Sacchi al Festival dello Sport ha parlato anche del caso Donnarumma. Ecco le dichiarazioni:"Io non ho mai fischiato in vita mia, e mia figlia diceva che non ero un bravo allenatore perché non fischiavo. Però a volte però questi fischi le persone se li vanno a cercare: evidentemente, c'è stato un tradimento e, non nel calcio ma nella vita di tutti i giorni, i tradimenti vengono ripagati. Quindi non meravigliamoci per qualche fischio".
Purtroppo sul caso donnarumma-milan si sta facendo troppa confusione , credo voluta, per non dire veramente le cose come stanno.
Io personalmente ho mollato il calciatore umanamente e tecnicamente al momento del primo rinnovo, quello strappato sotto la gestione fassone-mirabelli.
Già in quell'occasione il ragazzo non si è fatta sfuggire la ghiotta occasione per MINACCIARCI e strappare un ingaggio FOLLE con paghetta annessa al fratellone scarso che non volevano nemmeno in serie C.
Perchè lo ha fatto?
Perchè a detta sua e del suo procuratore lui era un giocatore top, pronto e ambito da mezzo mondo.
Dopo quella dannata firma il messaggio che il clan di raiola lanciava è stato uno e uno solo : è il milan che deve meritare donnarumma perchè il ragazzo è già nell'elite del calcio e tra i primi 5 portieri del mondo.
Questo il messaggio malato e folle che è stato lanciato.
I media, giornalisti e addetti ai lavori del sistema ovviamente non hanno fatto altro che appoggiare questa linea e i tifosi si sono allineati con questa filosofia malata alla radice.
Passavano gli anni, quasi tutti mediocri calcisticamente per noi, e la musica non cambiava tra papere incredibili ed errori marchiani coperti con capacità da professionisti del crimine.
Ed eccoci che arriviamo alla scadenza del nuovo contratto : stessa storia, stesso posto , stesso bar.
La musica non cambia.
Forte di una posizione contrattuale da svincolato e non da richieste vere di terzi il procuratore non si fa problemi a minacciare il club e la nuova dirigenza per la seconda volta e chiedere la seconda follia.
La gestione donnarumma è stato scriteriata a tutti i livelli.
Abbiamo avuto a che fare con una banda di delinquenti che non hanno perso occasione per minacciarci e derubarci ma anche il milan ha avuto le sue belle colpe nella realizzazione e alimentazione di questo caso più mediatico che reale.
Una dirigenza forte avrebbe mandato fuori dal milan il ragazzo e il suo procuratore con un calcio doppio nel sedere perchè era palese, o almeno doveva esserlo, che si aveva a che fare con dei delinquenti e che lo spessore umano dei due era praticamente nullo.
Capisco che il club volesse difendere un asset ma lo capisco fino a un certo punto perchè un donnarumma con un ingaggio da 8-9 mln annui lo avremmo comunque venduto mai e la musica non sarebbe ugualmente cambiata.
Morale della favola : donnarumma non è mai stato del milan.
Il suo cartellino sin dal primo giorno è appartenuto a raiola.
Io non odio donnarumma solo perchè se ne è andato a zero arrecando un danno enorme al milan ma lo odio perchè si è sempre considerato più forte dei suoi compagni e più grande del nostro glorioso club.
Io davvero mi stupisco come lo stesso professionismo possa delle volte nascondere certi aspetti perchè davvero in un mondo reale un uomo come donnarumma dentro uno spogliatoio non può che essere prima malvisto e poi lasciato ai margini dai compagni.
Vorrei infatti far notare che mentre il signor donnarumma si dichiarava top mondo e percepiva uno sproposito dentro il gruppo gente del calibro di theo hernandez e calabria si caricava il milan sulle spalle e lo trascinava fuori dalla mediocrità.
Guadagnando quanto ?
1/6 dell'ingaggio del top mondo.
Queste cose nello spogliatoio le si guardano eccome perchè donnarumma non è ibra e non pul permettersi di guardare tutti dall'alto in basso.
Ecco, se i compagni gli hanno voluto bene nonostante tutto io davvero credo sia stato molto fortunato.
Meno male che questo losco giocatore e il clan del suo procuratore ci hanno regalato la loro partenza.
Se il milan oggi è più forte è anche grazie a questa liberazione che ci ha arricchito a livello tecnico ma , ancor prima, a livello umano.