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Seedorf alla GDS
Se il Napoli è faavorito: "Merita di stare lì, il miglior calcio è il suo. La sfida è confermare la crescita. Stare davanti è più duro che rimontare, vedremo se avrà testa per reggere".
Sul Milan: "Il Milan ha più abitudine a giocare partite importanti ed è solido. Io credo che accorcerà le distanze. La fortuna del Milan è aver ristabilito, soprattutto con Maldini, una cultura vincente".
Sul rinnovo di Leao: "Rafael al Mondiale ha giocato poco, sarà carico. Io sarei contento se continuasse con il Milan, sarebbe una scelta corretta. Deve ancora migliorare e, se andasse via, rischierebbe di ridurre i margini di crescita. I soldi arriveranno… e saranno abbondanti".
Sul livello del calcio odierno: "Il livello generale del calcio è ottimo, è cresciuto e il gap tra le nazionali è diminuito: ottimo. Il Marocco in semifinale, il Canada che fa bene, l’Ecuador che mette in difficoltà l’Olanda. Se il Marocco non avesse buttato il primo tempo della semifinale… chissà. I giocatori “medi” sono cresciuti, sono diminuiti i top. Ai miei tempi in un Mondiale c’erano 40 giocatori top, oggi sono meno di 5".
Sul perché accada: "La vita dei ragazzi oggi è diversa e le metodologie dei vivai hanno tolto spazio al talento: si inizia presto con la tattica, si ammazzano le individualità. E si danno riconoscimenti troppo presto. Negli sport individuali poi c’è molta spinta al miglioramento: gli atleti cambiano allenatori per migliorare di qualche centesimo. Nel calcio invece continuare un lavoro standard può portare a contratti importanti. Questo è un problema che riguarda ciò che ruota attorno ai calciatori: club, federazioni, lavoro. Prima ogni allenamento aveva l’obiettivo di migliore. I club devono alimentare questa mentalità. Da tecnico lavoro molto a livello individuale, proprio per questo".
CDK? Non lo conosco personalmente ma non credo ci sia un problema di carattere: vorrebbe dire che il Milan ha fatto una scelta parziale e il Milan generalmente non fa questi errori. Anche io ho giocato con giovani timidi poi cresciuti. Un esempio? Kluivert al Milan".
Se il Napoli è faavorito: "Merita di stare lì, il miglior calcio è il suo. La sfida è confermare la crescita. Stare davanti è più duro che rimontare, vedremo se avrà testa per reggere".
Sul Milan: "Il Milan ha più abitudine a giocare partite importanti ed è solido. Io credo che accorcerà le distanze. La fortuna del Milan è aver ristabilito, soprattutto con Maldini, una cultura vincente".
Sul rinnovo di Leao: "Rafael al Mondiale ha giocato poco, sarà carico. Io sarei contento se continuasse con il Milan, sarebbe una scelta corretta. Deve ancora migliorare e, se andasse via, rischierebbe di ridurre i margini di crescita. I soldi arriveranno… e saranno abbondanti".
Sul livello del calcio odierno: "Il livello generale del calcio è ottimo, è cresciuto e il gap tra le nazionali è diminuito: ottimo. Il Marocco in semifinale, il Canada che fa bene, l’Ecuador che mette in difficoltà l’Olanda. Se il Marocco non avesse buttato il primo tempo della semifinale… chissà. I giocatori “medi” sono cresciuti, sono diminuiti i top. Ai miei tempi in un Mondiale c’erano 40 giocatori top, oggi sono meno di 5".
Sul perché accada: "La vita dei ragazzi oggi è diversa e le metodologie dei vivai hanno tolto spazio al talento: si inizia presto con la tattica, si ammazzano le individualità. E si danno riconoscimenti troppo presto. Negli sport individuali poi c’è molta spinta al miglioramento: gli atleti cambiano allenatori per migliorare di qualche centesimo. Nel calcio invece continuare un lavoro standard può portare a contratti importanti. Questo è un problema che riguarda ciò che ruota attorno ai calciatori: club, federazioni, lavoro. Prima ogni allenamento aveva l’obiettivo di migliore. I club devono alimentare questa mentalità. Da tecnico lavoro molto a livello individuale, proprio per questo".
CDK? Non lo conosco personalmente ma non credo ci sia un problema di carattere: vorrebbe dire che il Milan ha fatto una scelta parziale e il Milan generalmente non fa questi errori. Anche io ho giocato con giovani timidi poi cresciuti. Un esempio? Kluivert al Milan".
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