Sconcerti:"Milan senza supereroi ma oltre Ibra".

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Mario Sconcerti dal CorSera in edicola sul Milan:"Non è facile dire dove sia la forza reale del Milan, abbiamo tutti cambiato molte idee strada facendo. Si diceva che il Milan fosse Ibrahimovic, ed era vero. Ave- va segnato dieci gol in sei partite, tre volte solo lui, era impossibile non sovrapporlo alla squadra. Poi si è capito che il Milan era anche più di Ibrahimovic e lì è cominciato il meno facile. Perché? Cosa spiegava questa insistenza di risultati in una squadra giovane, appena messa insieme, senza altri evidenti leader? La caratteristica di fondo del Milan è la facilità con cui gioca bene a calcio. Non ha supereroi, ma ha tutti giocatori tecnici, che tengono sempre abbastanza alta la qualità del gioco. Questo gli dà continuità nella partita, lo porta con facilità dentro l’area anche con le difese chiuse.
Senza Ibra, parte dieci metri più indietro ma con più giocatori. Ha bisogno di arrivare con almeno quattro giocatori verso l’area avversaria perché non ha specialisti, ognuno sa fare però qualcosa di suo e di diverso. In sostanza è una specie di grosso contropiede di massa che comincia da Bennacer, si appoggia su Saelemaekers, prende metri con Chalanoglu, affonda con Hernandez, passa attraverso Rebic e finisce sempre con il tiro in porta di qualcuno. Non c’è un giocatore inutile, uno che perda facilmente il pallone. Il Milan è una macchina elegante, quasi raffinata e un po’ involuta, come un eccesso di mascara. Ma gioca sempre nel suo modo calmo, affascinante, dall’inizio alla fine. Non so quanto Pioli ne sia l’ispiratore, di sicuro è il nu- cleo, il collante. Pioli non è mai stato tecnico da lungo periodo perché è onesto e
ama i suoi giocatori. È come fosse zucchero, alla lunga stanca dove si posa. Ma ha tutto per gestire il suo anno mirabile. È il Boskov della Sampdoria, il Bagnoli del Verona, il Radice del Torino. Uno di quei tecnici da impresa improvvisa. È molto cresciuto Maldini, o forse è soltanto nel suo ruolo. Credo sia stato alla fine un bene anche l’addio di Boban. Non per le sue qualità, che restano uniche, ma perché ha lasciato cadere Maldini da solo sulla squadra come una grande coperta, l’ha costretto a diventare il Milan. Non è il nuovo Leonardo, è semmai una specie di Zidane laterale che l’intelligenza di Pioli porta sempre più al centro".


Sacchi sul Milan QUI -)https://www.milanworld.net/sacchi-milan-esempio-del-nuovo-corso-bel-gioco-era-ora-vt98020.html
 
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Mario Sconcerti dal CorSera in edicola sul Milan:":muhahah:. Si diceva che il Milan fosse Ibrahimovic, ed era vero. Ave- va segnato dieci gol in sei partite, tre volte solo lui, era impossibile non sovrapporlo alla squadra. Poi si è capito che il Milan era anche più di Ibrahimovic e lì è cominciato il meno facile. Perché? Cosa spiegava questa insistenza di risultati in una squadra giovane, appena messa insieme, senza altri evidenti leader? La caratteristica di fondo del Milan è la facilità con cui gioca bene a calcio. Non ha supereroi, ma ha tutti giocatori tecnici, che tengono sempre abbastanza alta la qualità del gioco. Questo gli dà continuità nella partita, lo porta con facilità dentro l’area anche con le difese chiuse.
Senza Ibra, parte dieci metri più indietro ma con più giocatori. Ha bisogno di arrivare con almeno quattro giocatori verso l’area avversaria perché non ha specialisti, ognuno sa fare però qualcosa di suo e di diverso. In sostanza è una specie di grosso contropiede di massa che comincia da Bennacer, si appoggia su Saelemaekers, prende metri con Chalanoglu, affonda con Hernandez, passa attraverso Rebic e finisce sempre con il tiro in porta di qualcuno. Non c’è un giocatore inutile, uno che perda facilmente il pallone. Il Milan è una macchina elegante, quasi raffinata e un po’ involuta, come un eccesso di mascara. Ma gioca sempre nel suo modo calmo, affascinante, dall’inizio alla fine. Non so quanto Pioli ne sia l’ispiratore, di sicuro è il nu- cleo, il collante. Pioli non è mai stato tecnico da lungo periodo perché è onesto e
ama i suoi giocatori. È come fosse zucchero, alla lunga stanca dove si posa. Ma ha tutto per gestire il suo anno mirabile. È il Boskov della Sampdoria, il Bagnoli del Verona, il Radice del Torino. Uno di quei tecnici da impresa improvvisa. È molto cresciuto Maldini, o forse è soltanto nel suo ruolo. Credo sia stato alla fine un bene anche l’addio di Boban. Non per le sue qualità, che restano uniche, ma perché ha lasciato cadere Maldini da solo sulla squadra come una grande coperta, l’ha costretto a diventare il Milan. Non è il nuovo Leonardo, è semmai una specie di Zidane laterale che l’intelligenza di Pioli porta sempre più al centro".


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Leggendo questa intervista, che poi si sovrappone allo scetticismo generale, mi rendo conto sempre più di quanto il calcio sia cambiato e sia diventato figlio del business.
Ormai ci si è praticamente disabituati al bel calcio, non si concepisce più il gioco di squadra, si sono persi di mano i valori.
Ma del resto siamo figli della nostra epoca e questo è il campionato in cui la juve vince da dieci anni e ha oscurato perfino il ciclo di sarri, per dirne una.

Forse una ventata di aria nuova e fresca davvero servirebbe a tutto il movimento per destare tutti da un torpore calcistico.

Non si concepisce nemmeno che a vincere debba essere una squadra di ragazzi ma che sul campo a pallone ci gioca meglio di tutti.
 
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Mario Sconcerti dal CorSera in edicola sul Milan:"Non è facile dire dove sia la forza reale del Milan,
abbiamo tutti cambiato molte idee strada facendo
. Si diceva che il Milan fosse Ibrahimovic, ed era vero. Ave- va segnato dieci gol in sei partite, tre volte solo lui, era impossibile non sovrapporlo alla squadra. Poi si è capito che il Milan era anche più di Ibrahimovic e lì è cominciato il meno facile. Perché? Cosa spiegava questa insistenza di risultati in una squadra giovane, appena messa insieme, senza altri evidenti leader? La caratteristica di fondo del Milan è la facilità con cui gioca bene a calcio. Non ha supereroi, ma ha tutti giocatori tecnici, che tengono sempre abbastanza alta la qualità del gioco. Questo gli dà continuità nella partita, lo porta con facilità dentro l’area anche con le difese chiuse.
Senza Ibra, parte dieci metri più indietro ma con più giocatori. Ha bisogno di arrivare con almeno quattro giocatori verso l’area avversaria perché non ha specialisti, ognuno sa fare però qualcosa di suo e di diverso. In sostanza è una specie di grosso contropiede di massa che comincia da Bennacer, si appoggia su Saelemaekers, prende metri con Chalanoglu, affonda con Hernandez, passa attraverso Rebic e finisce sempre con il tiro in porta di qualcuno. Non c’è un giocatore inutile, uno che perda facilmente il pallone. Il Milan è una macchina elegante, quasi raffinata e un po’ involuta, come un eccesso di mascara. Ma gioca sempre nel suo modo calmo, affascinante, dall’inizio alla fine. Non so quanto Pioli ne sia l’ispiratore, di sicuro è il nu- cleo, il collante. Pioli non è mai stato tecnico da lungo periodo perché è onesto e
ama i suoi giocatori. È come fosse zucchero, alla lunga stanca dove si posa. Ma ha tutto per gestire il suo anno mirabile. È il Boskov della Sampdoria, il Bagnoli del Verona, il Radice del Torino. Uno di quei tecnici da impresa improvvisa. È molto cresciuto Maldini, o forse è soltanto nel suo ruolo. Credo sia stato alla fine un bene anche l’addio di Boban. Non per le sue qualità, che restano uniche, ma perché ha lasciato cadere Maldini da solo sulla squadra come una grande coperta, l’ha costretto a diventare il Milan. Non è il nuovo Leonardo, è semmai una specie di Zidane laterale che l’intelligenza di Pioli porta sempre più al centro".


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:muhahah:
 
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Mario Sconcerti dal CorSera in edicola sul Milan:"Non è facile dire dove sia la forza reale del Milan, abbiamo tutti cambiato molte idee strada facendo. Si diceva che il Milan fosse Ibrahimovic, ed era vero. Ave- va segnato dieci gol in sei partite, tre volte solo lui, era impossibile non sovrapporlo alla squadra. Poi si è capito che il Milan era anche più di Ibrahimovic e lì è cominciato il meno facile. Perché? Cosa spiegava questa insistenza di risultati in una squadra giovane, appena messa insieme, senza altri evidenti leader? La caratteristica di fondo del Milan è la facilità con cui gioca bene a calcio. Non ha supereroi, ma ha tutti giocatori tecnici, che tengono sempre abbastanza alta la qualità del gioco. Questo gli dà continuità nella partita, lo porta con facilità dentro l’area anche con le difese chiuse.
Senza Ibra, parte dieci metri più indietro ma con più giocatori. Ha bisogno di arrivare con almeno quattro giocatori verso l’area avversaria perché non ha specialisti, ognuno sa fare però qualcosa di suo e di diverso. In sostanza è una specie di grosso contropiede di massa che comincia da Bennacer, si appoggia su Saelemaekers, prende metri con Chalanoglu, affonda con Hernandez, passa attraverso Rebic e finisce sempre con il tiro in porta di qualcuno. Non c’è un giocatore inutile, uno che perda facilmente il pallone. Il Milan è una macchina elegante, quasi raffinata e un po’ involuta, come un eccesso di mascara. Ma gioca sempre nel suo modo calmo, affascinante, dall’inizio alla fine. Non so quanto Pioli ne sia l’ispiratore, di sicuro è il nu- cleo, il collante. Pioli non è mai stato tecnico da lungo periodo perché è onesto e
ama i suoi giocatori. È come fosse zucchero, alla lunga stanca dove si posa. Ma ha tutto per gestire il suo anno mirabile. È il Boskov della Sampdoria, il Bagnoli del Verona, il Radice del Torino. Uno di quei tecnici da impresa improvvisa. È molto cresciuto Maldini, o forse è soltanto nel suo ruolo. Credo sia stato alla fine un bene anche l’addio di Boban. Non per le sue qualità, che restano uniche, ma perché ha lasciato cadere Maldini da solo sulla squadra come una grande coperta, l’ha costretto a diventare il Milan. Non è il nuovo Leonardo, è semmai una specie di Zidane laterale che l’intelligenza di Pioli porta sempre più al centro".


Sacchi sul Milan QUI -)https://www.milanworld.net/sacchi-milan-esempio-del-nuovo-corso-bel-gioco-era-ora-vt98020.html

Ha riconosciuto lui in primis di aver cambiato idea molte volte sul Milan e questo gli fa onore. Ultimamente i suoi commenti mi avevano infastidito ma ne riconosco oggi l'onestà e anche il fatto che non sia facile inquadrare i punti di forza che ci stanno spingendo così avanti. Ci sono rose più profonde e sulla carta preparate della nostra, ma è evidente come i rapporti di forza stiano cambiando. Vedremo quante volte ancora faremo cambiare idea a tutti :asd:
 
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Mario Sconcerti dal CorSera in edicola sul Milan:"Non è facile dire dove sia la forza reale del Milan, abbiamo tutti cambiato molte idee strada facendo. Si diceva che il Milan fosse Ibrahimovic, ed era vero. Ave- va segnato dieci gol in sei partite, tre volte solo lui, era impossibile non sovrapporlo alla squadra. Poi si è capito che il Milan era anche più di Ibrahimovic e lì è cominciato il meno facile. Perché? Cosa spiegava questa insistenza di risultati in una squadra giovane, appena messa insieme, senza altri evidenti leader? La caratteristica di fondo del Milan è la facilità con cui gioca bene a calcio. Non ha supereroi, ma ha tutti giocatori tecnici, che tengono sempre abbastanza alta la qualità del gioco. Questo gli dà continuità nella partita, lo porta con facilità dentro l’area anche con le difese chiuse.
Senza Ibra, parte dieci metri più indietro ma con più giocatori. Ha bisogno di arrivare con almeno quattro giocatori verso l’area avversaria perché non ha specialisti, ognuno sa fare però qualcosa di suo e di diverso. In sostanza è una specie di grosso contropiede di massa che comincia da Bennacer, si appoggia su Saelemaekers, prende metri con Chalanoglu, affonda con Hernandez, passa attraverso Rebic e finisce sempre con il tiro in porta di qualcuno. Non c’è un giocatore inutile, uno che perda facilmente il pallone. Il Milan è una macchina elegante, quasi raffinata e un po’ involuta, come un eccesso di mascara. Ma gioca sempre nel suo modo calmo, affascinante, dall’inizio alla fine. Non so quanto Pioli ne sia l’ispiratore, di sicuro è il nu- cleo, il collante. Pioli non è mai stato tecnico da lungo periodo perché è onesto e
ama i suoi giocatori. È come fosse zucchero, alla lunga stanca dove si posa. Ma ha tutto per gestire il suo anno mirabile. È il Boskov della Sampdoria, il Bagnoli del Verona, il Radice del Torino. Uno di quei tecnici da impresa improvvisa. È molto cresciuto Maldini, o forse è soltanto nel suo ruolo. Credo sia stato alla fine un bene anche l’addio di Boban. Non per le sue qualità, che restano uniche, ma perché ha lasciato cadere Maldini da solo sulla squadra come una grande coperta, l’ha costretto a diventare il Milan. Non è il nuovo Leonardo, è semmai una specie di Zidane laterale che l’intelligenza di Pioli porta sempre più al centro".


Sacchi sul Milan QUI -)https://www.milanworld.net/sacchi-milan-esempio-del-nuovo-corso-bel-gioco-era-ora-vt98020.html

non ci sono supereroi, ma c'è una intensità di gioco che lascia a bocca aperta. Ovvio che la rosa va completata, con uscite di giocatori non funzionali ed entrate che alzino la qualità, ma la squadra ragazzi c'è eccome. Non capisco nemmeno lo scetticismo di tanti sul "non durerà". Se c'è una squadra che è lì meritatamente è proprio il Milan, non mi ricordo partite dove non abbiamo meritato o comunque si compensano con altre dove abbiamo perso punti ingiustamente. E non parliamo di un segmentino, ma di oltre 30 partite, quasi un intero anno solare. Inoltre siamo giovani, non sono preoccupato per cali fisici, anzi, in questo senso possiamo avere un gran vantaggio nella seconda parte della stagione. Lo dico, senza arroganza, senza sfighe varie tipo assenze pesanti per tante partite, ce la giochiamo fino alla fine. Speriamo ora che il mercato inserisca un paio di giocatori
 
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