A.C Milan 1899
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A volte si, altre volte è genuina paura, c’è perfino chi ha ancora paura della Lazio. Della Lazio, rendiamoci conto. Nove anni come quelli che abbiamo passato hanno lasciato il segno su parte della tifoseria, era anche inevitabile che succedesse. Ho detto più volte che se avessimo continuato sulla strada percorsa dall’Estate 2012 a Dicembre 2019, tempo 5, massimo ma proprio massimo 10 anni, e il Milan sarebbe morto totalmente anche come tifoseria, saremmo diventati un Torino qualsiasi in tutto.
Lo vedo anche con mio figlio, ha quindici anni, era con me a Roma nel 2011 ma giocoforza ricorda ben poco, quasi nulla, solo qualche flash. Per lui dire “Milan” significava dire ciò che siamo stati negli ultimi anni, per lui quello “è” il Milan, tanto che di ciò che stiamo facendo ora non riesce a capacitarsi, nonostante gli abbia insegnato la nostra storia, per lui la mediocrità era la normalità e sta vivendo questa fase come una favola alla stregua dei tifosi del Chievo di Del Neri del 2002. È anche normale visto che lui non ha mai visto il vero Milan (in diretta, intendo, certo i dvd, i filmati, li ha visti eccome, ma per un 2005 hanno la stessa valenza che per un tifoso del Toro attuale hanno le gesta di Pulici e Graziani, sebbene le nostre gesta siano molto più vicine nel tempo), e gli ultimi scampi di vero Milan da lui visti arrivarono che era troppo piccolo perché sedimentassero nella sua memoria, ma quello che voglio dire è che la strada era tracciata, anche a livello di tifoseria, sia perché ormai anche i “vecchi” stavano perdendo le speranze, mediocrizzandosi anch’essi, sia perché i giovani ormai erano abituati alla controfigura di Milan che vedevamo, Zlatan è arrivato davvero a strapparci ad un destino infame.
