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Come ampiamente riferito ieri, lo stadio di San Siro e le relative aree circostanti, destinate a ospitare il nuovo complesso sportivo, sono passate ufficialmente in comproprietà tra l'Inter e il Milan. Questa mossa ha evitato l'attivazione del vincolo storico sul secondo anello, previsto per il 10 novembre. Nonostante l'entusiasmo dei due club per il risultato raggiunto, l'operazione si trova ora ad affrontare significativi ostacoli di natura legale.
La Procura di Milano ha aperto un'inchiesta basata sul sospetto che l'intera procedura d'acquisto, promossa dal Comune di Milano tramite un avviso pubblico, sia stata disegnata in modo da favorire esclusivamente i due club. L'indagine per "turbata libertà del procedimento di scelta del contraente" è scaturita in parte dalla testimonianza del produttore musicale Claudio Trotta, il quale afferma di essere stato intenzionalmente escluso dalla competizione per la gestione dell'area, che nei suoi piani sarebbe dovuta diventare un centro di riferimento per concerti ed eventi.
I magistrati stanno esaminando un "avviso pubblico" emesso dal Comune il 24 marzo 2025, che invitava a presentare eventuali "proposte migliorative" entro il 30 aprile, concedendo un termine di soli 37 giorni. Molti, incluso Trotta, ritengono questo lasso di tempo insufficiente per elaborare un progetto alternativo su un'area così vasta e complessa. Il forte sospetto è che i parametri del bando siano stati formulati in modo restrittivo per escludere altri potenziali offerenti, trasformando di fatto l'operazione in una pura speculazione immobiliare, come sostenuto dagli oppositori.
A complicare il quadro delle contestazioni si aggiunge l'interesse del fondo canadese Brookfield, colosso degli investimenti immobiliari, che ha recentemente acquisito il 26% del fondo Oaktree (azionista di controllo dell'Inter). Questa mossa alimenta il sospetto che il bando sia stato congegnato per garantire ai club il via libera più rapido possibile, senza la concorrenza di rivali.
Le indagini sono condotte da un pool di magistrati della Procura, supportati dalla Guardia di Finanza, e hanno ricevuto impulso anche da intercettazioni emerse l'estate precedente in un'altra inchiesta sull'urbanistica, nelle quali alcuni indagati discutevano del nuovo stadio. L'ex DG del Comune, Christian Malangone, e l'allora assessore Giancarlo Tancredi avevano scambiato messaggi che accennavano a bandi internazionali e a "maggiori interessi" sull'area.
Ieri, Trotta, sentito in Procura, ha ribadito di aver presentato al Sindaco Giuseppe Sala un interlocutore interessato, chiedendo un bando pubblico al quale avrebbero partecipato, ma il Comune ha optato per un avviso di interesse che riguardava principalmente un'operazione immobiliare. Pur frenando sull'esistenza di prove concrete di un bando su misura, Trotta ha sollevato il quesito sulla brevità dei 37 giorni concessi per una proposta alternativa, dopo anni di trattative.
Dal lato istituzionale, il Comune si dichiara convinto della correttezza delle procedure e ritiene che il rogito chiuda ogni questione, suggerendo che Trotta non abbia mai concretizzato una proposta. Anche i club ostentano tranquillità, come espresso dal presidente del Milan, Paolo Scaroni, che ha minimizzato l'indagine definendola un "venticello" piuttosto che una "tempesta giudiziaria".
Lo riporta Calcio e Finanza
La Procura di Milano ha aperto un'inchiesta basata sul sospetto che l'intera procedura d'acquisto, promossa dal Comune di Milano tramite un avviso pubblico, sia stata disegnata in modo da favorire esclusivamente i due club. L'indagine per "turbata libertà del procedimento di scelta del contraente" è scaturita in parte dalla testimonianza del produttore musicale Claudio Trotta, il quale afferma di essere stato intenzionalmente escluso dalla competizione per la gestione dell'area, che nei suoi piani sarebbe dovuta diventare un centro di riferimento per concerti ed eventi.
I magistrati stanno esaminando un "avviso pubblico" emesso dal Comune il 24 marzo 2025, che invitava a presentare eventuali "proposte migliorative" entro il 30 aprile, concedendo un termine di soli 37 giorni. Molti, incluso Trotta, ritengono questo lasso di tempo insufficiente per elaborare un progetto alternativo su un'area così vasta e complessa. Il forte sospetto è che i parametri del bando siano stati formulati in modo restrittivo per escludere altri potenziali offerenti, trasformando di fatto l'operazione in una pura speculazione immobiliare, come sostenuto dagli oppositori.
A complicare il quadro delle contestazioni si aggiunge l'interesse del fondo canadese Brookfield, colosso degli investimenti immobiliari, che ha recentemente acquisito il 26% del fondo Oaktree (azionista di controllo dell'Inter). Questa mossa alimenta il sospetto che il bando sia stato congegnato per garantire ai club il via libera più rapido possibile, senza la concorrenza di rivali.
Le indagini sono condotte da un pool di magistrati della Procura, supportati dalla Guardia di Finanza, e hanno ricevuto impulso anche da intercettazioni emerse l'estate precedente in un'altra inchiesta sull'urbanistica, nelle quali alcuni indagati discutevano del nuovo stadio. L'ex DG del Comune, Christian Malangone, e l'allora assessore Giancarlo Tancredi avevano scambiato messaggi che accennavano a bandi internazionali e a "maggiori interessi" sull'area.
Ieri, Trotta, sentito in Procura, ha ribadito di aver presentato al Sindaco Giuseppe Sala un interlocutore interessato, chiedendo un bando pubblico al quale avrebbero partecipato, ma il Comune ha optato per un avviso di interesse che riguardava principalmente un'operazione immobiliare. Pur frenando sull'esistenza di prove concrete di un bando su misura, Trotta ha sollevato il quesito sulla brevità dei 37 giorni concessi per una proposta alternativa, dopo anni di trattative.
Dal lato istituzionale, il Comune si dichiara convinto della correttezza delle procedure e ritiene che il rogito chiuda ogni questione, suggerendo che Trotta non abbia mai concretizzato una proposta. Anche i club ostentano tranquillità, come espresso dal presidente del Milan, Paolo Scaroni, che ha minimizzato l'indagine definendola un "venticello" piuttosto che una "tempesta giudiziaria".
Lo riporta Calcio e Finanza