Infatti. Ci sono già state proprietà americane prima della nostra, ma i cani che dirigono il Milan sono stati i primi a imporre quello che la curva in un comunicato della scorsa stagione ha giustamente definito il "Modello americano". Il problema è che - conta dei ricavi alla mano - indubbiamente funziona e sta prendendo campo un pò ovunque e il fatto che ad essere i pionieri di questo nuovo modo di vedere lo sport, totalmente privo di senso di appartenenza e completamente dedito alla ricerca del grano siano stati gli infami che abbiamo nella stanza dei bottoni a casa Milan, mi fa vergognare per loro. Ormai c'è più di un official store (potete andare a vedere) dove in sede di registrazione o accesso il termine "Fan" è stato ormai soppiantato da "Customer", cioè "Cliente". L'abbonato-tipo, come lo intendevamo noi, una volta si vedeva stendere il tappeto rosso dalla Società, in quanto il suo abbonarsi era un gesto di affetto e di fede che garantiva in partenza un incasso per tutte le partite a scatola chiusa, ovvero senza sapere se la stagione sarebbe stata esaltante o deludente. Adesso l'abbonato è visto quasi come fastidio, in quanto sottrae biglietti per le partite di cartello (mettetevi il cuore in pace, a breve verranno chiamate "Main event", come negli sport professionistici oltreoceano) che venduti singolarmente in "quella" partita porterebbero molti più quattrini. Non è un caso che tante squadre con grandi bacini di tifosi stiano riducendo drasticamente i modi e i tempi delle proprie campagne di abbonamento, proprio per vendere a peso d'oro più tagliandi possibili in occasione dei big-match. Non voglio neanche parlare dei biglietti venduti dalle agenzie di viaggio nei vari pacchetti, perchè mi viene il vomito: non so se avete sentito cosa ha detto Pacio nell'intervista della trasmissione di Serafini, ovvero, nel settore arancio non c'è più un italiano...