Mentre nel Parlamento europeo siedono persone già condannate nei loro Paesi, si discute se togliere l’immunità non a un politico corrotto o a un colluso, ma a una militante colpevole soltanto di aver dato un calcio a un nazista. Per questo rischia 24 anni di carcere in condizioni disumane. Una vergogna senza se e senza ma. Questa è la realtà: non può esistere alcun dibattito, perché la sproporzione della pena e delle condizioni di detenzione è lampante, e dovrebbe trovare d'accordo anche chi non condivide il gesto compiuto, ma questa ritorsione degli ungheresi è roba da Terzo Mondo, da Sudafrica dell’apartheid. Su questo non può che esserci condivisione; se invece ogni piccolo sgarro dovesse essere trattato così allora significherebbe legittimare la violenza come unica risposta. È questa l’Europa che vogliamo? Per questo la solidarietà a Salis deve essere piena, chiara e senza riserve. Non c'è razionalità nel godere di quanto sta accadendo.