono delle osservazioni che vengono fatte dai residenti. A SanSiro si fa con l’Inter, perché il suolo non lo darebbero solo a noi.Lavoriamo anche su altre ipotesi perché non ci accontentiamo: si possono aprire altre soluzioni, anche di farlo da soli». Opzione Sesto L’altra ipotesi, dunque alternativa alla principale, conduce altrove: Sesto San Giovanni ma anche altre location. A sesto i rossoneri si muoverebbero in autonomia. Gerry Cardinale, nuovo proprietario del club, ha studiato l’area nel suo viaggio milanese del maggio scorso: ha grandi competenze nel settore. Qui c’è il vantaggio di prevedere una proprietà privata deiterreni,ancheselaprogettualità è decisamente più indietro. I costi sarebbero più o meno gli stessi: si arriverebbe a superare il miliardo di euro. Il sindaco Roberto Di Stefano, alla Gazzetta, ribadisce: «Sesto conferma che lo spazio nelle ex aree Falck c’è e la disponibilità ad accogliere un nuovo stadio anche, ma aspettiamo al conclusione dell'iter. in corso a Milano». San Siro, in coabitazione con l’Inter, resta il piano A, con il progetto architettonico di Populous: investimento privato di 1,3 miliardi e con 40 milioni a testa a stagione che i club prevedono di ricavare. La fase esecutiva impegnerebbe tutto il 2023, per poi aprire il cantierenel 2024 e accogliere itifosi dal 2027.
Sogno 500 mln di fatturato QUI -) Milan: sogno 500 mln di fatturato. Emirates 30 mln.