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Le donne hanno sempre lavorato. Le uniche che potevano permettersi di non farlo erano quelle delle famiglie benestanti. Le altre si facevamo il mazzo come lavandaie, sarte, nei campi eccetera. Poi con l’800 la manodopera femminile è stata massicciamente utilizzata nelle fabbriche.in effetti è oramai più culturale la cosa. Se a 20 anni ti diverti e/o studi, inizi a lavorare a 30, ti sposi a 33 o 34 e alla fine hai anche poco tempo per fare figli.
Alla fine aiuti economici servirebbero, come asili nido gratis e assegni come si deve ma penso cambierebbe poco. La Germania per esempio ha politiche molto più generose ma hanno pur sempre un fertility rate molto basso (1,5 rispetto al nostro 1,3)
Al giorno d’oggi, avere due stipendi in casa è, nella stragrande maggioranza delle situazioni, una necessità. Ma non penso sia solo questo il problema della bassa natalità. Volendo, nella maggior parte dei casi, il tempo biologico per sfornare tre-quattro marmocchi c’è(laurea a 24, mettiamo lavoro fisso a 26-27, ma anche 28-29, e di tempo ce n’è).
A mio parere, i motivi della bassa natalità vanno in primis ricercati in fattori socio-culturali. La lista protrebbe essere infinita, ma così su due piedi:
1)Un tempo l’aspettativa di vita era più bassa, una donna di 25 anni era già vecchia e, correlativamente, una ragazzina di 16 anni era considerata già in età da figli.
Oggi una ragazzina di 16 anni che resta incinta è un “scandalo”.
2)Un tempo c’era una diversa concezione dei rapporti di coppia. L’idea era che una volta che ci si fidanzava a 16 anni, quella fosse la storia “d’amore” per il resto della vita, a ogni costo. Quindi molto presto il matrimonio, che era indissolubile sia giuridicamente che culturalmente, figli e via dicendo qualunque cosa accadesse. E anche solo il fatto che due persone vivessero insieme senza essere sposati era oggetto di stigma sociale. Quindi ci si sposava “per forza” e si restava insieme per sempre.
Oggi quell’idea non c’è più e a livello culturale c’è una totale libertà nel prendere e lasciare il/la partner.
3)Un tempo c’era zero consapevolezza sulla programmazione delle gravidanze e i metodi contraccettivi si limitavano al salto della quaglia.
Oggi, inutile dirlo, la situazione è radicalmente cambiata.
In tutto questo, anche il fattore economico ha un’importanza non da poco. A mio parere, gli aiuti mirati vanno benissimo, ma sarebbe ancor più importante avere un mercato del lavoro più efficiente e che consenta ai giovani di avere redditi sufficienti nel lungo periodo a mantenere la prole. Perché i “costi iniziali” per asili e pannolini sono il meno rispetto ai “costi di gestione”.
In ogni caso, mi sembra che ormai abbiamo superato il punto di non ritorno, o comunque siamo vicinissimi a farlo. Con una popolazione nella quale le donne in età da figli rappresentano solo il 10% della popolazione complessiva, direi che ormai la strada sia segnata. A meno che da oggi non si inizi a fare come in Handmaid’s Tale…