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Il presidente del Milan, Paolo Scaroni, ha rilasciato ampie dichiarazioni sul progetto del nuovo stadio condiviso con l'Inter, definendolo un elemento cruciale per il futuro di Milano.
Ecco le sue dichiarazioni principali:
Sul Valore del Progetto per la Città:
«Il nuovo stadio può rappresentare il motore di un nuovo scatto per la crescita della città, come lo furono CityLife e Porta Nuova».
Il progetto donerà alla città «un quartiere tutto nuovo, verde, moderno, vivibile».
Sul Vecchio San Siro e la Necessità di Cambiamento:
«Avendo visto gli stadi di molte grandi città nel mondo, ho capito subito che San Siro non era più adeguato: oggi è uno stadio fuori dal tempo».
Riguardo la ristrutturazione, ha spiegato che «una ristrutturazione profonda sarebbe stata impossibile: a San Siro si giocano tre partite a settimana, trasformarlo in cantiere era impraticabile».
Riconoscendo la nostalgia, ha ammesso: «Le obiezioni sono state due. La prima: “State abbandonando la Scala del calcio…”. È una posizione comprensibile ma dettata dalla nostalgia».
Sulle Caratteristiche e l'Esperienza del Nuovo Impianto:
Il nuovo stadio «avrà 71.500 posti, con gradinate più vicine al campo, pendenze spettacolari, sedute più confortevoli e tecnologia Led su vari anelli con grandi maxischermi».
L'impianto sarà «un’icona moderna, multifunzionale e sostenibile» e «pienamente accessibile», con un’offerta premium competitiva in Europa.
«Nel nuovo impianto l’esperienza sarà magnifica» e «sarà dedicato a tutti gli spettatori».
Sui prezzi, ha ribadito: «I posti premium ci permetteranno di mantenere prezzi accessibili per tifosi e famiglie».
L'obiettivo è uno stadio «vivo tutta la settimana, non solo quando si gioca. Non inventiamo nulla di nuovo: porteremo a Milano ciò che già esiste altrove. E vogliamo farlo ancora meglio».
Sull'Impatto Economico e i Ricavi:
«Posso assicurare che almeno il 10% degli incassi deriverà da queste attività. Spesso anche di più. A San Siro è impossibile farla evolvere oltre il contributo attuale».
«Ci aspettiamo una crescita dei ricavi da stadio simile a quella di Tottenham, Arsenal o Real Madrid, che hanno raddoppiato i valori con un nuovo impianto, senza aumentare i prezzi dei biglietti popolari».
Citando uno studio Ambrosetti, ha detto: «in fase di costruzione il progetto muoverà oltre 4,5 miliardi di euro. Per ogni euro investito, ci sarà un ritorno di 2,5 euro».
L'impatto sul fronte occupazionale prevede che «in fase di costruzione si creerà lavoro per oltre ottomila persone a tempo pieno, e in fase di operatività per più di sedicimila».
Sui Tempi e la Svolta Amministrativa:
Il vero punto di svolta è arrivato quando «L’amministrazione comunale ha deciso di vendere lo stadio».
L'obiettivo è «avviare i lavori nei primi mesi del 2027 e completarli in tre anni, in tempo per ospitare gli Europei del 2032».
Sui rischi burocratici: «Non credo. Dopo la decisione del Comune tutto si è mosso in modo efficiente».
Dopo il trasloco, nell'area del vecchio Meazza ci sarà riqualificazione: «Un albergo, le sedi dei due club, un centro commerciale e il museo di Milan e Inter. Contiamo che attirerà almeno mezzo milione di visitatori l’anno».
Sul Futuro del Calcio Italiano:
Riguardo il gap con la Premier, ha detto: «Il gap deriva da due fattori: i ricavi da stadio — che possiamo colmare — e i diritti tv internazionali. La Premier vende diritti per 2,2 miliardi, la Serie A per 200 milioni».
La sua ricetta per la Serie A è: «La Serie A deve tornare a essere la lega più ambita dai grandi campioni. Il primo passo è costruire stadi moderni, accoglienti e sostenibili: da lì può ripartire non solo il calcio italiano, ma un nuovo modo di vivere lo sport nel nostro Paese».
Ecco le sue dichiarazioni principali:
Sul Valore del Progetto per la Città:
«Il nuovo stadio può rappresentare il motore di un nuovo scatto per la crescita della città, come lo furono CityLife e Porta Nuova».
Il progetto donerà alla città «un quartiere tutto nuovo, verde, moderno, vivibile».
Sul Vecchio San Siro e la Necessità di Cambiamento:
«Avendo visto gli stadi di molte grandi città nel mondo, ho capito subito che San Siro non era più adeguato: oggi è uno stadio fuori dal tempo».
Riguardo la ristrutturazione, ha spiegato che «una ristrutturazione profonda sarebbe stata impossibile: a San Siro si giocano tre partite a settimana, trasformarlo in cantiere era impraticabile».
Riconoscendo la nostalgia, ha ammesso: «Le obiezioni sono state due. La prima: “State abbandonando la Scala del calcio…”. È una posizione comprensibile ma dettata dalla nostalgia».
Sulle Caratteristiche e l'Esperienza del Nuovo Impianto:
Il nuovo stadio «avrà 71.500 posti, con gradinate più vicine al campo, pendenze spettacolari, sedute più confortevoli e tecnologia Led su vari anelli con grandi maxischermi».
L'impianto sarà «un’icona moderna, multifunzionale e sostenibile» e «pienamente accessibile», con un’offerta premium competitiva in Europa.
«Nel nuovo impianto l’esperienza sarà magnifica» e «sarà dedicato a tutti gli spettatori».
Sui prezzi, ha ribadito: «I posti premium ci permetteranno di mantenere prezzi accessibili per tifosi e famiglie».
L'obiettivo è uno stadio «vivo tutta la settimana, non solo quando si gioca. Non inventiamo nulla di nuovo: porteremo a Milano ciò che già esiste altrove. E vogliamo farlo ancora meglio».
Sull'Impatto Economico e i Ricavi:
«Posso assicurare che almeno il 10% degli incassi deriverà da queste attività. Spesso anche di più. A San Siro è impossibile farla evolvere oltre il contributo attuale».
«Ci aspettiamo una crescita dei ricavi da stadio simile a quella di Tottenham, Arsenal o Real Madrid, che hanno raddoppiato i valori con un nuovo impianto, senza aumentare i prezzi dei biglietti popolari».
Citando uno studio Ambrosetti, ha detto: «in fase di costruzione il progetto muoverà oltre 4,5 miliardi di euro. Per ogni euro investito, ci sarà un ritorno di 2,5 euro».
L'impatto sul fronte occupazionale prevede che «in fase di costruzione si creerà lavoro per oltre ottomila persone a tempo pieno, e in fase di operatività per più di sedicimila».
Sui Tempi e la Svolta Amministrativa:
Il vero punto di svolta è arrivato quando «L’amministrazione comunale ha deciso di vendere lo stadio».
L'obiettivo è «avviare i lavori nei primi mesi del 2027 e completarli in tre anni, in tempo per ospitare gli Europei del 2032».
Sui rischi burocratici: «Non credo. Dopo la decisione del Comune tutto si è mosso in modo efficiente».
Dopo il trasloco, nell'area del vecchio Meazza ci sarà riqualificazione: «Un albergo, le sedi dei due club, un centro commerciale e il museo di Milan e Inter. Contiamo che attirerà almeno mezzo milione di visitatori l’anno».
Sul Futuro del Calcio Italiano:
Riguardo il gap con la Premier, ha detto: «Il gap deriva da due fattori: i ricavi da stadio — che possiamo colmare — e i diritti tv internazionali. La Premier vende diritti per 2,2 miliardi, la Serie A per 200 milioni».
La sua ricetta per la Serie A è: «La Serie A deve tornare a essere la lega più ambita dai grandi campioni. Il primo passo è costruire stadi moderni, accoglienti e sostenibili: da lì può ripartire non solo il calcio italiano, ma un nuovo modo di vivere lo sport nel nostro Paese».