Ma infatti.
Io sono un ‘67, San Siro l’ho vissuto da ben prima che avesse l’aspetto attuale, da molto prima dei mondiali di Italia ‘90, ma bisogna ricordarsi che non è una colata di cemento e un prato verde ad essere glorioso in se, sono le squadre che ci giocano a renderlo tale.
San Siro ormai è il tempio delle sconfitte, la casa dei perdenti, un mausoleo fatto di ricordi e tristezze, dove ieri si vinceva e oggi si sta male.
A volte quando vedo i cadaveri che da sette anni infangano la nostra maglia trascinarsi indegnamente sul campo di San Siro ho come dei flashbacks, dal passato, di momenti e azioni che ho vissuto lì e che mi sono rimaste impresse. Tante volte vedendo Romagnoli venire scherzato dagli attaccanti avversari (altroché Capitano, è un gregario qualunque) mi venivano in mente Franco, Paolo, Filippo, Alessandro, Thiago, e tutti gli altri immensi campioni che facevano cose straordinarie alle quali mi ero abituato e alle quali ormai non facevo più caso, mi vengono in mente flashbacks dei loro recuperi, delle loro scivolate, così come quando vedo Krank Fessie coi suoi piedi da interregionale mi viene in mente quel capolavoro calcistico che era Frank (quello vero), i lanci di Andrea, le partite irritanti di Clarence che poi però venivano illuminate dalla sua immensa classe quando decideva di fare sul serio, quando vedo l’inconsistenza di Disuso e Poquezzà, la nullità di Chala-no-clue e l’anticalcio impersonificato da Piatetiko mi vengono in mente le cavalcate imperiose di Ricardo, la classe cristallina del Cigno, la potenza e la tecnica di Sheva, quello scherzo della natura di Superpippo che con piedi da serie B era talmente tanto convinto di essere un fuoriclasse da..... esserlo davvero e rendere come tale!
Mi vengono in mente le loro azioni e mi assento temporaneamente dalla partita, vedo quei cadaveri in campo ma allo stesso tempo “vedo” altro, il Milan vero, e non questa caricatura irridente, sardonica e sfigurata.
Mi hanno, CI hanno, costretto a vivere nel passato, da tanto che il presente e il passato recente fanno schifo. E io sono stanco di vivere nel passato, voglio tornare a scrivere la storia con la S maiuscola. Se San Siro deve morire perché ciò avvenga, che muoia oggi stesso.
Anche perché quello che è stato il tempio dell’eccellenza, il tempio non di un club, ma DEL club, è ormai solo un sarcofago di emozioni passate e di avvilente mediocrità attuale.