Stadio: La Maura in pole. Firma, vincolo decisione finale.

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GDS. per lo stadio del Milan si è mosso Cardinale in persona che come ampiamente documentato ieri ha visto prima Sala e poi Fontana. l’area dell’ippodromo in zona San Siro in pole, ma Sesto e San Donato sono in corsa. A marzo le analisi, decisioni sullo stadio entro aprile

Il Milan ha fretta e il fatto che Cardinale abbia incontrato la più alta carica cittadina ha un grande significato formale, al
di là dei contenuti dell’incontro che non è stato tecnico, ma politico. I cardini del dialogo restano due: la grande attenzione del Milan per l’area di La Maura – anche se va sottolineato come le altre opzioni restino assolutamente possibili – e l’intenzione, più o meno conclamata, di procedere da soli. Oltre all’assicurazione che le scelte del club non intendono andare contro nessuno, ma vengono prese solo nell’interesse specifico del club stesso. Sala e Cardinale hanno messo a confronto le rispettive esigenze, e quella più impellente del Diavolo si chiama fretta. Ecco perché Cardinale ha deciso di muoversi ancora in prima persona, dopo il blitz dello scorso maggio a Sesto San Giovanni. La faccenda stadio ai suoi occhi deve svoltare e lo deve fare in tempi rapidi.

La Maura in tutto questo ha una situazione particolare. Snaitech, attuale proprietario, ha firmato un preliminare di vendita con F3A Green e con il suo presidente Federico Consolandi, sviluppatore immobiliare milanese molto noto per progetti come Washington Building e il Bosconavigli di Stefano Boeri. Il Milan dovrà parlare con entrambe le società – e già lo sta facendo – per trovare un accordo. Lo stadio verrebbe costruito nella zona Nord dell’area, sfruttando la destinazione sportiva presente. Snaitech invece, anche nel caso si concretizzasse la cessione definitiva a F3A Green prevista entro dicembre 2024, manterrà un diritto permanente su un’area a Sud per l’allenamento dei cavalli. L’area, estesa per 75 ettari, convince Sala, che non ama vedere il Milan fuori città e potrebbe destinare alla collettività una zona ora non accessibile, altro punto di forza della proposta La Maura. Perché Sesto e San Donato restano in corsa ma il Milan ora lavora tanto, tantissimo, su questa area verde a un passo da San Siro.

CorSera: una minaccia di vincolo su San Siro, un passo in più fuori, almeno per il Milan. Il proprietario Gerry Cardinale e l’ad Giorgio Furlani hanno incontrato brevemente il sindaco di Milano Giuseppe Sala e poi il presidente della Regione Attilio Fontana. Non un caso: la zona dell’ippodromo La Maura, su cui si sta concentrando l’interesse del Milan, rientra nel Parco Sud, che sta diventando di competenza regionale. L’ipotesi è di firmare un «accordo di programma» tra Milan, Comune e Regione, un meccanismo che consente di andare in variante e superare i vincoli sulle licenze edilizie. Insomma, si lavora verso la direzione che era stata illustrata ufficialmente martedì a Palazzo Marino. E non cambia i programmi il comunicato della Snaitech, la proprietaria attuale dell’area dell’ippodromo, che ha ricordato come abbia firmato un «accordo preliminare di vendita» con F3A green, che ha come condizioni la realizzazione di due nuove piste e servizi per il trotto.
Il Milan approfondisce lo studio di quello che sembra diventato il tavolo principale di gioco. Non aiuta a perorare la causa del progetto originario, la demolizione del Meazza e la costruzione del nuovo San Siro in condivisione con l’Inter, la precisazione della soprintendente alle Belle Arti Emanuela Carpani che ha ricordato che sì, al momento,
«sull’area di San Siro non c’è un vincolo paesaggistico né culturale», però potrebbe esserci dal 2025 quando saranno passati 70 anni dalla costruzione del secondo anello. «Che ci sia la possibilità del vincolo, non significa che scatterà, bisogna aspettare che maturi il requisito», a quel punto ci sarà la verifica. Però non è una circostanza che invogli una proprietà già intenzionata a cambiare.



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CorSera: una minaccia di vincolo su San Siro, un passo in più fuori, almeno per il Milan. Il proprietario Gerry Cardinale e l’ad Giorgio Furlani hanno incontrato brevemente il sindaco di Milano Giuseppe Sala e poi il presidente della Regione Attilio Fontana. Non un caso: la zona dell’ippodromo La Maura, su cui si sta concentrando l’interesse del Milan, rientra nel Parco Sud, che sta diventando di competenza regionale. L’ipotesi è di firmare un «accordo di programma» tra Milan, Comune e Regione, un meccanismo che consente di andare in variante e superare i vincoli sulle licenze edilizie. Insomma, si lavora verso la direzione che era stata illustrata ufficialmente martedì a Palazzo Marino. E non cambia i programmi il comunicato della Snaitech, la proprietaria attuale dell’area dell’ippodromo, che ha ricordato come abbia firmato un «accordo preliminare di vendita» con F3A green, che ha come condizioni la realizzazione di due nuove piste e servizi per il trotto.
Il Milan approfondisce lo studio di quello che sembra diventato il tavolo principale di gioco. Non aiuta a perorare la causa del progetto originario, la demolizione del Meazza e la costruzione del nuovo San Siro in condivisione con l’Inter, la precisazione della soprintendente alle Belle Arti Emanuela Carpani che ha ricordato che sì, al momento,

«sull’area di San Siro non c’è un vincolo paesaggistico né culturale», però potrebbe esserci dal 2025 quando saranno passati 70 anni dalla costruzione del secondo anello. «Che ci sia la possibilità del vincolo, non significa che scatterà, bisogna aspettare che maturi il requisito», a quel punto ci sarà la verifica. Però non è una circostanza che invogli una proprietà già intenzionata a cambiare.
 

Swaitak

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GDS. per lo stadio del Milan si è mosso Cardinale in persona che come ampiamente documentato ieri ha visto prima Sala e poi Fontana. l’area dell’ippodromo in zona San Siro in pole, ma Sesto e San Donato sono in corsa. A marzo le analisi, decisioni sullo stadio entro aprile

Il Milan ha fretta e il fatto che Cardinale abbia incontrato la più alta carica cittadina ha un grande significato formale, al
di là dei contenuti dell’incontro che non è stato tecnico, ma politico. I cardini del dialogo restano due: la grande attenzione del Milan per l’area di La Maura – anche se va sottolineato come le altre opzioni restino assolutamente possibili – e l’intenzione, più o meno conclamata, di procedere da soli. Oltre all’assicurazione che le scelte del club non intendono andare contro nessuno, ma vengono prese solo nell’interesse specifico del club stesso. Sala e Cardinale hanno messo a confronto le rispettive esigenze, e quella più impellente del Diavolo si chiama fretta. Ecco perché Cardinale ha deciso di muoversi ancora in prima persona, dopo il blitz dello scorso maggio a Sesto San Giovanni. La faccenda stadio ai suoi occhi deve svoltare e lo deve fare in tempi rapidi.

La Maura in tutto questo ha una situazione particolare. Snaitech, attuale proprietario, ha firmato un preliminare di vendita con F3A Green e con il suo presidente Federico Consolandi, sviluppatore immobiliare milanese molto noto per progetti come Washington Building e il Bosconavigli di Stefano Boeri. Il Milan dovrà parlare con entrambe le società – e già lo sta facendo – per trovare un accordo. Lo stadio verrebbe costruito nella zona Nord dell’area, sfruttando la destinazione sportiva presente. Snaitech invece, anche nel caso si concretizzasse la cessione definitiva a F3A Green prevista entro dicembre 2024, manterrà un diritto permanente su un’area a Sud per l’allenamento dei cavalli. L’area, estesa per 75 ettari, convince Sala, che non ama vedere il Milan fuori città e potrebbe destinare alla collettività una zona ora non accessibile, altro punto di forza della proposta La Maura. Perché Sesto e San Donato restano in corsa ma il Milan ora lavora tanto, tantissimo, su questa area verde a un passo da San Siro.

CorSera: una minaccia di vincolo su San Siro, un passo in più fuori, almeno per il Milan. Il proprietario Gerry Cardinale e l’ad Giorgio Furlani hanno incontrato brevemente il sindaco di Milano Giuseppe Sala e poi il presidente della Regione Attilio Fontana. Non un caso: la zona dell’ippodromo La Maura, su cui si sta concentrando l’interesse del Milan, rientra nel Parco Sud, che sta diventando di competenza regionale. L’ipotesi è di firmare un «accordo di programma» tra Milan, Comune e Regione, un meccanismo che consente di andare in variante e superare i vincoli sulle licenze edilizie. Insomma, si lavora verso la direzione che era stata illustrata ufficialmente martedì a Palazzo Marino. E non cambia i programmi il comunicato della Snaitech, la proprietaria attuale dell’area dell’ippodromo, che ha ricordato come abbia firmato un «accordo preliminare di vendita» con F3A green, che ha come condizioni la realizzazione di due nuove piste e servizi per il trotto.
Il Milan approfondisce lo studio di quello che sembra diventato il tavolo principale di gioco. Non aiuta a perorare la causa del progetto originario, la demolizione del Meazza e la costruzione del nuovo San Siro in condivisione con l’Inter, la precisazione della soprintendente alle Belle Arti Emanuela Carpani che ha ricordato che sì, al momento,
«sull’area di San Siro non c’è un vincolo paesaggistico né culturale», però potrebbe esserci dal 2025 quando saranno passati 70 anni dalla costruzione del secondo anello. «Che ci sia la possibilità del vincolo, non significa che scatterà, bisogna aspettare che maturi il requisito», a quel punto ci sarà la verifica. Però non è una circostanza che invogli una proprietà già intenzionata a cambiare.



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ovviamente, anche i terreni privati li cerchiamo con problemi
 

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GDS. per lo stadio del Milan si è mosso Cardinale in persona che come ampiamente documentato ieri ha visto prima Sala e poi Fontana. l’area dell’ippodromo in zona San Siro in pole, ma Sesto e San Donato sono in corsa. A marzo le analisi, decisioni sullo stadio entro aprile

Il Milan ha fretta e il fatto che Cardinale abbia incontrato la più alta carica cittadina ha un grande significato formale, al
di là dei contenuti dell’incontro che non è stato tecnico, ma politico. I cardini del dialogo restano due: la grande attenzione del Milan per l’area di La Maura – anche se va sottolineato come le altre opzioni restino assolutamente possibili – e l’intenzione, più o meno conclamata, di procedere da soli. Oltre all’assicurazione che le scelte del club non intendono andare contro nessuno, ma vengono prese solo nell’interesse specifico del club stesso. Sala e Cardinale hanno messo a confronto le rispettive esigenze, e quella più impellente del Diavolo si chiama fretta. Ecco perché Cardinale ha deciso di muoversi ancora in prima persona, dopo il blitz dello scorso maggio a Sesto San Giovanni. La faccenda stadio ai suoi occhi deve svoltare e lo deve fare in tempi rapidi.

La Maura in tutto questo ha una situazione particolare. Snaitech, attuale proprietario, ha firmato un preliminare di vendita con F3A Green e con il suo presidente Federico Consolandi, sviluppatore immobiliare milanese molto noto per progetti come Washington Building e il Bosconavigli di Stefano Boeri. Il Milan dovrà parlare con entrambe le società – e già lo sta facendo – per trovare un accordo. Lo stadio verrebbe costruito nella zona Nord dell’area, sfruttando la destinazione sportiva presente. Snaitech invece, anche nel caso si concretizzasse la cessione definitiva a F3A Green prevista entro dicembre 2024, manterrà un diritto permanente su un’area a Sud per l’allenamento dei cavalli. L’area, estesa per 75 ettari, convince Sala, che non ama vedere il Milan fuori città e potrebbe destinare alla collettività una zona ora non accessibile, altro punto di forza della proposta La Maura. Perché Sesto e San Donato restano in corsa ma il Milan ora lavora tanto, tantissimo, su questa area verde a un passo da San Siro.

CorSera: una minaccia di vincolo su San Siro, un passo in più fuori, almeno per il Milan. Il proprietario Gerry Cardinale e l’ad Giorgio Furlani hanno incontrato brevemente il sindaco di Milano Giuseppe Sala e poi il presidente della Regione Attilio Fontana. Non un caso: la zona dell’ippodromo La Maura, su cui si sta concentrando l’interesse del Milan, rientra nel Parco Sud, che sta diventando di competenza regionale. L’ipotesi è di firmare un «accordo di programma» tra Milan, Comune e Regione, un meccanismo che consente di andare in variante e superare i vincoli sulle licenze edilizie. Insomma, si lavora verso la direzione che era stata illustrata ufficialmente martedì a Palazzo Marino. E non cambia i programmi il comunicato della Snaitech, la proprietaria attuale dell’area dell’ippodromo, che ha ricordato come abbia firmato un «accordo preliminare di vendita» con F3A green, che ha come condizioni la realizzazione di due nuove piste e servizi per il trotto.
Il Milan approfondisce lo studio di quello che sembra diventato il tavolo principale di gioco. Non aiuta a perorare la causa del progetto originario, la demolizione del Meazza e la costruzione del nuovo San Siro in condivisione con l’Inter, la precisazione della soprintendente alle Belle Arti Emanuela Carpani che ha ricordato che sì, al momento,
«sull’area di San Siro non c’è un vincolo paesaggistico né culturale», però potrebbe esserci dal 2025 quando saranno passati 70 anni dalla costruzione del secondo anello. «Che ci sia la possibilità del vincolo, non significa che scatterà, bisogna aspettare che maturi il requisito», a quel punto ci sarà la verifica. Però non è una circostanza che invogli una proprietà già intenzionata a cambiare.



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Cioè, la sovrintendente dice che al momento non c'è vincolo, però dal 2025 in poi non si sa, bisogna verificare. E col cavolo che la verifica la facciamo ora, la facciamo nel 2025. :facepalm:

E poi se il Milan manda tutti in mona i cattivi siamo noi. :muhahah:

Ma Putin non ha qualche missile extra da sparare sulle varie soprintendenze, TAR e burocrazie varie?
 

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Il Milan ha fretta e il fatto che Cardinale abbia incontrato la più alta carica cittadina ha un grande significato formale, al
di là dei contenuti dell’incontro che non è stato tecnico, ma politico. I cardini del dialogo restano due: la grande attenzione del Milan per l’area di La Maura – anche se va sottolineato come le altre opzioni restino assolutamente possibili – e l’intenzione, più o meno conclamata, di procedere da soli. Oltre all’assicurazione che le scelte del club non intendono andare contro nessuno, ma vengono prese solo nell’interesse specifico del club stesso. Sala e Cardinale hanno messo a confronto le rispettive esigenze, e quella più impellente del Diavolo si chiama fretta. Ecco perché Cardinale ha deciso di muoversi ancora in prima persona, dopo il blitz dello scorso maggio a Sesto San Giovanni. La faccenda stadio ai suoi occhi deve svoltare e lo deve fare in tempi rapidi.

La Maura in tutto questo ha una situazione particolare. Snaitech, attuale proprietario, ha firmato un preliminare di vendita con F3A Green e con il suo presidente Federico Consolandi, sviluppatore immobiliare milanese molto noto per progetti come Washington Building e il Bosconavigli di Stefano Boeri. Il Milan dovrà parlare con entrambe le società – e già lo sta facendo – per trovare un accordo. Lo stadio verrebbe costruito nella zona Nord dell’area, sfruttando la destinazione sportiva presente. Snaitech invece, anche nel caso si concretizzasse la cessione definitiva a F3A Green prevista entro dicembre 2024, manterrà un diritto permanente su un’area a Sud per l’allenamento dei cavalli. L’area, estesa per 75 ettari, convince Sala, che non ama vedere il Milan fuori città e potrebbe destinare alla collettività una zona ora non accessibile, altro punto di forza della proposta La Maura. Perché Sesto e San Donato restano in corsa ma il Milan ora lavora tanto, tantissimo, su questa area verde a un passo da San Siro.

CorSera: una minaccia di vincolo su San Siro, un passo in più fuori, almeno per il Milan. Il proprietario Gerry Cardinale e l’ad Giorgio Furlani hanno incontrato brevemente il sindaco di Milano Giuseppe Sala e poi il presidente della Regione Attilio Fontana. Non un caso: la zona dell’ippodromo La Maura, su cui si sta concentrando l’interesse del Milan, rientra nel Parco Sud, che sta diventando di competenza regionale. L’ipotesi è di firmare un «accordo di programma» tra Milan, Comune e Regione, un meccanismo che consente di andare in variante e superare i vincoli sulle licenze edilizie. Insomma, si lavora verso la direzione che era stata illustrata ufficialmente martedì a Palazzo Marino. E non cambia i programmi il comunicato della Snaitech, la proprietaria attuale dell’area dell’ippodromo, che ha ricordato come abbia firmato un «accordo preliminare di vendita» con F3A green, che ha come condizioni la realizzazione di due nuove piste e servizi per il trotto.
Il Milan approfondisce lo studio di quello che sembra diventato il tavolo principale di gioco. Non aiuta a perorare la causa del progetto originario, la demolizione del Meazza e la costruzione del nuovo San Siro in condivisione con l’Inter, la precisazione della soprintendente alle Belle Arti Emanuela Carpani che ha ricordato che sì, al momento,
«sull’area di San Siro non c’è un vincolo paesaggistico né culturale», però potrebbe esserci dal 2025 quando saranno passati 70 anni dalla costruzione del secondo anello. «Che ci sia la possibilità del vincolo, non significa che scatterà, bisogna aspettare che maturi il requisito», a quel punto ci sarà la verifica. Però non è una circostanza che invogli una proprietà già intenzionata a cambiare.



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Il Milan ha fretta e il fatto che Cardinale abbia incontrato la più alta carica cittadina ha un grande significato formale, al
di là dei contenuti dell’incontro che non è stato tecnico, ma politico. I cardini del dialogo restano due: la grande attenzione del Milan per l’area di La Maura – anche se va sottolineato come le altre opzioni restino assolutamente possibili – e l’intenzione, più o meno conclamata, di procedere da soli. Oltre all’assicurazione che le scelte del club non intendono andare contro nessuno, ma vengono prese solo nell’interesse specifico del club stesso. Sala e Cardinale hanno messo a confronto le rispettive esigenze, e quella più impellente del Diavolo si chiama fretta. Ecco perché Cardinale ha deciso di muoversi ancora in prima persona, dopo il blitz dello scorso maggio a Sesto San Giovanni. La faccenda stadio ai suoi occhi deve svoltare e lo deve fare in tempi rapidi.

La Maura in tutto questo ha una situazione particolare. Snaitech, attuale proprietario, ha firmato un preliminare di vendita con F3A Green e con il suo presidente Federico Consolandi, sviluppatore immobiliare milanese molto noto per progetti come Washington Building e il Bosconavigli di Stefano Boeri. Il Milan dovrà parlare con entrambe le società – e già lo sta facendo – per trovare un accordo. Lo stadio verrebbe costruito nella zona Nord dell’area, sfruttando la destinazione sportiva presente. Snaitech invece, anche nel caso si concretizzasse la cessione definitiva a F3A Green prevista entro dicembre 2024, manterrà un diritto permanente su un’area a Sud per l’allenamento dei cavalli. L’area, estesa per 75 ettari, convince Sala, che non ama vedere il Milan fuori città e potrebbe destinare alla collettività una zona ora non accessibile, altro punto di forza della proposta La Maura. Perché Sesto e San Donato restano in corsa ma il Milan ora lavora tanto, tantissimo, su questa area verde a un passo da San Siro.

CorSera: una minaccia di vincolo su San Siro, un passo in più fuori, almeno per il Milan. Il proprietario Gerry Cardinale e l’ad Giorgio Furlani hanno incontrato brevemente il sindaco di Milano Giuseppe Sala e poi il presidente della Regione Attilio Fontana. Non un caso: la zona dell’ippodromo La Maura, su cui si sta concentrando l’interesse del Milan, rientra nel Parco Sud, che sta diventando di competenza regionale. L’ipotesi è di firmare un «accordo di programma» tra Milan, Comune e Regione, un meccanismo che consente di andare in variante e superare i vincoli sulle licenze edilizie. Insomma, si lavora verso la direzione che era stata illustrata ufficialmente martedì a Palazzo Marino. E non cambia i programmi il comunicato della Snaitech, la proprietaria attuale dell’area dell’ippodromo, che ha ricordato come abbia firmato un «accordo preliminare di vendita» con F3A green, che ha come condizioni la realizzazione di due nuove piste e servizi per il trotto.
Il Milan approfondisce lo studio di quello che sembra diventato il tavolo principale di gioco. Non aiuta a perorare la causa del progetto originario, la demolizione del Meazza e la costruzione del nuovo San Siro in condivisione con l’Inter, la precisazione della soprintendente alle Belle Arti Emanuela Carpani che ha ricordato che sì, al momento,
«sull’area di San Siro non c’è un vincolo paesaggistico né culturale», però potrebbe esserci dal 2025 quando saranno passati 70 anni dalla costruzione del secondo anello. «Che ci sia la possibilità del vincolo, non significa che scatterà, bisogna aspettare che maturi il requisito», a quel punto ci sarà la verifica. Però non è una circostanza che invogli una proprietà già intenzionata a cambiare.



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Incredibile come pure nella questione stadio i trombettieri vogliano proteggere gli ingiocabili.
 
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A me sembra che ce le andiamo a cercare. Area già oggetto di un preliminare di vendita, ha un vincolo paesaggistico, il venditore vuole mantenere dei diritti sull’area eccetera.
Troveremo sempre di questi problemi perchè ovunque troveremo nemici e speculatori.
Davvero credi che se andiamo a sesto tutto fila liscio?

In italia le opere che si costruiscono in tempi celeri sono quelle sulle quali cala il silenzio e invece nel nostro caso c'è tanto troppo clamore.

Questa storia dello stadio è sporca da fare schifo e chissà quanta altra melma verrà fuori.
Ci stiamo giocando il nostro futuro e anche quello del nostro calcio.

Io credo la nostra proprietà lo stadio lo voglia costruire per davvero ma abbiamo tutti contro.
Lo dico dal primo giorno : occhio all'inter, sono loro quelli che giocano sporco con la complicità della politica.
Gli interisti dicono che lo stadio non possiamo costruirlo ne loro ne noi, pensa che babbei e infami.
 

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Il Milan ha fretta e il fatto che Cardinale abbia incontrato la più alta carica cittadina ha un grande significato formale, al
di là dei contenuti dell’incontro che non è stato tecnico, ma politico. I cardini del dialogo restano due: la grande attenzione del Milan per l’area di La Maura – anche se va sottolineato come le altre opzioni restino assolutamente possibili – e l’intenzione, più o meno conclamata, di procedere da soli. Oltre all’assicurazione che le scelte del club non intendono andare contro nessuno, ma vengono prese solo nell’interesse specifico del club stesso. Sala e Cardinale hanno messo a confronto le rispettive esigenze, e quella più impellente del Diavolo si chiama fretta. Ecco perché Cardinale ha deciso di muoversi ancora in prima persona, dopo il blitz dello scorso maggio a Sesto San Giovanni. La faccenda stadio ai suoi occhi deve svoltare e lo deve fare in tempi rapidi.

La Maura in tutto questo ha una situazione particolare. Snaitech, attuale proprietario, ha firmato un preliminare di vendita con F3A Green e con il suo presidente Federico Consolandi, sviluppatore immobiliare milanese molto noto per progetti come Washington Building e il Bosconavigli di Stefano Boeri. Il Milan dovrà parlare con entrambe le società – e già lo sta facendo – per trovare un accordo. Lo stadio verrebbe costruito nella zona Nord dell’area, sfruttando la destinazione sportiva presente. Snaitech invece, anche nel caso si concretizzasse la cessione definitiva a F3A Green prevista entro dicembre 2024, manterrà un diritto permanente su un’area a Sud per l’allenamento dei cavalli. L’area, estesa per 75 ettari, convince Sala, che non ama vedere il Milan fuori città e potrebbe destinare alla collettività una zona ora non accessibile, altro punto di forza della proposta La Maura. Perché Sesto e San Donato restano in corsa ma il Milan ora lavora tanto, tantissimo, su questa area verde a un passo da San Siro.

CorSera: una minaccia di vincolo su San Siro, un passo in più fuori, almeno per il Milan. Il proprietario Gerry Cardinale e l’ad Giorgio Furlani hanno incontrato brevemente il sindaco di Milano Giuseppe Sala e poi il presidente della Regione Attilio Fontana. Non un caso: la zona dell’ippodromo La Maura, su cui si sta concentrando l’interesse del Milan, rientra nel Parco Sud, che sta diventando di competenza regionale. L’ipotesi è di firmare un «accordo di programma» tra Milan, Comune e Regione, un meccanismo che consente di andare in variante e superare i vincoli sulle licenze edilizie. Insomma, si lavora verso la direzione che era stata illustrata ufficialmente martedì a Palazzo Marino. E non cambia i programmi il comunicato della Snaitech, la proprietaria attuale dell’area dell’ippodromo, che ha ricordato come abbia firmato un «accordo preliminare di vendita» con F3A green, che ha come condizioni la realizzazione di due nuove piste e servizi per il trotto.
Il Milan approfondisce lo studio di quello che sembra diventato il tavolo principale di gioco. Non aiuta a perorare la causa del progetto originario, la demolizione del Meazza e la costruzione del nuovo San Siro in condivisione con l’Inter, la precisazione della soprintendente alle Belle Arti Emanuela Carpani che ha ricordato che sì, al momento,
«sull’area di San Siro non c’è un vincolo paesaggistico né culturale», però potrebbe esserci dal 2025 quando saranno passati 70 anni dalla costruzione del secondo anello. «Che ci sia la possibilità del vincolo, non significa che scatterà, bisogna aspettare che maturi il requisito», a quel punto ci sarà la verifica. Però non è una circostanza che invogli una proprietà già intenzionata a cambiare.



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Il Milan approfondisce lo studio di quello che sembra diventato il tavolo principale di gioco. Non aiuta a perorare la causa del progetto originario, la demolizione del Meazza e la costruzione del nuovo San Siro in condivisione con l’Inter, la precisazione della soprintendente alle Belle Arti Emanuela Carpani che ha ricordato che sì, al momento,
«sull’area di San Siro non c’è un vincolo paesaggistico né culturale», però potrebbe esserci dal 2025 quando saranno passati 70 anni dalla costruzione del secondo anello. «Che ci sia la possibilità del vincolo, non significa che scatterà, bisogna aspettare che maturi il requisito», a quel punto ci sarà la verifica. Però non è una circostanza che invogli una proprietà già intenzionata a cambiare.



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